Fiocco di Neve

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Jack sospirò facendo condensare un po' del proprio fiato nell'aria circostante, gli bastano pochi secondi, il tempo necessario per concentrarsi e così riuscì a prendere il controllo del soffio gelido che prima gli albergava nei polmoni cominciando a dargli diverse forme, sempre più complesse. Usare i propri poteri era una delle poche cose che lo divertiva davvero, gli permetteva di distrarsi e non pensare all'eternità che gli restava davanti, un periodo pressoché infinito al quale dover dare per forza un senso, ma sembrava un'impresa troppo grande perfino per una leggenda come lui. Non poteva fare a meno di pensarci mentre i suoi piedi dondolavano lentamente verso terra, dalla cima di quel campanile aveva una vista magnifica della città illuminata a festa, presto sarebbe arrivato il Natale, la fabbrichetta del vecchio Nord doveva essere in fermento in quei giorni, gli era così piaciuto quel posto, peccato che, dopo la loro breve collaborazione, fosse tornato off limits per lui. Era così geloso di quel vecchio panzone, ma pure il resto della combriccola non sfuggiva da quel sentimento così crudele che lo stava corrodendo dall'interno, se già l'idea di tutti i bambini che il grande uomo in rosso rendeva felici ogni anno lo faceva soffrire, il pensiero di quei visini illuminarsi per il ritrovamento di una monetina sotto il cuscino, o sentirsi al settimo cielo per un bell'ovetto colorato trovato in un cespuglio, gli faceva venire l'ulcera ! A quanti sogni Sandy avrebbe dato vita quella notte ? Quante persone avrebbero osannato quei falsi idoli senza nemmeno averli mai nemmeno visti mentre lui, invece di essere amato ed apprezzato per ciò che dava al prossimo, era costretto a restare nel buio, in una nebbia ghiacciata e priva di calore, a proteggere le vite di bambini a cui non interessava nulla della sua esistenza. Sembrava fosse inciso nel suo destino vivere un'eternità con il solo scopo di donare la felicità, senza nulla in cambio, nemmeno uno che si prendesse la briga di lasciargli un paio di biscotti o qualche regalo davanti alla porta di casa per ringraziarlo delle sue nevicate. Per queste, e molte altre motivazioni, Jack Frost ancora non si considerava una leggenda ed anzi, forse non aveva nemmeno l'intenzione di impegnarsi per diventarlo completamente, a lui piaceva essere libero di andare ovunque volesse per portare il freddo che aveva dentro, anche nell'animo degli altri. " Basta perdere tempo, anche se ne ho più che a sufficienza da sprecare, questo non mi da il diritto di poltrire dalla mattina alla sera " E così, dopo ben due giorni passati lì seduto a far congelare tubature e gocciolare i nasi dei bambini di quel piccolo paesino, il Figlio della Neve si rimise in piedi e scivolò silenzioso sulle tegole rosse di quel bel tetto coprendole di un sottile e delicato strato di brina pungente, ormai non aveva nemmeno bisogno di usare il bastone, era più che sufficiente sfiorarne i bordi lisci con la punta dei piedi nudi per attivare il suo potere, ma teneva comunque con sé quell'arcano ricordo della sua vita precedente, non avrebbe mai avuto la forza di gettarlo. Per quanto apparentemente semplice fosse quel piccolo gesto, in sé nascondeva molto di più, come per gli umani ogni emozione è completamente diversa dall'altra, non importa se si tratta dell'affetto per una persona, o un animale, oppure la paura del buio e quella che si ha di qualcuno, così era per Jack, anche per lui esistevano quelle sensazioni ed amava esprimerle in un modo tutto suo. E per ogni sentimento che provava, sotto le piante dei suoi piedi, si formava un tipo diverso di congelamento o di fiocco di neve, era un'artista, tutto particolare, che usava le sue opere per far capire agli altri ciò che lo turbava, ma non restava che un richiamo silenzioso per chiunque, tranne che per lui. Se quel giorno qualcuno fosse stato in grado di capirlo non avrebbe letto che tristezza ed una profonda solitudine, ma nessuno lo sentiva, nessuno lo vedeva, e quelli che sapevano della sua esistenza erano troppo impegnati per domandarsi come stesse, e questo lo stava uccidendo. L'aria fredda gli scompigliava i pochi capelli scoperti dalla felpa mentre volava nel buio della notte, il giovane guardiano respirava a pieni polmoni e teneva lo sguardo fisso sulla Luna piena che brillava nel cielo, anche lui, l'Uomo della Luna, non riusciva a fare altro che starsene zitto e disinteressato davanti ai suoi problemi, era stato davvero un folle a renderlo un guardiano esclusivamente per battere il Signore delle Ombre, per una sciocca battaglia durata non più di qualche giorno e conclusasi nel migliore dei modi, come ogni favola con un bel lieto fine deve essere. Jack era stanco, ne aveva abbastanza di vivere la sua vita in quel modo, doveva trovare una ragione, un motivo per il quale continuare a restare in quel mondo ingrato, un significato al suo vagare per quei paesi, città, mari e montagne, un motivo più alto del semplice congelare i fili d'erba nei prati o far venire il moccolo a chi si dimenticava la sciarpa a casa, lui era vivo e, come qualunque ragazzo, meritava di essere felice, giusto ? Il giovane abbassò il cappuccio dalla testa rivelando la sua chioma albina frastagliata, lo sguardo celeste che vagava per la piana illuminata, il bastone che gli ciondolava a lato in movimenti concentrici privi di significato, come la sua vita, come il suo spirito annoiato. Era così triste che perfino la Luna gli sembrava cupa, per quanto fosse grande e piena nella notte, avrebbe potuto giurare che non brillasse per lui come al solito, ma forse era solo a causa di quei grandi nuvoloni neri che stavano andando coprendola sempre di più, portando un'oscurità pressoché totale sulla piana gelata in cui il giovane se ne stava a guardare le stelle. Jack non attese oltre, se l'Uomo della Luna aveva il permesso di riposarsi, allora lui non sarebbe stato da meno, e così decise di stendersi sull'erba e lasciare che i suoi pensieri scivolassero via mentre sotto di lui, praticamente subito, l'erba si congelò, rendendo il suo giaciglio molto meno piacevole e particolarmente doloroso ed aguzzo per la sua schiena. " Perché mi hai creato se poi mi getti via in questo modo ? Hai fatto lo stesso in passato con Pitch, per caso vuoi che anch'io impazzisca e cerchi di distruggere ogni cosa ? Così poi potrai uccidere un nuovo malcapitato per fermarmi ? Beh, te lo scordi, io non cederò mai " Involontariamente Jack aveva dato voce a quei pensieri e si era messo ad urlare, le corde vocali che vibravano contro quell'enorme nuvolone che celava l'Uomo della Luna mentre il bastone del ragazzo lo indicava con rabbia, tremando tra le mani del suo proprietario. " Lo so che mi hai sentito, parlami ! Non ignorarmi ! " Il giovane abbassò il braccio sull'erba ghiacciata e cominciò a piangere, era nei peggiori momenti di sconforto come quello che gli tornavano in mente la sua sorellina e sua madre, chissà come sarebbe stata la sua vita se solo quel giorno non fosse andato a pattinare sul ghiaccio pericolosamente sottile di quel laghetto, niente poteri, niente eternità, niente Jack Frost, solo il normale Jack Overland. L'idea di vivere la sua vita come un ragazzo qualunque lo fece sorridere, prima la scuola, gli amici che avrebbe avuto e con i quali vivere e condividere gioie e dolori nelle loro giovani esistenze, poi il lavoro che gli avrebbe permesso di guadagnare i soldi per sopravvivere tranquillamente il resto dei suoi giorni coltivando hobby umani e sorridendo dei ricordi passati, ed infine ... l'amore, il vero amore, quello sincero ed incondizionato che la persona amata gli avrebbe donato per sempre e, chi lo sa, forse un giorno avrebbe anche avuto dei figli per portare avanti il suo ricordo nei loro cuori. Jack sentì le proprie lacrime scorrere sulle guance, se possibile le rendevano ancora più fredde, si sentiva così stanco mentre il cielo gremito di stelle andava via via scomparendo sotto quei nuvoloni scuri dai quali, dolce e lenta, cominciò a scendere la neve, coprendo, con il suo freddo velo, l'intera vallata, minuto dopo minuto, goccia dopo goccia. Sapeva che era sua la colpa, ma non riusciva a farla cessare e più pensava, e le sue paure gli facevano eco nella mente, più i suoi occhi si facevano grandi ed il vento aumentava senza che l'albino se ne curasse o facesse tornare il sereno dietro quella che ormai era diventata una tormenta in piena regola. " Che senso ha tutto questo ? " Il giovane chiuse gli occhi dolcemente lasciandosi trascinare da quello strano ed intenso bisogno di pace che mai aveva provato prima, le leggende non dormono, non possono riposare mentre il mondo ha bisogno di loro, ma fortunatamente nessuno aveva mai avuto bisogno di Jack da almeno dieci anni a quella parte e quindi perché dover rinunciare ad un po' di riposo ? " Chiamatemi se avete bisogno di me, anzi, dimenticavo ... Nessuno ha ed avrà mai bisogno di me, io sono solo quindi, se potete, non svegliatemi più, mai più " E così le palpebre, oramai simili a due macigni insostenibili, gli si chiusero definitivamente mentre la mente del guardiano si faceva più leggera ed i suoi muscoli si distendevano, lasciando che lo spirito triste di quel povero, candido e turbato ragazzo, si acquietasse facendolo volare lontano nel mondo dei propri sogni che mai lo aveva accolto prima di allora.

SCHIAVO DELL'OMBRA || JACK FROST X PITCH BLACK ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora