Quando Dawn spalancò le porte, Noah si trovò davanti la stanza più bella che avesse mai immaginato.
Il pavimento era di marmo bianco, screziato in leggere tonalità di crema. Un lungo colonnato in stile corinzio divideva la sala in tre navate.
Tra una colonna e l'altra c'era una sedia imbottita per ogni membro del consiglio. Servivano per le riunioni, perciò in quel momento erano vuote.
Il soffitto era affrescato con grosso drago blu avvolto ad una spada enorme. Era una lama a doppio taglio con decorazioni in oro sulla lama e sull'impugnatura. Un grosso smeraldo brillava incastonato nell'elsa e la spada sembrava quasi vera.
Proprio sotto la sua punta c'era, inerme, ma non ferita, una kitsune a tre code. Il pelo era fulvo tanto quanto i capelli di Dawn e il muso di volpe era candido.
Noah spostò lo sguardo sul trono. In piedi davanti a esso c'era la donna che tante volte aveva immaginato. Bianca.
Era vestita con un lungo abito bianco con collo e maniche lunghi. I bordi erano tutti sfumati in azzurro. Portava anche un mantello dall'aria pesante. Noah sapeva che non le serviva.
Bianca e Orion, i due fratelli, avevano dei particolari poteri.
Bianca aveva il controllo sull' acqua in tutti i suoi stati: liquida, ghiaccio e vapore. Era luce. Non pativa il freddo e invecchiava molto lentamente, tanto che a più di cinquant'anni ne dimostrava 28. In questo somigliava alle fate, anche loro senza età.
Orion invece controllava le fiamme. Resisteva al calore ed era capace di piegarlo al suo volere. Era tenebre. Lui invecchiava normalmente, infatti dimostrava la sua età.Bianca si avvicinò a Noah e con sua sorpresa chinò il capo e si coprì gli occhi con una mano sola. Era un segno di ossequio riservato solo a coloro che avevano il privilegio di conoscere qualche entità di importanza epica. Esseri immortali, guardiani di poteri immensi, dei.
Ma Noah sapeva di non essere nulla di tutto ciò quindi allungò la mano tremante e spostò le dita di Bianca.
- Non sono così importante.- disse a Bianca con tono gentile e piuttosto affabile. Scrollò le spalle e Cara, che non era ancora entrata per paura di disturbare saltellò all'interno della sala del Trono ridacchiando:
- Lo sapevo che era simpatico! Io lo sapevo!Bianca rise con lei. Aveva un sorriso stupendo. Era contagioso e faceva ricordare a Noah i bei momenti passati con sua sorella Clary e Jo. Quella volta che un certo Marley aveva mollato malamente Jo e si erano messi tutti insieme davanti a una maratona di film di Julia Roberts, ingozzandosi in ordine di Coca e Pop Corn, gelato e panna spray direttamente in gola. Quelli sì che si chiamavano bei tempi!
La voce di Dawn lo riscosse dai suoi pensieri. Si era dimenticato degli effetti collaterali del sorriso di Bianca.
- Credo che sia il momento che Noah sappia il motivo per cui è qui. - si girò verso il ragazzo in questione con uno sguardo che diceva 'non è così?' .
Lui annuì conciso. Era sicuro di voler sapere quello che lo attendeva. Dawn gli aveva spiegato che poteva decidere di distruggere il suo mondo. Di rifiutare il suo ruolo di eroe e dimenticare tutto quello che era successo. Ma non poteva. Non ora che conosceva quello che aveva creato.Bianca assunse quella che sembrava un'espressione estremamente sollevata. Forse pensava che Noah avrebbe rifiutato. Del resto non lo conosceva affatto.
- Seguitemi.- disse la donna e Dawn e Noah obbedirono.Li portò nel giardino del Palazzo, ma per Noah fu piuttosto preoccupante. Aveva accennato ad un giardino mistico a palazzo, ma non aveva fornito descrizioni esaurienti.
Quello che vide fu un'estesa pianura, tutta coperta di neve, anche se nel resto di Ætras non ne era caduta ancora.Bianca aprì il cancello con una chiave presa da un grosso mazzo appeso alla cintura che aveva in vita. A Noah pareva strano vedere l'erba lasciare spazio alla neve soffice, ma quello era uno degli effetti collaterali della magia. Non ci si abitua mai.
Continuarono a camminare in silenzio e l'unico rumore che captavano le orecchie di Noah fu quello degli stivali che schiacciavano la neve lasciando delle impronte ben visibili.
Ogni tanto si sentiva il gracchiare di un corvo o si vedeva volare un gufo. I cespugli che spuntavano qua e là presto lasciarono spazio a qualche pino, finché non si ritrovarono in una radura, dove erano circondati dagli alberi e dagli arbusti in un tripudio di verde smeraldo e bianco abbagliante.
La radura era piuttosto spaziosa, della dimensione di un campo da calcio professionale. Al centro cresceva una maestosa quercia dal tronco nodoso e dalle fronde spoglie, dalle quali pendevano strani frutti. Sembravano piccole ghiande di cristallo con all'interno una microscopica sfera d'oro. Noah era spiazzato. Non aveva mai immaginato nulla del genere e ciò lo preoccupava abbastanza. Ma quello che fece Bianca lo lasciò ancora più di sasso.
Chiuse le mani a coppa e ci soffiò dentro. Quando le aprì aveva tra le dita una grossa sfera di ghiaccio luminescente. Essa si alzò, fluttuando come un fuoco fatuo, e si andò a incastrare nello spazio tra due radici che spuntavano notevolmente dal terreno. La sfera brillò sempre più debolmente finché non si spense del tutto.
Sulle prime non accadde nulla. Ma poi nello spazio tra due pezzi di corteccia spuntarono delle dita. Erano dita da vecchia, sottili e rugose, ma dalle unghie ovali e stranamente lucide. Piano piano dalla corteccia prese forma una strana donna, magrissima e raggrinzita, come se fosse stata intagliata nel legno. Afferrò la sfera di ghiaccio con uno scatto talmente improvviso da far sobbalzare Noah, che già di per sé era piuttosto nervoso. Se la portò al cuore dove venne inglobata da un intrico di radici che partivano direttamente dalla donna fatta d'albero. Appena la sfera scomparve dentro di lei, nel posto dove solitamente batte il cuore, gli occhi di corteccia presero vita diventando dello stesso colore delle gemme che in primavera nascono sugli alberi. Dagli occhi prese vita tutto il suo corpo: il viso smunto e rugoso fatto di legno divenne liscio e candido come quello di una ragazza giovane; i capelli intagliati si sciolsero in una chioma fluente e candida come la neve che li circondava. Nel giro di sei secondi il vecchio ramo di quercia divenne una fanciulla di, se non straordinaria, almeno ordinaria bellezza. Portava una semplice tunica verde a maniche lunghe ed era a piedi nudi.
La donna sorrise a lui e poi a Bianca, per poi passare a Dawn e Cara. La Regina si rivolse a lei : -Ti ringrazio per aver accettato la mia chiamata, Oracolo Desdemona.
L'altra, Noah suppose che Desdemona fosse il suo nome, chiese con altera gentilezza :
-Qual è la tua richiesta, Regina della Corte Artica?-Chiedo di ascoltare la Profezia Dell'Eroe.
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The Writer: Lo Scrittore. [Momentaneamente Sospesa]
FantasyNoah credeva di essere un normale ragazzo di 22 anni. Una sorella, una migliora amica ed una sconsiderata passione per i libri. Quello che non sa è che c'è un mondo per ogni libro che è stato scritto. E c'è un mondo anche per il suo libro. Un libro...