Giovanni's P.O.V
Erano le nove passate, ma Martina dormiva ancora. Sapevo che doveva andare a scuola, ma dopo quello che aveva passato ieri non me la sentii di svegliarla. Chiamai suo padre, che mi disse che dopo mangiato sarebbe venuto a prenderla, dato che la moglie non c'era, e che avrebbero fatto due chiacchiere. Era evidente che c'era qualche problema in quella famiglia, ma per ora non volevo farmi i fatti degli altri.
Bussarono alla porta, ma ero sicuro che fosse Paolo. Aprii la porta e lo trovai, come volevasi dimostrare, con un vassoio di cannoli alla ricotta.
《Sbaglio o ti avevo detto che mi sono messo a dieta?》
《Infatti questi non sono ler te, ma per Martina》 ridemmo e lo feci entrare
《Sta ancora dormendo. Non me la sono proprio sentita di svegliarla》
《Comunque, dovevo venire urgentemente, ti devo parlare》
《Sentiamo》 dissi dopo aver bevuto un sorso di caffè
《Credo di sapere perché la madre di Martina si comporti in questo modo》 mi guardó in modo teso mentre diceva queste parole
《È grave?》
《Direi di si. Ho scoperto che il suo vero nome è Enrica Esposito, nata a Napoli, ma legalmente deceduta nel 1970 per via di un'incidente. Ovviamente non è così, è stata tutta una farsa per poter agire indisturbata e crearsi una nuova vita, una vita "da copertura". Suo padre è stato in carcere per omicidio, e ora sta legando con i boss Palermitani, per riscatto verso suo padre e perché stufa di questa misera vita che conduce. Nessuno sa nulla, ho dovuto fare i salti mortali per avere quel fascicolo e sapere la verità sul suo passato. Capisci bene che la giustizia non sia proprio la sua migliore amica》 rimasi allibito, ancora con la tazzina di caffè a mezz'aria
《Ovviamente non devi dire nulla a Martina》
《Ma...ma..non posso lasciarla nelle mani di una mafiosa. Ieri è stato uno schiaffo, e la prossima volta?》 fece segno con la mano di abbassare la voce, ma io non potevo credere a ciò che avevo appena sentito
Martina's P.O.V
Scivolai piano per terra, con l'orecchio appoggiato ancora alla porta. Esatto, avevo sentito tutto e non potevo crederci. Dopo la mia migliore amica, ora anche mia madre aveva un passato misterioso. Piansi, si, ma senza fare rumore, non avevo neanche la forza di piangere come si deve.
Mi ero svegliata poco prima, per via di un raggio di sole che illuminava insistentemente la mia faccia. Mi accorsi dalla sveglia che erano le nove e un quarto. All'inizio imprecai in silenzio, pensando al fatto di essere tremendamente in ritardo per la scuola. Ma poi mi ricordai di tutto quello che era accaduto ieri dal fatto che non mi trovavo in camera mia, e capii che il dottor Falcone mi aveva lasciata dormire.
Mi alzai sentendo il rumore del campanello, pronta a protestare nel caso in cui fose stato mio padre o mia madre, ma poi sentii che si trattava del giudice Borsellino. E poi la notizia. Non riuscivo a far finta di nulla, perciò decisi di affrontare la situazione aprendo la porta
Paolo's P.O.V
Mentre Giovanni mi guardava ancora incredulo, vidi una porta aprirsi per lasciare spazio alla figura di Martina, con due solchi che le attraversavano le guance. Mi maledissi subito, avevo capito che aveva sentito tutto, ma cercai di risolvere la situazione
《M-martina, ciao. Avevo por..》
《Smettetela, ho sentito tutto, mi volete spiegare perché a me, prima la mia migliore amica e ora mia madre, non è giusto!》 urlò prima di farmi finire la frase. Giovanni mi guardó, poi si avvicinò a lei e l'abbracciò. Partirono le lacrime. Questa ragazza aveva pianto fin troppo per lasciare passare tutto. Non potevamo far finta di nulla. Demoralizzato al massimo, mi unii all'abbraccio e la consolai.
Dopo un po che si era calmata, le raccontai tutto nei minimi dettagli, di come avevo scoperto la verità e di come avessi visto sua madre con alcuni boss in rapporti...diciamo....tutt'altro che distaccati.
《Però tu mi devi giurare che non dirai nulla di queste cose, perché non abbiamo neanche iniziato un'indagine. Ci manca solo che scappi di nuovo!》 le dissi
《Va bene. P-posso provare un cannolo?》 la guardai sorridendo invitandola a mangiare.
《Paolo, Martina se ne va dopo mangiato, perché non rimani anche tu con noi?》
《Perché no? I ragazzi non ci sono e Agnese sta da sua sorella》
Mangiammo insieme, parlando del più e del meno, fin quando non venne il padre di Martina.
Martina's P.O.V
Sapevo di non dover dire nulla, ma mi dispiaceva sapere che mio padre era innamorato della donna più falsa che esistesse. Avrei voluto salvarlo, ma decisi di attenermi a ciò che mi era stato detto. Arrivati a casa, mamma e mio fratello non c'erano. Mio padre si mise sulla poltrona e mi prese in braccio, com'era solito fare quando ero piccola.
《Ascoltami, tua madre in questo periodo è stressata, anche se non ne so il motivo》 volevo rispondergli con la verita, ma mi morsi la lingua per non farlo
《Ma sono sicuro che lei ti ami, e che sia dispiaciutissima dello schiaffo di ieri. Comunque, voglio andare a fondo su questa storia, perché ultimamente è cambiata e non ne capisco il perché》 detto questo gli diedi un bacio e corsi in camera mia a chiamare il giudice Falcone, per avvisarlo del fatto che mio padre voleva indagare, ma poco dopo arrivarono mia madre e mio fratello. La ignorai, e lei fece lo stesso. Entrò mio fratello in camera e chiusi la porta a chiave.
《Perché stanotte non c'eri?》 chiese mio fratello con la sua vocina flebile. Lo guardai sorrdendo e andai sul letto ad abbracciarlo
《Scusa, sono andata da un'amica》
《Davvero? Mamma dice che sei andata dal dottor Falcone》
《È vero》 mi dispiaceva dire bugie al mio fratellino, ma ora non mi fidavo di nessuno
《Dice anche che quello è un cornuto》 lo guardai storto
《Non si dice quella parola, Luca!》
《Scusa, lo ha detto mamma! E comunque anche l'uomo di oggi lo diceva》 incuriosita lo incoraggiai a parlare
《Mamma mi ha portato da un uomo grosso e basso, che mi ha detto di non darti corda quando parli del dottor Falcone, che la legge è inutile e che bisogna ascoltare giu uomini d'onore come lui》
O mio dio, mia madre aveva avuto il coraggio di portare un bambino di cinque anni davanti ad un mafioso. Dovevo chiamare il giudice
《Pronto?》
《Pronto dottore, sono Martina, volevo dirle che mio padre si è accorto del cambiamento di mia madre, e che vuole indagare. Inoltre mio fratello è stato portato da un boss, uno grasso e basso, dice lui. Quest'uomo la conosce e dice cose bruttissime su di lei》 non ero presente, ma potei sentire il suo cambio d'umore quando nominai la parola boss.
《Ci sono molti boss così, ma il primo che mi viene in mente e che può odiarmi così tanto è Salvatore Riina, detto Totò u curtu. Una bestia, non dargli mai, MAI confidenza. Dillo anche a tuo fratello. Ora devo andare, devo avvertire Paolo》 e riattaccò.
Rimasi un secondo con la cornetta in aria, guardai mio frarello immaginandolo alla corte di questa "bestia". Pensai che anche lui era una povera vittima delle bugie di mia madre, e che era troppo piccolo per capire. Lo abbracciai forte, pensando al nostro destino.
SPAZIO AUTRICE
Ciao, bella gente. Scusate se non mi sono fatta sentre, ma stamattina ho avuto la prima prova d'esame (italiano) non credo che questa settimana avrò tempo di pubblicare, e mercoledì prossimo ho l'orale, quindi vedete un po voi!! Mi sto facendo addosso dalla paura! Comunque, fatemi sapere cosa ne pensate con un like e commento.
P.S GRAZIEEEE per le 200 visualizzazioni!!!
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La Mafia Uccide Solo D'Estate
General Fiction(Non c'entra nulla con il film, è solo che non trovavo un titolo migliore!) Siamo nel 1983, Martina è una ragazza di 11 anni, figlia di un poliziotto a Palermo. Lei non ha mai prestato particolare attenzione al lavoro di suo padre contro la Mafia...