Sono passati un'infinità di minuti e nessuno mi ha ancora trovato. Sto iniziando a spazientirmi. Ad un certo punto sento un urlo, un urlo agghiacciante, provenire dalla foresta alle mie spalle. Mi volto a guardare in quella direzione. Vedo un braccio che pende da un corpo immerso nell'oscurità della foresta. E' un braccio bianco, lungo, la mano sfiora la terra con le dita. Quel braccio sarebbe sproporzionato per qualsiasi corpo. Resto lì, a fissare quel punto della foresta. Poi un rivolo di sangue parte dalla spalla, il rosso scende, attraversa tutto il braccio, come un fiume che scorre fino alle dita: una goccia cade sull'erba con un suono sottile e flebile che mi blocca il cuore e mi congela le vene.
Il braccio sparisce, s'inoltra nella foresta, non lo vedo più. Sento un secondo urlo, grida il mio nome, viene dalla foresta anche quello: la voce di Lisa. D'istinto corro verso gli alberi, nel buio del bosco. Dei raggi di sole penetrano a fasci attraverso le fronde degli alberi: mi illuminano una scia di sangue, enorme, che parte dal punto in cui ho visto il braccio. Sento un altro urlo di Lisa. Corro sul sentiero di sangue, non ho idea di dove io stia andando. So soltanto che quella macabra situazione può solo peggiorare.