Capitolo 13¤Una Strana Coppia¤

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Indipendentemente da chi siano gli abitanti della casa dove dobbiamo andare,ho la netta sensazione che non amino nè la città nè avere visite:infatti è da stamattina che io e Wolfang girovaghiamo per il Zardaf in cerca della casa descritta da Fanní;ma non avendo trovato nulla abbiamo riletto la lettera di Fanní più volte per essere sicuri della direzione in cui ci mandava.La lettera dice di seguire un sentiero che porta fino alla cima di una collinetta sperduta nel nulla sopra il paese,luogo alquanto bizzarro per costruire una casa.
Mentre cammino affiancata a Wolfang su questo sentiero che mano a mano si rimpicciolisce,cerco di prepararmi mentalmente un discorso di presentazione. Ma come presentarsi a qualcuno dei quale non si ha mai sentito parlare? Sinceramente non lo sapevo,e mi stavo preparando a raccontare tutta l'epopea che ho vissuto da quando sono scappata di casa facendo particolare attenzione a descrivere con cura la lettera che mi ha lasciato Fanní.Ma appena vedo la casa mi dico che non è una buona idea mettersi a fare discorsi molto lunghi con queste persone,considerando l'austerità della casa.
L'abitazione è di media grandezza,con le pareti esterne dipinte di bianco-grigio(un tempo doveva essere bianco) e un rampicante su un lato che avvolge la grondaia arrugginita e piena di piante che finivano anche sul tetto nero. Gli infissi aperti sono di color frassino e vagamente scrostati,ma l'interno della casa non si riesce a vedere perché i vetri sono coperti da uno spesso tendaggio verde muschio bordato d'oro. Suppongo che questo sia il corpo principale o più usato,dato che è tenuto meglio delle altre due parti ai lati di questa. Sulla sinistra c'è una piccola casetta in legno consunto che sembra possa cadere da un momento all'altro,mentre sulla destra c'è una casetta dal colore indefinito e infestata di erbacce ovunque. Si capisce vagamente che gli scuri sono rossi,o che forse lo erano una volta.
Mi guardo intorno,speranzosa di riuscire a vedere una casa messa meglio,ma pare che queste siano le uniche costruzioni sulla collina. Senza dir nulla prendo di nuovo la lettera di Fanní, sperando di aver sbagliato strada,ma purtroppo la posizione coincide. Guardo Wolfang e vedo anche lui un po' sgomento della situazione,ma come me non dice nulla. <Siamo arrivati.> dico piano inghiottendo un bolo di agitazione. Wolfang fa cenno di si con la testa e smonta da cavallo. L'animale,forse percependo l'aura di agitazione che ci fluttua intorno,comincia a nitrire e a sollevare le zampe anteriori dal terreno,e mentre Wolfang lo calma giurerei di aver visto una delle tende verdi muoversi. Inquietante. Smonto anch'io da cavallo e lego la giumenta ad un albero,ripromettendomi di passare dopo a portarle dell'acqua e qualcosa da mangiare.Il cavallo di Wolfang non ne vuole sapere di calmarsi e di schiodarsi da lì,quindi mi avvicino per aiutare Wolfang a portarlo sotto ad un albero.Mentre gli accarezzo il collo dell'animale per calmarlo mi accorgo che la tenda si muove si nuovo,mostrando per un momento un pezzo di stoffa rosa. In quel momento di distrazione,una mano di Wolfang finisce sulla mia. <Scusami> dice il ragazzo quasi imbarazzato,ma faccio finta di non sentirlo perché sono troppo presa nel guardare le tende. Mormoro un <figurati> tra i denti mentre portiamo il cavallo verso un albero vicino alla cavalla,e poi ci dirigiamo verso la porta in legno chiaro della casa. Mi pulisco le mani sul vestito blu che ho addosso, sia per togliere un po' di nero dalle dita(un simpatico ricordo del cavallo di Wolfang),sia per togliere del sudore freddo. Non so cosa aspettarmi. Wolfang bussa un colpo alla porta,e dopo aver sentito dei passi strascicati la porta si apre di colpo rivelando una donna dall'età indefinibile con lunghi capelli bianchi e un vestito rosa. Ecco chi ci spiava da dietro le tende. La donna di rivolge un sorrisone da tempia a tempia che le fa spuntare delle piccole rughe vicino agli occhi,dopodiché ci stringe le mani con forza e si presenta.
