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Sono passati dei giorni.
Mio fratello continua a lavorare a quel virus. A breve troverà ciò che cerca.
Ed è impazzito, non mi fa fare nulla.
Non posso nemmeno uscire da questa maledetta stanza.
L'altro giorno ci ho provato. Ed è stato terribile.

La porta. Vincent aveva dimenticato la porta aperta. Ma uscendo mi sono imbattuta negli animatronics e, dopo una lunga fuga mi hanno preso.
Mio fratello mi ha picchiato e mi ha portato da Gareth, che era in una stanza, legato al muro da alcuni fili di metallo.
Sono stata obbligata a ferirlo.
È ancora vivo. Ma per poco.

Vengo svegliata da uno strano ronzio.
Mi metto a sedere sul letto.
Vincent sta armeggiando con la testa di un animatronics.
Il ronzio aumenta sempre di più. Lui strappa un filo e cala il silenzio.
- Ehi Rach! Scusa, ti ho svegliato? -.
- Mmh... No, tranquillo-.
- Va bene. Ti preparo la colazione-.
- Ehm... Vincent? -.
- Dimmi -.
- Perché non posso tornare a casa? -.
Si gira verso di me, perdendo il suo sorriso.
- Perché, non sei felice qui? -.
- Ehm... Ecco... È che... Mi manca lo zio e... -.
- E poi cos'altro? La scuola? Ma fammi il piacere! Prendevi dei voti schifosi, la odiavi! Ti lamentavi sempre con Zoe, di tutto! Dimmi, perché vorresti tornare ad una tale vita orrenda? - Urla.
Mi appiattisco contro il muro.
Le lacrime iniziano a scendermi lungo le guance.
Vincent si avvicina e me le asciuga, poi mi abbraccia.
Odora di olio e fumo.
- Tranquilla, Rachel. Va tutto bene. Te l'ho detto che non devi farmi arrabbiare-.
- Scu... Scusami -.
Mi accarezza la testa.
- Brava ragazza-.
Dopo colazione lui esce, come tutte le mattine.
Non so dove vada, ma di sicuro ad armeggiare col computer interno degli animatronics.
Mi guardo intorno e lo vedo.
Il condotto dell'aria.
Una via di fuga.

Anche i mostri hanno paura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora