Chapter 4.

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Castiel aprì gli occhi, Dean non c'era. Si alzò, prese il cellulare e si accorse che accanto c'era un bigliettino.

"Sono al bar di fronte, se non scendi entro le dieci di vengo a svegliare a secchiate. -Con amore, tuo Dean."

Castiel si morse un labbro e andò a vestirsi velocemente, si assicurò di avere con se la chiave della stanza e scese le scale, era radioso. Non si sentiva così da tanto tempo, da troppo. Attraversò la strada a passo svelto e fece un cenno con la mano a Dean che lo osservava dalla vetrata del bar. Entrò e con grande sorpresa di Dean gli lasciò un bacio sulle labbra.

"Buongiorno." Castiel sorrise mentre si sedeva al suo posto. Dean era leggermente rosso in viso.

"Dovresti farlo più spesso. Buongiorno anche a te comunque."

"Fare cosa?" Castiel sistemò la giacca che si era tolto qualche secondo prima sulla sedia.

"Niente. Dormito bene? Oggi andiamo agli Uffizi." Dean girò il cucchiaino nella sua tazza di caffè.

"Avrei dormito meglio se ieri avessimo fatto l'amore, in ogni caso non vedo l'ora di visitarli, amo l'arte."

Dean scoppiò a ridere. "Dai, mangia qualcosa e poi andiamo."

Presero un autobus e arrivarono dopo qualche minuto, le gallerie erano piene di gente.

Uscirono dagli Uffizi dopo quasi tre ore, avevano visto ogni statua e ogni dipinto.

"Ho fame, che ne dici di andare a pranzare?" Dean disse, mentre estraeva dal portfolio due biglietti.

"Va bene Dean." Castiel avvolse il braccio attorno a quello del compagno.

Attraversarono la strada e poi presero un autobus.

"Conosci bene Firenze." Castiel parlò e poi addentò un pezzo di pane.

"Ci abitavo." Dean bevve un sorso d'acqua.

"Davvero? Non me lo avevi ancora detto."

"Perché ci abitavo con la mia ex fidanzata."

Castiel smise per un attimo di masticare. "Oh." Fu tutto quello che riuscì a dire, la gelosia lo zittì.

"Ex - accentuò Dean con enfasi - fidanzata."

"Fantastico." Castiel prese un altro po' di insalata.

"Non dirmi che sei geloso." Dean ammiccò e gli diede un colpo al ginocchio da sotto il tavolo.

"Chi, io? Per niente Dean." Castiel continuò a mangiare senza alzare lo sguardo.

"Hey, guardami. Non hai nessun motivo per essere geloso. E acqua passata, sono qui con te adesso." Dean allungò un braccio e toccò quello di Castiel.

"Okay."

Finirono di pranzare e tornarono in albergo, il tragitto fu fastidiosamente silenzioso, di tanto in tanto si guardavano, ma nessuno dei due proferì parola.

"Vado a fare una doccia." Dean disse poggiato sulla porta del bagno, mentre fissava Castiel.

"Okay.." Castiel era giù di morare, si sentiva stupido ma non poteva fare a meno di pensare che magari Dean anni prima era scomparso proprio per questa "Ex fidanzata" fiorentina, si faceva mille domande, e voleva delle risposte.

"Mi fai compagnia?" Dean si tolse la maglietta a maniche corte che indossava e sbottonò i jeans.

Castiel lo guardava ma non rispondeva. Fece semplicemente un cenno di rifiuto con la testa. Dean allora si avvicinò e si inginocchiò accanto al letto dove era seduto Castiel.

"Che c'è Cas?" Sussurrò Dean, poi poggiò la testa sulle gambe di Castiel.

"Niente.. Vorrei soltanto saperne di più, vorrei sapere perché sei sparito e mi hai lasciato quella notte e non ti sei fatto più sentire, vorrei che mi raccontassi."

Dean alzò la testa e trascinò Castiel a terra con lui, poi lo prese tra le braccia e gli tolse la camicia bianca. Castiel non oppose alcuna resistenza.

"Mio padre aveva scoperto tutto, minacciò che se non avessi fatto le valigie la sera stessa e non fossi scomparso dalla tua vita ti avrebbe ammazzato con le sue mani. Io gli chiesi un'ultima notte e dopo avermi picchiato me la concesse, ecco il motivo di quei lividi, te li ricordi?" Castiel accennò un "sì" con la testa. "Non ebbi il coraggio di dirtelo, così mi godetti l'ultima notte con te e andai via prima che potessi svegliarti. Stemmo qualche giorno da mia nonna a Siena, poi mio padre affittò una casa a Firenze, qui conobbi Johanna, e mi misi con lei sotto ordine di quel pezzo di merda, siamo stati insieme qualche anno, poi quando mio padre è morto sono tornato da Sam, scoprì che era fidanzato e si sarebbe presto sposato, Jess era già incinta. Ho ripreso gli studi e ho iniziato a lavorare a Roma, poi mi hanno proposto questo viaggio e non ho potuto rifiutare. Speravo che fossi ancora a Venezia."

Castiel a quelle parole abbracciò Dean, mentre cercava di non piangere.

"Mi dispiace tanto Dean, mi dispiace. Io non lo sapevo, perché non mi hai detto mai niente di questa storia?"

Dean si alzò e invitò Castiel a fare lo stesso.

"Per proteggerti, se mio padre ti avesse fatto qualcosa non me lo sarei mai perdonato."

Rimasero abbracciati per qualche minuto.

"Allora, mi fai compagnia?" Dean diede a Castiel un bacio sulla fronte.

"No Dean, non è il momento, scusami." Castiel alzò la testa e gli un bacio sulle labbra.

Nel pomeriggio andarono a fare una passeggiata in centro, acquistarono anche souvenir, tornarono in tarda serata, entrambi scossi, Dean nel ricordare e Castiel nel sapere, si addormentarono quasi senza accorgersene.

Il vento di primavera.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora