Paragrafo 1

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Il vento caldo colorava i tetti, le nuvole volteggiando, schiarivano i cieli. Un fievole canto d'uccellin risuonava nella mia mente, cullandomi nel ventre d'una dolce madre la natura mi svegliò.
Piccole promesse volate al vento, ogni notte era così, stesso sogno, solita fine, uguali parole " Ci sarà un altro tempo per noi" le sussurrò il ragazzo all'orecchio, "Chi sei? Chi sei?" fatti vedere.
Niente di più, egli svanì come ogni mattina. Diventò fumo ed esso nel vento vidi sparire.
Senza voglia, mi alzai, i miei piedi toccarono il pavimento gelido, rabbrividii.
Aprii la finestra, mai potrò stancarmi di questa vista, Firenze dall'alto, io come governatrice del mondo "Ah, quanta bellezza!" sospirai.
Presi i miei vestiti e dopo una doccia veloce mi diressi come ogni giorno all'università.
Quella mattina era insolitamente presto, corsi verso piazzale Michelangelo, un caffè e via sarei tornata ai miei studi.
Il sole risplendeva dolce sulla cattedrale e da lontano potevo sentire il suono delle sue campane, qualche bambino correva intorno a me, e ovviamente non mancavano i turisti con quelle loro macchine fotografiche. Io tranquilla potevo godere di ogni sfumatura.
Bevuto il caffè uscì di corsa, ero in ritardo.
-Scusami non volevo!- urlai, -Mi dispiace tanto, sono così sbadata a volte- alzai lo sguardo e venni sommersa da due incredibili occhi marroni -Scusami tu mi ero perso guardandoti, cioè il panorama intendevo , si...- un po' perplesso guardò dietro di me, -No, è stata colpa mia, aspetta ti aiuto- allugai la mano, si incrociò alla sua, che attimo catastrofico, tutta la gioia che avevo si trasformò in malinconia, caddi a terra " Ci sarà un altro tempo per noi"- lo vidi, era lui.
Poco dopo ripresi conoscenza, -Ei, come ti senti hai sbattuto forte la testa- era ancora li, ero tra le sue braccia, come poteva essere così premuroso, al primo incontro, casuale, - Bene grazie, scusami ancora, sono stata scaraventata da un'ondata di malinconia grezza, non so da dove venisse...-
- Anche io..- ribattè il ragazzo - Appena ti ho vista però da lontano, non era il nostro primo incontro, dalla mia nascita una bambina vive e si muove nei miei sogni, è cresciuta con me, sei tu.-
Sbalordita spalancai gli occhi, era lui, doveva essere lui!
Un dolore iniziò a propagarsi sulla mia nuca - Ah!-
-Sei sporca di sangue-
- Scusa Daniele io, non avevo visto..-
- Come sai il mio nome?-
- Io..io, non lo sapevo..-
- Dato che mi hai preceduto sta a me ora, come si chiama signorina?-
-Iris- risposi un po' confusa, - Ti è caduto questo continuai-
- Grazie, Iris.- disse Daniele, qualcosa di strano si agitava nei suoi occhi, lo vidi scrutare il libro con parsimonia - Questa non è mia.- esclamò - E' tua?- feci cenno di no.
-Sediamoci allora e scopriamo di cosa si tratta.-
Non esitai un istante, era così bello e gentile, al diavolo l'università!
"Dolce Iris,
è passato un mese dal nostro primo incontro eppure ricordo ancora il vostro viso, così giovane e candido..."
-Parla di me!-
- Non penso, leggi la data- rispose Daniele, - 17 Maggio 1786, che cosa curiosa, ha il mio stesso nome!- il mio viso si ricoprì di uno splendido sorriso, - Come sei bella...- colti dall'imbarazzo riprendemmo a leggere.
"Voi creatura così leggiadra diversa dalle altre anche solo nel sorseggiare una tazzina di tè, voi, dal dolce manto verde, che risalta la vostra smisurata bellezza, dal primo istante mi avete rapito..."
lo guardai, la sua voce, così calda e sensuale, mi trasportava in mondi a me sconosciuti - Tutto bene? Perchè mi guardi così?- sul suo volto un'espressione interrogativa, era adorabile, - Niente, solo, mi piace la tua voce- dissi arrossendo.
- Continua pure, non ti interromperò più- lo guardai sorridendo, egli ricambiò, per un attimo il mondo si era fermato, tutte le guerre e le ferite sembravano risanate da quell'atto innocente di pura gentilezza.
"Vostra madre, mirabil donna ma dal cuore di pietra, prova per me solo astio, riluttanza ed odio, pensa che io sia la disgrazia del mondo umano, come mia cara? Come può essere possibile? E se anche lo fossi, voi sareste la mia salvezza, anzi l'intera beatitudine del mondo, voi dalle dolci e carnose labbra, dai perfetti lineamenti, non condannatemi, sappiate amarmi come io voi, scappate dai pregiudizi di vostra madre, lontano dal vostro spirito e Riccardo, crudele il suo animo, non lasciatelo entrare nel vostro cuore. Preservatevi a me, io sarò colui che il vostro fiore farà sbocciare.
Lunghe camminate e piacevoli labbra in cui riposare vi potrò offrire, un letto caldo e un uomo forte, un cuore gentile e geloso, una foresta forte e robusta nella quale potrete nascordervi.
Aspetto con fervore la vostra risposta, buona giornata mia amata, vi aspetto al calar del sole il terzo giorno dalla luna piena, nel luogo per voi dove meglio si ristora,
un bacio,
per sempre vostro
Daniele." così facendo egli ripiegò la lettera.
- Daniele, è il tuo nome! Non può essere una coicidenza, devi averla scritta tu! Tu, cosa vuoi da me?! Perchè mi vuoi con te!-
-Te lo giuro, io non ho scritto niente, credevo fosse tua!-
- No! Non lo è! Se è uno scherzo ti prometto che me ne vado!-
-Non lo è credemi, sono sconcertato quanto te!-
- Era già con te quando sei arrivato, dove hai preso questo libro?-
- Nella soffitta di casa mia-
- Portami la, voglio saperne di più.-
Senza indugiare ci incamminammo in quella che sembrava essere la nostra vita, duecentotrent'anni prima, Iris è un sogno svegliati; niente da fare, tutto questo era reale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2016 ⏰

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Racconti di una farfalla senza ali, di Chiara FerrettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora