-Mi volete dire che sono stato un pomeriggio ad aspettarvi mentre voi flirtavate con un tizio che avete incontrato sull'autobus?!
-Non è andata proprio così.- si giustificó Jo - Stavamo chiacchierando con questo ragazzo, quando abbiamo perso la fermata. Quindi siamo scese tre fermate dopo davanti a casa e ti abbiamo chiamato. Ma era occupato, quindi ti abbiamo aspettato in salotto.
-Si dà il caso che io stavo chiamando voi e il telefono dava non raggiungibile.
-Sei veramente un rompiscatole Noah!
-D'accordo. Vi lascerò in pace, contente?
Salì in camera sua e sbatté la porta. Erano insopportabili quando facevano così. Si buttò sul letto, senza nemmeno togliersi le scarpe
-Noah...dai...non fare così.
-Vattene Clarinda. Ora.
-Non riuscirai a farmi andare via chiamandomi con il mio orrendo nome completo, Noah. D' accordo? Non ha senso. Sembri un bambino che fa i capricci.
Noah aprì la porta e Clary e Jo entrarono.
-Senti-iniziò Jo- non volevamo mica farti arrabbiare. È stato un susseguirsi di coincidenze,ok? Basta così.
Il ragazzo sbuffò.
-D' accordo.
- Possiamo uscire domani, no?
-No.
-Noah, non fare il permaloso ora!
-Non era mica per quello! Ho un appuntamento quindi domani no.
-UN APPUNTAMENTO?!?
~
Dawn aspettava Noah appoggiata contro il muro del bar dove si erano incontrati. Aveva indosso un abito corto sopra il ginocchio sui toni tenui del lilla e del rosa pallido. Ai piedi portava i sandali tipici del posto da cui veniva. E di certo quel posto non era la Pennsylvania. Chissà se Noah le avrebbe creduto o meno. Tentar non nuoce e lei doveva almeno provarci. Ne andava della sua gente. L' arrivo di Noah la scosse dai suoi pensieri. Era un bel ragazzo dai capelli castani, dai lineamenti eleganti e il sorriso contagioso. Era alto e ben piazzato, somigliante ad una pantera nei movimenti. Ma gli occhi erano la parte migliore. Erano simili ad un mandala, sui toni caldi del cioccolato e dell' ambra. Lo salutò con la mano e si avvicinò a lui.
-Hey! Come va?
-Stai parlando con uno che è stato appena aggredito dalla sorella e dalla migliore amica.
Dawn spalancò gli occhi:
-Come aggredito?
-Assalito è una definizione migliore. Appena ho detto a Clary e Jo che uscivo con te hanno frainteso e hanno iniziato a strillare come due tredicenni davanti agli One Direction. Come hai potuto non dircelo, Noah?- disse lui con voce stridula, imitandole e ottenendo un effetto piuttosto comico - Hai una ragazza e non ce lo hai detto?!? Ci ho messo ore a spiegar loro che siamo amici.
Dawn rideva come una matta e tra una risata e l'altra gli propose di andare in un posto che le piaceva.
-Non prendiamo qualcosa qui?
-No...mangeremo là. Bisogna prendere l'autobus.Scesi dall'autobus dovettero solo svoltare l'angolo per trovarsi davanti ad un locale che Noah non aveva mai visto prima. I due ragazzi entrarono e, salite le scale che portavano alla sala, Dawn chiese a Noah se il posto gli piaceva. Eccome se gli piaceva! Dal soffitto pendevano dei lampadari dai bracci in ottone, decorati con cristalli pendenti; i tavoli erano disposti sul lato sinistro della stanza con dei divanetti addossati alla parete e delle sedie in legno dal lato opposto del tavolo. A destra invece c'era il bancone con i dolci esposti e davanti qualche sgabello. Le pareti erano dipinte d'avorio e il pavimento in parquet di legno chiaro, ma il meglio di quel posto erano gli specchi. Erano appesi al muro o poggiati contro di esso ed erano di tutte le dimensioni. Grandi, piccoli, ovali, rettangolari, con la cornice antica o in legno o in ferro battuto, macchiati perché antichi o lucidi e brillanti, riflettevano tutta la stanza. Di fianco al banco del barista c'era una tenda di pesante velluto rosso acceso, ma lì per lì Noah non ci fece troppo caso. La rossa si sedette al bancone e salutò il ragazzo dalla parte opposta alla sua:
-Dawn! Cosa ti porto? Il solito?
-Oggi no, Dorian. Ho ospiti.- rispose, indicando Noah. -Dorian, lui è Noah, Noah, lui è Dorian, il mio migliore amico.
Dorian sembrò stupito:
- Dawn, è quel Noah?
Lei gli lanciò un' occhiata assassina: -Sì, Dorian. E' lui.- poi si rivolse all' argomento della conversazione- Diciamo che gli ho parlato di te.
-Mi ricorda qualcuno... vagamente...- rise lui- due certe ragazze...