<Buongiorno cari,buongiorno!Qual buon vento vi porta qui? Io sono Wilma! È ora di pranzo ora,che ne dite di unirvi alla tavola con me e mio marito? Avanti su,non siate timidi! Accomodatevi pure qui,ora finisco di cucinare,chiamo mio marito e servo in tavola! Che bellezza,abbiamo ospiti! Mike!Mike! Vieni qui Mike!>. E dicendo questo la donna ci lascia soli in un grande soggiorno dalla tappezzeria verde muschio,dove gli elementi maggiori sono il grande divano verde davanti al camino di mattoni,le tende e il grande tavolo tondo in legno scuro coperto da una tovaglia bianca ricamata a punto croce. La stanza prende luce dalla cucina,separata dal soggiorno da un muro laterale e una porticina aperta,dove Wilma sta cucinando qualcosa. I lunghi capelli bianco puro le arrivano pari alla cinturina del vestito,sono separati in cima alla testa da una riga laterale e non pare abbia ciuffi o frangie. Il vestito rosa le ricade come un sacco sul corpo,senza valorizzare nessuna parte di lei,e le cadrebbe ancora peggio se non avesse quella cintura di raso lilla in vita,fissata dietro con un fiocco. È osservando il colore della cintura chr mi rendo conto di un fatto: Wilma ha gli occhi viola,sfumati dall'esterno all'interno con colori sempre più chiari. I suoi occhi mi ricordano i miei e quelli di Wolfang,non per il colore in sé,ma per come il colore è sfumato all'interno. Mentre la donna armeggia con pentole e utensili da cucina canticchiando una melodia che ho già sentito da qualche parte,dalla stanza entra un uomo. Questo entra in soggiorno,e subito Wolfang scatta in piedi porgendogli la mano. <Con chi ho il piacere di mangiare oggi?> domanda l'uomo sarcastico. <Sono Wolfang Jeffrad signore. E lei è Erika,abbiamo fatto il viaggio da Otabez a qui insieme.> L'uomo sorride a Wolfang stringendogli la mano e guardandolo negli occhi.<Piacere di conoscerti,signor Jeffrad.> Michelone è un uomo alto e dal fisico asciutto ma solido,con i capelli lunghi fino al mento e color caramello chiari,tendenzialmente sporchi;porta un velo di barba sul mento e...occhi gialli.Un'altro da aggiungere alla lista di chi-ha-gli-occhi-come-i-miei,con i suoi occhi che variano dall'oro al colore della luce al mattino.
I suoi occhi incontrano i miei,e mi sento calare addosso un cappotto di soggezione. Mi porge la mano e domanda < E lei invece è la signorina Erika...> <Dumpeter.Erika Dumpeter.> dico con forza stringendogli la mano.
<Bene signorina Dumpeter,sappia che non ho assolutamente la passione per i cani sotto al tavolo durante i pasti,quindi le chiedo cortesemente di portare fuori questa creatura pelosa immediatamente.>ordina con forza e finta cortesia l'uomo,lasciandomi la mano. <Mi dispiace molto signore,ma anche Potty mi ha accompagnata fin qui e,dato che non infastidisce nessuno ed è il mio cane,decido io dove lasciarlo> Michelone mi guarda con astio e si avvicina a me,innondandomi di uno schifoso odore di alcool e limone. <Signorina Dumpeter, abbia la cortesia di seguire le mie regole dato che si trova in casa mia; porti fuori quel cane,e subito.>
<Non per mancarle di rispetto,ma non è mia intenzione sir.> Continua a fissarmi con i suoi occhi gialli,che ora sono attraversati da un bagliore felino.Ridacchiando fa un passo indietro e si siede a tavola. < Mi piace,signorina Dumpeter. Finora nessuno si è dimostrato così sfacciato e testardo in un testa-a-testa con me,la ammiro davvero. Ha una marcia un più rispetto a sua sorella.>
<Lei ha conosciuto mia sorella?> domando di getto. La mia domanda non ha risposta, perché in quel momento arriva Wilma con una terrina immensa e piena di cibo e i nostri stomaci cominciano a brontolare.<Non dire sciocchezze caro,questa casa è mia e l'ho ereditata dal mio pro-pro zio,e tu non comandi qui dentro fino a prova contraria> annuncia squillante Wilma,scoccando un'occhiata di rimprovero al marito. <Perdonate il mio consorte, ma non avendo mai ospiti non è abituato a trattarli. Non preoccuparti Erika,il tuo cane può rimanere qui,a noi non dá fastidio. Vero Mike?> l'uomo borbotta qualcosa al di fuori della comprensione umana e incrocia le braccia al petto come un bambino che fa il broncio.
