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Erano ormai due mesi che Rosalie non vedeva Calum. Cercava di evitarlo in tutti i modi, come la peste. A scuola non usciva quasi mai dalla sua aula, se non per andare in bagno o a casa e ci andava sempre accompagnata. Tutti i pomeriggi Michael andava a casa sua a tenerle compagnia e a studiare insieme e nonostante lui le avesse confessato più volte i suoi sentimenti in passato, non lo aveva più fatto da quella mattina in cui l'aveva salvata. Non erano fidanzati: semplicemente stavano bene l'uno con l'altra.
Persino sua madre si era abituata a vedere quel ragazzo dai capelli ora grigi, ora rossi, ora viola, entrare e uscire tranquillamente da casa loro.

Quel giorno, però, Michael non si era presentato né a scuola né a casa sua il pomeriggio e Rosalie era veramente preoccupata: aveva paura che Calum gli avesse fatto del male e forse non aveva tutti i torti. Anche se la ragazza era piuttosto estremista, qualcosa a Michael era successo, ma per fortuna il ragazzo era furbo ed era riuscito a non farsi troppo male.

Si fecero le undici e l'ansia si faceva sempre più presente nel cuore della ragazza, tanto che non riusciva a dormire, così, come suo solito, scese in cucina a prendere una tisana e se la portò in camera sua. Si sedette sul letto e attese che il ragazzo si facesse vivo, anche solo con un sms o con una chiamata.

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Michael era seduto sotto casa di Calum e stava aspettando che lui rientrasse dai suoi allenamenti di calcio. Erano le 15.47 del pomeriggio, e sarebbe tornato verso le 16.00. Anche il ragazzo dai capelli rossi aveva evitato accuratamente il moro negli ultimi mesi, poiché quest'ultimo aveva scoperto che lui era innamorato di Rosalie. 

Ora però stava cercando di risolvere la cosa una volta per tutte. Sapeva benissimo che se Calum l'avesse incontrato l'avrebbe fatto fuori, ma di certo non era lì per lasciarci le penne, non era mica stupido: aveva un piano.
Aveva chiamato suo fratello Ashton, grande e grosso, che faceva il poliziotto, e l'aveva fatto "appostare" un po' più lontano, pronto ad intervenire. Però, siccome temevano che un testimone oculare non fosse abbastanza per incastrare Calum, Ashton si era portato dietro il suo collega Luke, una stanga di uomo che avrebbe sicuramente incusso timore, se solo non avesse avuto i capelli dorati, gli occhi azzurri e una faccia d'angelo. Ma poco importava, tanto lui era l'addetto alla telecamera e l'unica cosa che doveva fare era stare fermo e riprendere la scena.

Quando Calum imboccò a piedi il vialetto di casa sua e si accorse che seduto sulla sua veranda c'era il suo amico 'traditore', la rabbia prese il sopravvento: i suoi pugni si serrarono e la mascella anche. Non capiva cosa ci facesse lì e non voleva nemmeno saperlo. Qualunque cosa fosse venuto a fare lui non gli avrebbe permesso di spiccicare parola: l'avrebbe steso prima che potesse anche solo dire "bhe". Di certo questo ragazzo aveva evidenti disturbi della personalità.

Si avvicinò a grandi passi a Michael e cominciò ad urlargli addosso. «TU! Cosa diamine stai facendo qui? Sei venuto a farti ammazzare forse? EH? Vuoi forse farmi credere di non aver più paura di me, sfigato?» sbraitò e sferrò un pugno in faccia a Michael, tanto forte da fargli voltare la testa. Quest'ultimo non reagì, semplicemente lo guardò e sorrise: lo stava facendo per Rosalie. 

Questo fece infuriare ancora di più Calum che, dopo aver posato (poco delicatamente) la sua borsa per terra, comiciò ad arrabbiarsi sul serio. «Che cazzo ti ridi? Vuoi morire per caso, pulcino spennato?» lo insultò, lo prese per i capelli e gli sferrò un calcio proprio lì dove non batte il sole.
Michael si piegò in due dal dolore e nonostante stesse soffrendo, non gliene importava: continuava a pensare a Rosalie.

Ashton e Luke, che avevano ovviamente assistito alla scena e l'avevano ripresa, decisero che era sufficiente. Spensero la telecamera e chiamarono i rinforzi, dopodiché corsero in aiuto di Michael e bloccarono Calum per le braccia, mettendogli un paio di manette.

I rinforzi arrivarono dopo pochi minuti e portarono il moro in prigione, mentre Ash e Luke soccorsero il ragazzo ferito e lo portarono a casa, trovando che non fosse così grave da dover chiamare un'ambulanza.

Michael era al settimo cielo. Certo, aveva ferite sparse un po' ovunque e la sua carnagione pallida era macchiata di lividi, ma era riuscito a salvare la sua piccola e niente per lui era mai stato più importante.

Midnight // Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora