Mesto Rifugio

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Va bene, e adesso, dopo 2 anni, è d'obbligo dire che fine ha fatto la vecchia casa nel corso ma prima...

Gaia: ok adesso Reggy ci racconta dove è finito il mio nuovo quaderno che le piaceva tanto!
La rossa rompe il nostro silenzio assonnato cercando freneticamente nella sua borsa. Siamo in pullman, nei posti in fondo (che almeno sta mattina siamo riuscite a conquistare) e stiamo andando verso il liceo, ma nessuna di noi tre sembra pronta ad una noiosa mattinata di studio...
G: aaaalloraaa???
R: ma cosa vuoi? Che credi che te l'ho rubato? Non l'ho preso io!
Cercai di trovare un altro argomento perché tra un po' Reggy si sarebbe seriamente irritata e magari non era il caso.
Io: ragazze...ehm...avete letto il libro che vi ho lasciato da Mesto?
Mesto... Eccola che ritorna la nostra bella casa: da piccola lessi un libro in cui "Mesto" era il nome di un rifugio segreto. Adesso "Mesto" è molto di più: è il nome del nostro rifugio segreto!
G: uhm veramente non l'ho neanche visto, oggi magari ci andiamo insieme vi va?
"Per me è ok" io e Reggy rispondemmo in coro.
Il pullman si ferma di fronte un vecchio edificio color salmone. Ed io, come tutte le mattine, mi domando perché cavolo hanno scelto questo colore...
Un ragazzo biondo si avvicina, ormai ci siamo abituate: Gaia e Reggy sono due calamite per i giovani scapoli.
Ma questo é Jack, Jack Horan, il più figo della scuola, quello non ci ha mai degnato manco di uno sguardo.
Improvvisamente vengo a conoscenza di un'insolita verità: Jack, quel Jack, non si sta dirigendo ne verso Reggy n'è verso Gaia: Jack Horan si sta dirigendo verso di me!
Ok adesso faccio un bel respiro e faccio la strafottente perché io non sono una che si fa "abbindolare", chiaro?!
Incredibilmente riesco a ubbidirmi abbastanza decentemente e lo guardo con aria interrogativa.
Il mio difetto: quando sono nervosa divento aggressiva.
Jack si piazza davanti a me è mi guarda con quei suoi occhi da Dio.
Poi noto che in mano ha un foglio e i miei sogni si cristallizzano all'istante.
Si passa una mano dietro la nuca e mi fa: "grazie per il compito che mi hai passato l'altra volta, è il mio primo 8, anzi la mia prima sufficienza."
Sto per mandarlo seriamente a fan culo ma poi mi controllo e mi dico che è stato garbato e devo esserlo anche io: "oh be' mi fa piacere, solo che non ti aspettare che ti passi tutti i compiti d'ora in poi..." Ecco sono stata poco cortese, non fa niente. Già è tanto che gli ho passato il tema... Beh, in effetti passo i temi un po' a tutti quelli che me lo chiedono.
Per il resto la nostra giornata continua normalmente: matematica le prime due ore, storia (durante la quale Gaia e Reggy giocano a tris ed io cerco di ascoltare la prof ma poi mi ritrovo a suggerire le mosse) e poi educazione fisica.
Educazione fisica è insieme alla 4B quindi è insieme a Shiro. Mentre facciamo un paio di passaggi lui si avvicina.
S: ciao ragazze posso giocare con voi mi annoio di giocare a calcio
Io: certo vieni
Non è mai stato un tipo troppo sportivo.
Io: oggi andiamo a Mesto vuoi venire?
S: ok d'accordo ma vi raggiungo dopo perché mamma fa la pizza ed io non me la perdo per niente al mondo!
R: ehi ehi ma vedi che antipatico lui mangia pizza e noi restiamo all'asciutto!
La solita ironica mangiona
S: ok ok allora facciamo così io vado a casa e poi quando vengo vi porto la pizza! Sono ritornato nelle vostre grazie adesso?
Io: oh beh in questo caso... Direi proprio di si!
Eravamo tutti estasiati: noi quattro da Mesto avremmo passato uno dei nostri fantastici pomeriggi!
Almeno lì, infatti, Shiro aveva acconsentito a non portarsi dietro la band.

Osservo la grande parete ricoperta di gaffiti. Solo 5 persone sanno di questo posto: io, Reggy, Gaia, Shiro e Sam-Sun. Ed ora 3 di quelle 5 sono qui a riordinare e divertirsi come al solito.
Davanti alla parete due poltrone spaiate che abbiamo trovato in soffitta da mia nonna e in cantina da Gaia sono occupate da una decina di scatole che Gaia sta spostando da un mobile all'altro.
Istintivamente sfioro la grossa chiave che ho appresa al collo. È la chiave di Mesto, una delle tante chiavi per la felicità.
G: ehi qualcuno mi aiuti!
La risata di Gaia si levava da una piccola montagna di libri che erano appena caduti sulla sua testa.
Mi precipito ridendo da lei e raccolgo in fretta i volumi; sono i nostri libri preferiti che decidiamo di condividere l'una con l'altra mettendoli qui. Ho appena aggiunto alla collezione: "lo specchio di giada" che adesso sta sfogliando pensierosa Reggy seduta come al solito in bilico sul cornicione.
Sentiamo quattro colpi secchi sul portone: è Shiro.
Ognuno di noi ha un codice: un numero di rintocchi che deve fare sul portone. Così ci riconosciamo. Io sono 3.
Io: ehi ciaooo pizze!
Shiro: ma vedi un po' tu, saluta le pizze e non me!
Gaia e Reggy scoppiano a ridere ed iniziano a scherzare sulla storia delle pizze-Shiro e di chi dei due sia più importante. Tutti concordiamo sull'importanza delle pizze così Shiro si offende ed inizia a cantare una sottospecie di piagnisteo che lui chiama: "canzone". È così che viviamo: di risate, finti bronci, di pizze e di "canzoni". È così che amo vivere.

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