Paragrafo 7

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"Quanto tempo sarà passato da quando ho messo piede in questo luogo?
Come sarà ora la vita nel mio paese?"
Quante domande pervadevano la mia mente, ma non avevo risposte, per nessuna.
"Come finirà questa storia?
Dannato il giorno in cui il mio sguardo venne rapito da lei!
Se mai potessi tornare indietro..."
"Ma non puoi" disse una voce alle mie spalle "Ormai sei qui, non puoi cancellare ciò che è stato scritto, tu sei l'eletto, il mio corpo scelse te quella notte per un motivo, non puoi scappare dal tuo destino, la tua idondole è assassina, non celarla nella tua mente, lascia che ti pervada, che si prenda il meglio di te..." quella voce, era nella mia testa, la sentivo nel mio corpo, nelle mani, nelle vene, la sentivo scorrere nel mio sangue, e poi ebbi una stretta al cuore, caddi sulle ginocchia dal dolore e piangendo la implorai " Cosa devo fare?! Cosa?! Dimmelo! Come posso liberarmi di te?!", lo spirito si tramutò in donna, nuda, sensuale, quell'arteficio che tempo prima mi aveva tratto in peccato, " Se vuoi liberarti di me deve finire com'è cominciata."
Iniziai a sentire il mio corpo muoversi ad ogni suo cenno, niente era in mio potere, i miei stimoli d'uomo si facevano sempre più forti, e lei era così dannatamente bella.
Ma la bellezza la maggior parte delle volte è veleno.
Mi accatastai sfinito al fianco di quella creatura che ancora una volta m'aveva soggiogato, lei, si alzò in piedi, iniziò a volteggiare intorno a se stessa, celata da una turbine di fuoco rivelò la sua vera natura "Tu, sciocco essere umano, reale esemplare della stoltaggine umana, finito ancora tra le miei grinfie, voi uomini sempre al comando del peccato, e tu che ancora una volta trasportato dai tuoi stessi sensi ti sei gettato in un baratro da cui non avrai uscita. Tu stesso, com'era scritto hai confermato nuovamente il tuo patto con me, l'hai sigillato in quei baci di cui ancora tanto ti vanti, ed ora tu sarai mio, il mio schiavo, per l'eternità!" così dicendo vennu circondato da una profonda e cupa risata, ma io, beffandomi di lei, raccolsi da terra un frammento appuntito di pietra e con esso la pugnalai al cuore.
La donna, ormai non più così gagliarda, cadde a terra come un fiore al vento " Non riderai ancora per molto" le urlai ma lei vestitasi di uno sguardo di pietra mi rispose " Nemmeno tu, uccidendomi hai scritto un nuovo finale al tuo destino, più terribile di quello che ti era stato assegnato" con quelle parole esalò il suo ultimo respiro.
Cosa stava a significare, vidi uscire dalla sua bocca del fumo rosso, volteggiò fino alla fine dell' inferno e li svanì.
Dal dolce corpo di donna uscì un rumore, come di tosse, una dolce fanciulla si svegliò da quell' interminabile sogno, era dolce di lei solo il colore dei capelli era cambiato, non erano più dorati ora erano rosso fuoco, era la Dea della passione per me.
" Dove mi trovo? Cos'è successo?" la dolce giovane mi guardò con grandi occhioni impauriti ed io con calma le risposi "Sei stata impossessata dal demonio, ma l'ho uccisa, sei salva, ti porto io fuori da qui"
"Ora ricordo! No no! Dimmi che non l'hai uccisa veramente! Ora tu..." non fece in tempo a finire di parlare che un lampo squarciò l'inferno, il fumo rosso che era sparito ora si stava dirigendo verso di me, era la mia fine o almeno della mia parte umana.
Il fumo entrò nel mio corpo, attaccò tutte le cellule ancora vive in me, le fece diventare scure, bluastre, mi accatastai ed urlai così forte da scatenare un gran terremoto.
La terra si scosse, i continenti si frammentarono ulteriormente, le acque impazzirono, gli uomini, la maggior parte di loro morì, era giunta l'Apocalisse.
Io, ormai re del mondo, ormai creatura viva per egoismo, sadica immagine del ragazzo che ero prima presi la fanciulla e promettendole l'immortalità la feci mia.
Scatenammo urla, dolore, la fine dell' umanità dipendeva da un nostro bacio, e così fu, i nostro corpi si strinsero così forte da scatenare epidemie, i baci portarono le carestie e la nascita del nostro primo genito, fu la vera fine di tutto quello che voi mortali chiamate universo.
L' unico nemico dell' uomo è l'uomo stesso, creatura troppo fragile, essere egoista, incline al male. Ricordate ora, che la fine dell' uomo sarà dettata da lui stesso.

Fine

Racconti di una farfalla senza ali, di Chiara FerrettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora