Capitolo 5

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Dopo circa 15 minuti posteggiamo e ci dirigiamo al chioschetto dei gelati.
"Io lo voglio ciocco..." comincia Margaret.
"Cioccolato e panna, lo so." la interrompe mio fratello.
Lei arrossisce e rivolge il suo viso in basso. Lui ordina anche il suo, mentre noi ci dirigiamo verso i tavolini.
Ci sediamo e pochi secondi dopo, mio fratello ci raggiunge con in mano due coni gelato. Ne porge uno, con una quantità enorme di panna a Margaret e si siede accanto a lei, di fronte a me.

"Aspettatemi qua! Io vado a prendere il mio panino lì sotto." indico un carrettino che vende panini.
"Okok" dice Marg, già in estasi da gelato.
Mi alzo e mi dirigo verso il carretto.
Lo raggiungo e mi rivolgo al signore che c'è al di là con un sorriso.
"Salve. Un panino con le patatine, per favore." chiedo cortesemente.
"Ci vuoi qualche salsa all'interno?" mi sorride a sua volta.
"Oh si, salsa rosa."
Apre un enorme coperchio e ne estrae un panino. Lo riscalda in una piastra, ci mette la salsa e me lo porge dentro un sacchetto.
"Sono 2,50€"
"Sì, un attimo." infilo una mano dentro la tasca della felpa, ma non riesco a trovare i soldi..aspetta. Ma James non me li ha dati.
Cazzo.
Non faccio in tempo a parlare che vengo preceduta da qualcuno alle mie spalle.
"Tenga, lo pago io!" vedo allungare una mano alla mia destra verso il signore dei panini, con dei soldi.

Questa voce è familiare. L'ho già sentita. È una voce maschile, un tono di voce scontroso e freddo.
Questa voce è quella voce.

Mi giro lentamente, per paura di colui che mi ritroverò davanti.
Ed eccolo lì. Davanti a me. Il suo petto è a pochi centimetri di distanza dal mio viso.
Adesso che c'è luce distinguo meglio il suo viso. Ha i capelli mossi di un castano scuro, con qualche ciocca che gli cade sul viso. Gli occhi sono quelli che ho visto l'altra sera, verdi con qualche sfumatura di nocciola. Il suo profilo è perfettamente disegnato, sembra uscito da un dipinto.
Porta un paio di jeans scuri e una maglietta attilata nera, che lascia vedere i suoi pettorali perfetti e gli addominali scolpiti.

Non mi guarda. Tiene il suo sguardo fisso sul signore dei panini.
"Grazie" dice il signore con un sorriso.
Mi giro verso di lui e gli sorrido a mia volta.
Mi rigiro dall'altra parte per ringraziare quel tizio, ma è..scomparso(?)

Mi giro a destra e a sinistra. Nulla. Non c'è. Comincio a camminare verso il parcheggio, ma non lo vedo.
Cammino. Cammino. E continuo a camminare. Ma nulla.
Mi arrendo dopo qualche minuto e torno alla gelateria dove ci sono James e Margaret.
Li trovo ancora seduti al tavolo. Hanno già finito di mangiare il gelato e adesso stanno parlando di un qualcosa a me oscuro.

Appena si accorgono di me, James si rivolge a me "Perché hai perso tutto questo tempo?"
"Emh...è...perché...c'era la fila." balbetto. Cosa devo dirgli? Non posso parlargli di quel tizio.
"Quindi. Stavamo dicendo. Cosa hai deciso di fare con Mark poi?" cerca di cambiare argomento Marg. Mi ha capita. Mi capisce sempre.
La ringrazio con lo sguardo e li lascio parlare tra di loro.
Ritorno ai miei pensieri.
Come faceva a sapere che ero lì?
Come faceva a sapere che avevo bisogno dei soldi? Mi segue? È uno stolker? Agente segreto? Cosa?
Continuo a non sapere nulla di lui.
Continua a rimanere uno sconosciuto.
Uno sconosciuto che non faccio altro che pensare.

****

Seduta sul divano continuo a fissare un punto fisso. Non so perché lo faccio, ma è rilassante.
In cucina sento James che continua a sbattere sportelli e cassetti, starà cucinando la cena. Siamo ormai a casa da qualche ora.
Margaret è tornata a casa, perché aveva un appuntamento con sua madre.
Decido di andare ad aiutarlo.
A fatica mi alzo dal divano e mi dirigo in cucina. Lo trovo di spalle che taglia qualcosa.
"Ehi, che prepari di buono?" domando curiosa. Non ricevo risposta. "Eeehi." insisto. Nulla.
Mi avvicino e lui è gli piazzo una forte sculacciata.
"Ally, ma ti sei impazzita?" quasi urla.
"Non mi rispondevi" scrollo le spalle "A cosa pensavi?"
"A nulla." cambia argomento "Dammi una mano." indica dei pomodorini da tagliare.
Comincio a farlo.
"Allora" comincia a parlare "Sei pronta per il college?"
"Mancano ancora più di due mesi."
"E quindi? Vedi che è un passo importante.Andrai a vivere da sola. In un'altra città. Sarai indipendente. Senza di me.." si rattrista visibilmente anche se cerca di non farmelo capire tenendo lo sguardo fisso su quello che sta facendo.
"Intanto non sarò da sola. Fortunatamente Margaret, Sophia e Maggie verranno con me. Hanno scelto lo stesso college.
E poi stai tranquillo, sopravviverò senza di te." Scherzo dandogli una spallata.
Tenta un sorriso, ma non ci riesce.
Lascia quello che sta facendo e si già verso di me. Incontro i suoi occhi tristi.
"Mi mancherai. Mi mancherà tutto di te. E l'idea che tu parta e vada a vivere da sola mi terrorizza, ho paura di perdere anche te.." cerco di interromperlo.
"Jam..."
"No. Fammi parlare, per una volta" mi arrendo "Quando c'è stato l'incidente ho promesso a te e, soprattutto, a me stesso che mi sarei preso cura di te. Che ti avrei cresciuta io. Quindi, per favore, permettimi di farmi venire con te a Londra. Mi prenderò un appartamento a parte. Non ti romperò le scatole. Io mi faccio la mia vita e tu la tua. Te lo giuro. Non posso lasciarti andare via da me." gli si incrina la voce.

"Jamy.." lo guardo dolcemente "Capisco quello che provi tu. Ma non posso permetterti di lasciare tutto, per venire via con me. Hai la tua vita qui. Hai un lavoro, hai una casa, i tuoi amici e hai Jennifer. Non puoi lasciare tutto ciò per seguire me." cerco di farlo ragionare.
"Non mi importa. Posso vendere la casa per trovarne un'altra là, il lavoro lì si trova subito, gli amici si possono avere anche a distanza e con Jennifer ho chiuso. Per favore. Voglio venire con te."
Ha chiuso con Jennifer?
"Hai chiuso con Jennifer? Quando? E perché?"
"L'ho trovata a letto con un altro.." si rattrista ancora di più.
"Stronza." come ha potuto? "Perché non me ne hai parlato?" gli domando.
"È successo quando eri alla festa. Ma non mi importa, devo solo ringraziarla. Grazie a lei mi sono reso conto che non era lei che volevo. Nel mio cuore c'è sempre stata solo una ragazza." sorride tra se e se.
Cosa mi sono persa?
"Eh?" domando confusa.
"Niente, lascia perdere. Non cambiare argomento. Posso venire con te?" ritorna allo sguardo di prima.
Sbuffo sonoramente.
Vedo una scintilla di speranza nei suoi occhi.
"Eh va bene." acconsento.
"Dai All..aspetta! COSA?" quasi urla.
"Potrai venire con me."
Sì allarga in un sorriso larghissimo e gli occhi gli brillano. Mi stringe in un abbraccio.
"Però, ho delle condizioni." mi libero.
"Mhhh. Sentiamo." butta gli occhi al cielo.
"Andrai a vivere in tu appartamento tuo. Non mi starai in mezzo alle palle.
Ti troverai un lavoro e ti farai la tua vita. Tu la tua e io la mia." allungo la mano "Affare fatto?"
Tentenna un pò, ma poi mi stringe la mano.
"Affare fatto."

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