Capitolo 26

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È finalmente terminato l'infinito weekand con i miei genitori ed ora sto preparando le valigie per raggiungere la mia amica Lexy a Seattle.

Riempio il trolley di vestiti, non so quanto mi tratterò quindi è meglio essere pronti a qualsiasi evenienza.

«Sei sicura di voler andare?» chiede mio fratello appoggiato allo stipite della porta.

«Certo, poi fino a prova contraria posso ancora volare» spiego.

«Sicura? È comunque un viaggio di quasi sei ore che trascorrerai da sola e...» sta per continuare la frase quando lo interrompo: «Ty, posso sopravvivere a sei ore di solitudine ad alta quota, non ti devi preoccupare per me».

Mi guarda, sconsolato, ha ovviamente capito che non riuscirà a convincermi a rimanere.

«A che ora hai il volo?» chiede guardando l'orologio

«A mezzogiorno» spiego.

Nella stanza cala il silenzio e lui resta li, immobile, a fissarmi.

Una volta riempita tutta la valigia decido di scrivere un veloce messaggio a Lexy:

"Il mio volo parte alle 12, sarò da te per le 18 circa!"

Prendo la mia borsa, butto dentro il cellulare e sono pronta per uscire di casa.

Scendo faticosamente le scale, portando la mia ingombrante valigia, per raggiungere mio fratello in soggiorno.

Quando sto per appoggiare, finalmente, la valigia sul pavimento, mio fratello mi corre in contro e mi strappa dalle mani la pesantissima valigia.

«Ma sei pazza?!» sbraita guardandomi fisso con i suoi occhi spiritati, «saresti potuta cadere, che ti dice il cervello?! Il dottore ti aveva espressamente detto di non fare sforzi!». Mentre pronuncia quelle parole non mi toglie gli occhi di dosso per un solo istante, dopodiché si allontana per andare a mettere la mia valigia in macchina.

Mi dirigo in cucina per bere un sorso d'acqua prima di avviarmi verso l'aeroporto.

«Alex, è arrivata una lettera per te» annuncia mio fratello raggiungendomi. L'afferro e la giro per controllare chi sia il mittente, ma sul retro non è stato scritto nulla.

«La leggerai mentre sei in volo, ora sbrighiamoci» continua lui sbrigativo.

Una volta arrivati all'aeroporto io e mio fratello ci salutiamo.

«Fammi sapere quando arrivi» dice lui abbracciandomi.

Annuisco e dopo averlo salutato mi avvio alla ricerca del banco del check in. Dopo aver imbarcato il mio bagaglio, attraverso i controlli doganali e mi affretto a raggiungere l'area di imbarco e mi accomodo su una poltrona ad aspettare.

Dopo aver controllato un paio di messaggi, decido di tirare fuori dalla borsa l'anonima lettera.

Cerco di aprirla delicatamente per non rompere la busta, ne estraggo il contenuto ed inizio a leggere:

"Cara Alexis,

Ti scrivo questa lettera perché vorrei provare a spiegarti come sono andate le cose realmente, so che se provassi a parlarti mi rifiuteresti, quindi ho deciso di lasciarti tutto il tempo che ti serve, anche se mi fa davvero male.

So che non mi crederai, probabilmente strapperai questa lettera ancora prima di iniziare a leggerla, ma voglio provarci.

Da quando sono andato via, mi sembra di vivere in un incubo, spero sempre in una tua chiamata che mi inviti a tornare a casa, ma i giorni passano e questo non accade.

Mi sento stupido a lasciarti andare via, non voglio lasciarti scivolare dalle mie mani.

Ti giuro che tra me e quella psicopatica di Jane non c'è più niente da tanto tempo.

È sempre stata una persona malvagia, una manipolatrice, pronta a tutto pur di arrivare al suo scopo. Non lasciare che vinca lei, vuole solo dividerci perché gelosa del nostro amore puro e vero, un amore che lei non ha mai avuto da me e mai avrà...

Alex, credi alle mie parole, credi ai miei sentimenti e a quello che siamo insieme, perché il mio cuore non può reggere un'altra ora, senza di te.

Mi manchi, mi manca la tua voce, le tue labbra, il tuo sorriso. Mi manca la Alex spensierata, quella donna forte e indipendente, ma anche bambina e grande sognatrice. Mi manca svegliarmi e trovarti accanto a me, accarezzarti e baciare la tua pancia, mi manca tutto di te, mi mancate voi.

Tu sei il mio mondo, il mio tutto e io non voglio più stare lontano da te e dal nostro bambino, voglio costruire con te un futuro infinito.

Ti immagino percorrere la navata della nostra chiesa con un lungo vestito bianco, con un bellissimo velo che fa invidia ad ogni donna, e io sono li ad aspettarti, a guardarti bellissima come sempre, viva come solo tu sai essere.

Ci vedo a ottant'anni a passeggiare nella nostra casa in campagna, in riva al lago e parlare di quando eravamo giovani, dei nostri viaggi, dei nostri figli e dei nostri nipotini.

Quando penso al mio futuro non riesco ad immaginarlo senza di te, senza di voi.

So che non sono l'uomo migliore del mondo, forse non sarò nemmeno un padre perfetto, ma sono pronto a darvi tutto l'amore del mondo, tutto me stesso e tutto il mio cuore.

Ti amo come non ho mai amato nessuno a questo mondo e ti chiedo di perdonare i miei errori, il mio essere a volte troppo insistente e apprensivo. Torna da me e iniziamo nuovamente la nostra favola.

Mi manchi mia fata.

Tuo Jamie."

Fino all'ultimo scattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora