-Mi serve una cura- dice Persica frettolosamente, guardandosi intorno e sentendosi stranamente a disagio, troppo in vista.
-Entra- dice la strega con voce roca,poi,prima di chiudersi la porta alle spalle, scruta con occhi attenti la strada apparentemente deserta.
L'interno della piccola casa è molto più grande di quello che sembrava guardandola dall'esterno: le pareti sono di colori diversi coperte da scaffali, stra bordanti di vasi, erbe, libri, e fogli appesi su cui eleganti scritture si snodano in lingue a Persica sconosciute.
Dal soffitto pendono nastri con legate al termine pietre di diversi colori che proiettano sulle pareti ombre e luci.
Un grande tavolo di legno si trova al centro della stanza: ricolmo di fogli, grandi manuali dalle pagine ingiallite, e erbe essiccate sparse ovunque.
Una piccola porta in legno è posta sull'ultima parete, probabilmente conduce al resto della casa.
In piedi con gli occhi sbarrati sta Persica, al centro della stanza; la vecchia le gira intorno scrutandola dalla testa ai piedi.
La strega è bassa, con piccoli piedi emani ossute e pallide, ha occhi acquosi ed il naso adunco, la sua bocca è secca ed ha le guance scavate.
A Persica sembra molto fragile, "con un soffio di vento potrebbe crollare e sgretolarsi sul pavimento"pensa.
La vecchia si siede al tavolo e spostagli oggetti davanti a sé per liberare lo spazio, poi guarda la ragazza ancora assorta nei suoi pensieri.
-Siediti- le dice, ed inizia a cercare sugli scaffali e dentro sacchetti impolverati. Dopo aver posato davanti a sé una piccola pietra di colore rosso si rivolge a Persica-Ecco quello che cerchi- le dice.
La ragazza non capisce -Ma io non ho ancora...- cerca di parlare ma la strega la interrompe
-una cura perla Macchia Rossa, non ho forse ragione?- gracchia la strega -Ne ho sentito l'odore fin da quando eri ancora dietro la porta. Sa di morte, di alberi e di sangue.- Persica guarda la vecchia che le porge decisa la pietra stringendola salda nel pugno.
Non sa se crederle, perché dovrebbe,in fondo? Le streghe non esistono, sono solo persone che trovano nella magia un modo per guadagnare qualche spicciolo. Ma anche i Crin non esistono, eppure lei li ha visti.
"Cosa è vero? Cosa no?" Fantasia e realtà si fondono, non esiste più un confine che le separa, che fa stare ogni cosa al suo posto. "come so che quello che vedo non è solo frutto della mia mente? E quello che, al contrario, non percepisco, sia forse più vero della realtà?" La strega però interrompe il flusso dei suoi pensieri -Sono domande a cui solo tu puoi rispondere- dice con voce roca, come se le avesse letto nel pensiero, poi sempre porgendole la pietra, aggiunge -La realtà dipende da te: ciò che credi sia reale lo è, sei tu a decidere- la sua voce rimbomba nella stanza e nelle orecchie di Persica.
La ragazza guarda la strega, il pugno ancora teso.
-Qual'è il prezzo?- dice Persica rivolgendosi alla vecchia.
-Il sangue- risponde la strega, la ragazza rimane qualche secondo interdetta, cercando di capire se dietro quelle parole si cela un significato più profondo. -Il sangue?- ripete lei, credendo di aver sentito male, -Si- le risponde la strega e le porge un coltello con la lama scheggiata ed un manico decorato con gli stessi simboli che si ripetono su ognuna delle pareti, poi aggiunge -Il sangue di un Marthil è raro e prezioso, più di ogni moneta che l'uomo può forgiare- Persica non capisce, ma non fa domande, la sua unica preoccupazione è liberarsi del fardello della Macchia Rossa. chiede solo -Cosa devo fare?-, la strega le risponde-Tieni sempre con te la pietra del tramonto, ovunque tu vada, e la Macchia Rossa non si estenderà- le porge poi la pietra, lasciandola scivolare lentamente dalla sua mano in quella della ragazza.
Persica la guarda sospettosamente-Sembra solo una comune pietra rossa- aggiunge poi.
La strega le risponde -Tu sembri solo una comune ragazza ed io un'innocua vecchietta-
Persica prende il coltello e, cercando di ignorare il dolore, taglia il palmo della sua mano.
-Ma non sempre le cose sembrano ciò che in realtà sono davvero- conclude la strega, i suoi occhi sono diventati scuri, come il caramello sul fuoco, e non distoglie lo sguardo dal sangue della ragazza che inizia a scorrerle sulla mano, poi le porge una boccetta dentro la quale Persica lo fa scivolare denso mentre assume sfumature nere scendendo lentamente lungo il vetro.
Senza dire una parola la vecchia si alza e prende il contenitore avidamente, poi rivolgendosi a Persica le dice -Non credevo di vivere tanto per vederti- con queste parole la conduce oltre la soglia e chiude la porta.
Qualche secondo dopo la casa della strega è uguale a tutte le altre, perfettamente mimetizzata, come non fosse mai esistita.
La ragazza dubiterebbe persino dei suoi stessi occhi se non ci fosse la fredda pietra che stringe nel pugno a rassicurarla. Chiedendosi se ciò che le ha detto la strega su quello strano sasso rosso sia vero o meno, se lo mette in tasca e si dirige verso il centro della città cercando un posto dove passare la notte.
STAI LEGGENDO
Persica
Fantasy"I due ragazzi rimasero uno di fronte all'altro mentre i loro sguardi ballavano, intrecciandosi fra loro sul confine tra l'ombra e la luce"