<Grazie signora.> le dico sorridendole.
<Di niente cara,ma chiamami pure Wilma> dice la donna indossando il sorriso più contagioso della storia.
<Ma ora avanti,mangiate!Sarete stanchi dopo tutto questo viaggio,e chissà da quando non fate un pasto decente!Su su,non fate complimenti!> allungo lo sguardo sull'enorme terrina che Wilma ha portato in tavola e mi si blocca la bocca dello stomaco. L'odore di pesce è inconfondibile,ma è mescolato ad altre mille cose che non capisco. L'insieme non è per nulla invitante,ma Wolfang ha già recuperato un piatto che ha riempito fino all'orlo di quella cosa.
Michelone,seduto alla mia sinistra dopo Wolfang,spala cucchiaiate di quella roba come se stesse spegnendo un ipotetico incendio nella sua gola,senza nemmeno masticare.Wilma si alza di scatto e dice di andare in cucina a prendere il resto della portata, lasciandoci soli.Wolfang prende quello che sembra un gamberetto e io lo imito.Appena lo mette in bocca fa una faccia schifatissima,mastica due volte e infine,dopo uno sforzo mostruoso,inghiotte. Gli pesto un piede per non fargli fare brutta figura col padrone di casa, quindi mi giro verso Mikelone come se non fosse successo nulla. Ma all'uomo non sembra sfuggire nulla,infatti si sporge verso di noi e dice a voce bassa < In questa casa esistono due opzioni per tirare avanti:il digiuno o il fai-da-te.> < Ma è sempre così?> piagnucola Wolfang,e in risposta riceve un cenno affermativo di Mikelone. In quel momento torna Wilma con un altro otre di quella poltiglia,e sorridendoci domanda raggiante < Allora,com'è la mia specialità di pesce?> <Beh...veramente era...> comincia Wolfang. Gli pesto un piede,di nuovo. <Assolutamente deliziosa!>conclude con un sorriso forzato. <Come mi rendi felice ragazzo!A Michelone non piace!Ecco a te anche questa,e non ringraziare!> esclama la donna avvicinando la teglia a Wolfang,che strabuzza gli occhi.
< E tu Erika,non prendi niente?> domanda innocente
<Non si preoccupi per me...prenderò...un sedano!> dico con troppa enfasi afferrando un gambo di sedano messo come guarnizione alla teglia. < Ma dammi pure del tu> fa soddisfatta Wilma. Per un momento c'è silenzio,e ne approfitto per guardarmi attentamente intorno. Giusto per rendermi conto di essere finita in una gabbia di matti. Una donna su di giri,un uomo scorbutico quanto un vecchio asino,senza dimenticare quello strano individuo di Wolfang.Ma dove diamine mi ha mandata mia sorella?
<Dunque Erika,cosa vi ha spinti fin qui?>chiede Wilma appoggiando il mento al palmo della mano.
<È una lunga storia.Per farla breve,dopo essere scappata di casa sono andata a casa di mia sorella Fanní, che è morta giorni dopo in uno strano combattimento.Con lei combatteva Wolfang,che ho salvato per il rotto della cuffia,e pochi giorni dopo eravamo in viaggio da Otabez a qui. Ecco vedete,mia sorella prima di morire mi ha lasciato una lettera...> mentre nella mia mente scorrono fotogrammi sparsi del viaggio e della morte di Fanní, le mie mani corrono verso la lettera in questione. <...dove mi ha dato delle dritte sul cosa fare. In questa lista eravate compresi anche voi.Dice che potete fare qualcosa per me.> segue silenzio. I coniugi si fissano intensamente, come se si parlassero con gli occhi. Dopo un po',Mikelone si schiariace la voce e i coniugi cominciano a guardare me e Wolfang. Guardo l'uomo e domando a bassa voce. <In qualche modo avete conosciuto mia sorella,non è così?> Non è lui a rispondere,ma sua moglie. < È così Erika. Tua sorella Fanní è passata da noi tempo fa,ed è rimasta per qualche settimana. Ci ha parlato molto di te. E ci ha lasciato questa.> Wilma apre un cassetto del tavolo ed estrae una lettera,che apre e comincia a rileggere. Mi sorride ancora,e allungandomela consiglia < Forse faresti meglio a leggerla tu.>
Prendo la lettera con mani tremanti,e comincio a leggerla velocemente.

