Capitolo 12¤L'arrivo a Zardaf¤

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L'aria fresca del mattino mi raffredda le guance,e mentre il sole sta nascendo all'orizzonte si alza un sottile filo di vento. Abbiamo lasciato la locanda poco fa e ci stiamo dirigendo verso Zardaf,che finalmente si sta avvicinando.
Chissà perché mia sorella mi ha mandata qui.Nella lettera che mi ha lasciato non è scritto.Non so cosa mi attende lì,non so cosa mi aspetta nel mio futuro,ma se sono ancora qui uol dire che posso affrontarlo. O almeno,lo spero.

Wolfang cerca di accendere un fuoco,con scarsi risultati. La piccola lepre appena uccisa sta aspettando di essere cucinata,non basterà per più di un pasto.Potty ha già fatto piazza pulita con i suoi resti.
Il viaggio è stato silenzioso e noioso.Wolfang non sembra proprio in vena di parlare,e non interferisco. Molte volte gli tirerei due ceffoni ben assestati per zittire la sua acidità malefica,ma se voglio ancora contare su di lui per la protezione è un lusso che non posso permettermi. C'è da dire che nemmeno io sono molto loquace,quindi più volte ho avuto voglia di addormentarmi. Ora il mio compagno di viaggio ha una faccia corruciata e frustrata per via dei risultati. Beh,non che sia una novità;ha sempre quella faccia da sberle. Quando finalmente ci riesce si allontana dal fuoco e si va a sedere sotto ad un albero. Asociale.
Non so quanto tempo passi,ma quando il pasto è finalmente pronto vado a prendere la parte migliore senza dire una parola. È una mia piccola vendetta.

Poco dopo,quando stiamo recuperando le cose,provo a chiedere a Wolfang qualche informazione in più,ma con risultati scarsissimi:infatti dice che non c'è mai stato e non conosce chi ci dovrebbe ospitare,quindi nessuno dei due ha idea di cosa aspettarsi.
Durante il viaggio verso quello che sarà l'ultimo villaggio,i pensieri si fanno sempre più fitti nella mia mente.Finora molte cose sono cambiate, e continueranno a cambiare;il come spetta solo a me deciderlo. Certo è un po' difficile fare delle scelte coerenti quando non si ha la più pallida idea di cosa sta succedendo e nessuno intorno è in grado di aiutarti,ma provo ancora ad usare quel briciolo di informazioni che ho per rendere chiaro quello che ho intorno. Almeno spero che cho ci ospita sia gentile,se non altro perché non ne posso più di gente arrogante. E perché no,che sappia rispondere al mio zilione di domande,anche se credo sia impossibile.
Il sole è alto nel cielo e rende l'aria tiepida,mentre il mondo intorno comincia a colorarsi di tinte variopinte e gli animali cominciano ad uscire timidamente dalle loro tane. La primavera non è la mia stagione prefertita,soprattutto quand'è agli inizi e il tempo fa ancora le bizze,ma in questo momento non posso fare a meno di chiudere gli occhi e rilassarmi al calore del sole. Non so quanto tempo passi,ma all'improvviso Wolfang parla,e la sua voce mi risulta chiara e profonda.
<Ci sei ancora o ti sei addormentata,Erika?>
<Certo che ci sono> rispondo aprendo gli occhi.
<Meglio così.Credevo fossi caduta da cavallo o cose simili.>
<So andare a cavallo esattamente come te,e il mio equilibrio non è precario.>rispondo quasi irritata,anche se l'unica domanda che vorrei porgli è che c'è,ti preoccupi per me adesso?Non ti stavo antipatica?
Ma ovviamente devo trattenermi.
<Mi fa piacere.Così non dovrò fermai a raccoglierti da terra,non sarebbe una bella cosa.> ma sentilo!Perché ha le corde vocali?
<Sicuramente no>
La conversazione muore lì,tra i passi cadenzati dei cavalli. Anche se una parte di me odia Wolfang,l'altra metà vuole conoscerlo. Non so il motivo,ma quel ragazzo ha qualcosa che mi attira. Spero solo mi passi presto.

In realtà non ho molto altro da dire riguardo alla giornata e al viaggio. Come al solito nessuno parla e gli unici suoni che si sentono sono quelli della natura,escludendo i gorgoglii di fame dei nostri stomaci. Facciamo altre due soste prima di sera per far riposare i cavalli e stiracchiarici,mentre a sera ci accampiamo in prossimità del villaggio. Alla luce del fuoco,Wolfang sembra triste e stanco,come se non dormisse da giorni. Impiega anche il doppio del mio tempo a finire un galletto recuperato da Potty chissà dove. Mentre il fuoco crepita spezzando la legna,il mio compagno di viaggio ha la faccia di uno che si rattrista rivivendo un ricordo. Non mi piace vederlo così,quindi mi siedo accanto a lui.
<Va tutto bene?> gli domando parandomi davanti a lui. Wolfang ci mette un attimo per riemergere dagli abissi del passato, e appena raggiunge il presente mi guarda quasi esterrefatto. <Si,si,tutto bene.>
Comincio anche io a fissare il fuoco per provare a vedere quello che vede lui,ma in quel momento comincia a guardare le stelle.
<Forse sarebbe meglio andare a dormire,visto che domani dovremo presentarci a due sconosciuti e dovremmo fare bella figura. Non credi anche tu?>
<Si,hai ragione.Però non credo di riuscire a dormire.> queste parole mi escono dalla bocca senza filtri,incontrollate,e subito dopo averle pronunciate me ne pento:mi fanno sembrare fragile ed insicura,e non voglio far vedere questa parte di me. Wolfang abbassa lo sguardo e sorride, mi sorride.
<Neanch'io credo che riuscirò a dormire,sono troppo agitato. Però dobbiamo riuscire a rilassarci.> nel suo sorriso non c'è pietà, non c'è rabbia e nemmeno compassione. Mi sorride come farebbe ad una persona normale,e mi piace così:era da tanto che non mi sentivo al posto giusto, ma appena mi ha sorriso ho capito che molto probabilmente è quello il mio posto. Ricambio il sorriso e sento qualcosa che non mi scorreva sottopelle da tanto: è forse felicità quella che sento? Non si tratta di quella felicità esplosiva che fa fare cose stupide,ma di una felicità silenziosa,docile,che si fa strada nel mio cuore e lo allarga un po'.
Sorrido anch'io a Wolfang e vado a dormire,sentendomi pesante e leggera allo stesso tempo sotto le coperte di lana,trattenendo ancora l'immagine di Wolfang nella mente per vederla ancora,ancora e ancora. L'ultima cosa che penso è Cuore,non farmi questo ora.

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