Anche Dawn si unì alla risata, mentre Dorian rimase confuso, almeno finchè non gli spiegarono chi erano Jo e Clary.Tra cappuccino e brioche al cioccolato le chiacchiere di Dawn e Noah tornarono sul libro che l' ultimo stava scrivendo.
-In un regno magico, molto lontano da qui abitavano creature fatate molto simili agli uomini. Loro però, al nostro contrario, avevano la capacità di mutare forma. Il loro spirito corrispondeva ad una specie animale. Il regno era governato da due fratelli : Bianca e Orion . La prima era una donna saggia e giusta, coraggiosa e leale, oltre che amorevole e generosa. Il secondo era il fratello minore. era un ragazzo allegro ed impulsivo, quasi eccessivamente espansivo, tanto che si affezionava a chiunque in pochissimo tempo. Orion era il ragazzo che tutti amavano alla reggia, ma il Fato volle che si innamorò. La ragazza in questione era una giovane fata del Sole, Athenaïs, dai lineamenti delicati come l' aria e dalla lunga chioma del colore del tramonto. Anche la fata si era innamorata del giovane principe e per questo, pochi mesi dopo, i due si sposarono. La Regina delle Fate, ambasciatrice di quel popolo sul quale i due fratelli non avevano potere, era una creatura malvagia e crudele. Era una fata dell' Ombra, figlia primogenita della Signora della Notte, immortale e antica tanto quanto sembrava giovane. Il suo aspetto era quello di una semplice bambina, di non più di quattordici anni, ma sulle su spalle gravava il peso di vincite e sconfitte, morti e nascite, guerre orribili delle quali era spesso la causa, saggezza e voglia di vendetta accumulate. Così una notte di luna rossa, due anni dopo il matrimonio,Regina delle Fate scese sulla spiaggia del Lago di Mezzanotte. Camminò sulla sabbia fredda e ghiaiosa a piedi nudi. Lasciò che l'acqua tiepida della mezzanotte le lambisse le caviglie ed avanzò finché non le si bagnarono anche le ginocchia e poi le cosce. L'abito leggero galleggiava sull'acqua. Iniziò a cantilenare qualcosa all'acqua che si increspò al suo canto. Dall'acqua uscì un essere dalle sembianze femminili, con lunghi capelli bianchi incrostati di alghe e perle, la pelle color sabbia e denti piccoli e affilati. Ai lati del viso vibravano delle branchie. Sulla schiena spuntavano ali simili a quelle di un pipistrello, ma ricoperte di squame di un grigio scintillante. Le mani ossute terminavano con lunghi artigli perlacei. Era Iten, il demone della Luna, che aveva risposto alla chiamata della Regina delle Fate.Quella stessa notte Iten fu mandata al Castello del Sole, dove vivevano in due sposi e la loro bambina. Infatti due giorni prima Athenaïs aveva messo alla luce la loro primogenita. Era una bambina bellissima, con grandi occhi del colore dell'Oceano e qualche ciuffo di capelli rossi come l'alba. Iten rapì la bambina e creò un castello sul lago di Mezzanotte, dove la nascose. Re Orion cercò di salvare la figlioletta più e più volte, ma senza successo. Un brutto giorno, pur di salvare la figlia il Re si consegnò a Iten e alla Regina delle Fate.
All'alba del nuovo giorno la piccola tornò tra le braccia della madre, ma Re Orion fu trasformato dalla Regina delle Fate in un essere sanguinario, un assassino d'ombra. Il Cavaliere Nero. Egli governò al fianco della Regina delle Fate per anni. Poi dichiarò guerra alla sorella e alla moglie, delle quali non ricordava più nulla. La figlia di Orion fu chiamata Dawn in ricordo del padre.Finito il racconto Noah aggrottò le sopracciglia, confuso. Osservò la sua nuova amica con la testa piegata: si chiamava Dawn, aveva lunghi capelli rossi e occhi color del mare.
-Ma...
-Zitto.- lei si alzò e gli tese la mano- Seguimi.
-Ma...
-Niente ma. Vuoi venire o no?
-Arrivo, arrivo.Lei lo condusse verso la tenda rossa e la scostò, rivelando un enorme specchio. Era ovale e incorniciato in argento arabescato, con una scritta in latino: Entrata.
-Direi - disse Dawn con voce cupa- che è il momento della verità.
Tese una mano verso lo specchio, la cui superficie di increspò. Dawn aveva un intero braccio dentro lo specchio. Afferrò un Noah pietrificato per il polso e lo trascinò con sé attraverso lo specchio.
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The Writer: Lo Scrittore. [Momentaneamente Sospesa]
FantasyNoah credeva di essere un normale ragazzo di 22 anni. Una sorella, una migliora amica ed una sconsiderata passione per i libri. Quello che non sa è che c'è un mondo per ogni libro che è stato scritto. E c'è un mondo anche per il suo libro. Un libro...