Cara sorellina,
Se sei arrivata fin qui ti faccio le mie congratulazioni: so che non era un viaggio facile. Spero che tu sia tutta intera.
Non lasciarti ingannare dall'apparenza di Wilma e Mikelone,sono due brave persone e ti aiuteranno a mantenerti sana e salva.
Fermati qui finché puoi,non te ne pentirai. Spero che seguirai il mio consiglio.
Ti voglio bene
Fanní
Ps: spero tu non abbia viaggiato da sola,nel villaggio vicino ad Otabez e a metà strada c'erano dei Nordes,e non è una bella cosa affrontarli da sola.

Gli occhi mi si velano di lacrime.È strano trovare dei messaggi da una persona morta,soprattutto se illustrano un presente o un futuro imminente al tuo. Chiudo gli occhi per un secondo ed espiro piano, senza far rumore. <Mi ha chiesto di fermarmi da voi. Io non so che dire,veramente...>
<L'ho sempre trovata una splendida idea,non è così Mike?> dice Wilma unendo le mani. Mikelone mugugna qualcosa e guarda prima la moglie e poi me e Wolfang. <Wilma ha ragione. Potete fermarvi qui finché volete.Basta che non ci graviate sulle spese e non siate troppo invadenti.>
Wilma sorride raggiante al marito,come a fargli sapere che ha fatto la scelta giusta.
<Mike> dice dopo,< che ne dici di dare a questi due giovani il corpo qui a lato?> senza dire una parola,Mikelone prende delle chiavi da una tasca dei pantaloni e si alza da tavola. < Venite con me,vi mostro il vostro nuovo nido d'amore>. Poi ci raggiunge e ci intima a bassa voce< Scappate di qui,se non volete il bis di quella robaccia>
<Come?> domanda la moglie in tono innocente, ancora seduta al tavolo.
< Dicevo,forse sarà il caso di prendere anche la vostra robaccia> conclude Mikelone diplomatico e asciutto,per poi scappare alla porta.
< Veramente io e Wolfang non stiamo insieme> ribatto secca raggiungendo l'uomo. In risposta,Mikelone ridacchia e controbatte <È inutile che nascondete l'evidenza,si vede da lontano un miglio che siete fidanzati.Allora Wolfang,da quanto sei incatenato?>
<Signore, Erika ha detto la verità. Non siamo fidanzati.>
L'uomo ci guarda deluso e apre la porta,per poi farci strada verso la casetta diroccata con gli scuri rossi.
Mentre armeggia con la serratura della porta a doppio battente,Wolfang va a recuperare i nostri bagagli,e devo ammettere che quella camiciola verde dona sia al suo colorito,sia ai suoi occhi. E dopo aver ammesso questo mi picchierei a sangue,perché so bene che questo tipo di pensieri in questo momento sono più che proibiti.
La porta miracolosamente si apre,e dopo aver girato il chiavistello della parte alta finalmente possiamo entrare. Lo scenario è da mettersi le mani nei capelli. I mobili sono irriconoscibili sotto la coltre di polvere depositata sopra i teli coprenti,e la stessa polvere rotola sul pavimento compattata in palle grandi come topi. Appena Potty vede queste bellissime palle di polvere comincia a rincorrerle. <Scusate per lo stato,ma sono anni che non viene utilizzata.> commenta freddo Mikelone.
< Ma sappiamo che siete grandi e capaci di badare a voi stessi,quindi sappiamo che provvederete voi.Non è così?> conclude l'uomo.Ovviamente non rispondo alla domanda retorica e prendo un fazzoletto da legarmi intorno al naso.Non voglio che questa polvere mi impedisca di respirare.
< Bene ragazzi,vi lascio le chiavi e me ne vado. Vi auguro una buona permanenza.> saluta l'uomo-mulo andandosene.
Passa qualche secondo di silenzio dove decido da quale parte cominciare per togliere tutta questa sporcizia,ma sul più bello vengo interrotta da Wolfang,che dice < Tu divertiti a pulire,io vado a cercare un riparo ai cavalli.>
La porta si apre e si chiude,e di colpo mi trovo sola. Ma non me ne faccio un problema.
Mi stiracchio e comincio a dare un assetto decente alla casa.

Sarà una lunga,lunghissima permanenza.

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