Capitolo 6

45 1 3
                                    

Margaret's pov
*Agosto*

Mi giro e rigiro davanti lo specchio.
Sembro quasi bella. Questo vestito mi sta davvero bene. Mi sta leggermente aderente sul seno e mi cade morbido lungo i fianchi, è più corto davanti e più lungo dietro. È bordeaux e mi piace un sacco.
I capelli neri ondulati mi ricadono sulle spalle. Metto un eyeliner nero leggero e del mascara per far risaltare i miei occhi blu oceano.
Infine metto dei tacchi neri che mi slanciano abbastanza da non sembrare una nana anche oggi.

Toc Toc.
"Mamma, entra!" esclamo.
Con le lacrime agli occhi entra e non appena mi vede le lacrimogeni aumentano.
"Ma-ma sei bellissima" balbetta.
Ancora non riesce ad accettare il fatto che la sua piccolina stia per diventare maggiorenne.
"Mamma" dico esausta "non ricominciare." le sorrido.
"Okok, la smetto." si asciuga le lacrime e si sistema il suo vestito.
Indossa un abito lungo a fantasia e dei tacchi più bassi dei miei blu. Non è molto truccata. Non le servirebbe altro trucco, è già bella così. Ho i suoi stessi occhi e il suo stesso colore di capelli, ma il carattere è tutto di papà.

"I tuoi fratelli sono pronti, ti stanno aspettando"
"Va bene. Due minuti e scendo." le rispondo.
Si gira e mi lascia di nuovo da sola nella stanza.
Mi guardo per un ultima volta mi guardo allo specchio e scendo.
Trovo i miei fratelli e mio padre in fondo alle scale. Mi guardano tutti come se avessero visto la cosa più bella del mondo.

"Madonna. Non guardatemi così. Mi mettete a disagio." sbotto nervosa, con un sorriso per nascondere il nervosismo.
Mi dirigo verso la macchina, con tutti che mi seguono.
Mio padre guida, mia madre è al suo fianco e io mi metto dietro dal lato sinistro del finestrino con accanto i miei fratelli. Jake dal lato opposto e Louis accanto a me.
Comincio ad agitare la gamba, sono troppo nervosa.
Sono nervosa perché ci sarà pure lui alla mia festa di compleanno. E io non saprò come comportarmi. Non so mai cosa fare o cosa dire. Lo conosco da quando siamo bambini,ma adesso è diverso. Tutto è diverso. Qualcosa sta nascendo, qualcosa di forte. E io ho paura.
Louis mi accarezza il ginocchio e mi guarda con uno sguardo dolce per tranquillizzarmi. Ricambio lo sguardo, ma non riesco a calmarmi. A ogni secondo più vicino l'ansia cresce.
Arriviamo al locale. Tutti i miei amici mi aspettano fuori. I miei hanno voluto organizzare una semplice festa al Nightclub con tutti i miei amici.
Individuo quasi subito Ally, con un semplice vestitino nero (ovviamente), Sophia, con un vestitino blu e Maggie con una tutina a fantasia.
"AUGUUURIII." gridano all'unisono Sophia e Maggie. Mi abbracciano forte al punto di farmi mancare l'aria.
"Auguri essere vivente!" esclama Ally con un sorriso, ricambio e mi viene ad abbracciare. Riesce sempre a farmi scordare tutto questa personcina qua.
Si stacca.
"Mio fratello viene più tardi, ha avuto un imprevisto. Ma arriva prima che la festa finisca." mi comunica.
Fantastico, cazzo
"Va bene." dico mascherando la delusione.
Entriamo tutti nella grande sala da ballo.
Molte persone cominciano a farmi auguri. Anche persone che non conosco. Ma quante persone ha invitato mia madre?
Madonna. Non ce la faccio più.
Mi fanno già male i piedi.
Passo le successive due ore a salutare gente e ringraziarla per gli auguri e regali.
Decido di uscire. Ho bisogno di prendere aria.
Senza farmi vedere da nessuno, per evitare che qualcuno mi possa fermare, esco da una piccola porta del retro, per poi attraversare il l'intero palazzo per arrivare all'entrata principale.

Mi siedo su un muretto e, finalmente, respiro un pò do aria fresca.
È il 9 agosto e c'è un caldo della Madonna.
Qui fuori non c'è nessuno e c'è silenzio, fino a quando non si sento il rumore di una macchina.
Conosco fin troppo bene quell'Audi.
Lo sportello del guidatore si apre e ne esce colui per la quale sono così in ansia. È bello come sempre. Indossa una camicia bianca con il colletto sbottonato, che porta dentro un paio di jeans scuri con una cintura di pelle nera. Mi guarda fissa con quei suoi occhi color nocciola che tanto adoro. I ricci biondi dorati gli ricadono sulla fronte.
Gira in torno alla macchina fino ad arrivare davanti all'altro sportello. Lo apre e da lì ne esce una ragazza che non ho mai visto prima di adesso.
Indossa un vestitino cortissimo, attillato pieno di pagliette dorate che mette in risalto il suo fisico perfetto. Indossa un paio di tacchi a spillo che slanciano le sue gambe lunghe. Ha i capelli di un biondo ossigenato, abbastanza evidente. Attraversa la strada come se fosse Dio sceso in terra.
James si avvicina a me e mi fa un sorriso che mette in evidenza la sua fossetta sulla guancia destra.
Mhh.....
"Augurii Puzzolaa!" mi abbraccia.
Sto per ringraziare quando una voce stridula mi interrompe.
"Ha un nome, no?" dice la tizia.
"Sì. Ma la chiamo così fin da piccola." si spiega lui.
"Ma siete un pò cresciuti per questi giochetti." continua.
Adesso basta.
"E tu chi saresti?" intervengo.
Cerca di rispondermi James "Lei...è..beh..emh..la.."balbetta nervosa.
"Sono Katherine. La sua ragazza." Sì presenta l'oca.
La sua ragazza. Ah. Capisco.
"Ah, capisco." mi giro verso James e lo vedo che ha il capo basso.
Codardo.
"Andiamo in sala. È una festa. Non è il caso di rimanere qua fuori su un muretto." Afferra il suo braccio e lo trascina verso la porta, ma si blocca subito dopo.
"Comunque auguri, Margaret." enfatizza il mio nome.
"Grazie, Katherine." uso il suo stesso tono. Fa un sorriso amaro ed entrano dentro la sala.

Si è fidanzato e non ha detto nulla.
Sento le lacrime che minacciano di uscire. Cerco di cacciare indietro, ma non ci riesco. Già mi stanno rimando le guance.
Qualche ragazzo comincia ad uscire dalla sala. Non possono vedermi in queste condizioni. Afferro le mie scarpe e a piedi nudi comincio a correre verso il dietro del locale.
Mi ritrovo nel retro dove stanno i dipendenti. Fortunatamente non c'è nessuno.
Mi accascio su un gradino e comincio a piangere più rumorosamente.

Singhiozzo, lacrime.
Singhiozzo, lacrime.
Singhiozzo, lacrime.

Non so per quanto tempo continua questa cosa, ma ormai ho gli occhi stanchi e avrò sicuramente tutto il trucco sbavato.
Che compleanno meraviglioso!

Sento dei passi e subito dopo una voce che mi chiama "Margaret." sussulto per lo spavento.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo James a qualche metro più avanti, ha camicia più sgualcita adesso.
"Cosa ci fai qua?" domando asciugandomi gli occhi.
"Perché stai piangendo?" non mi risponde.
"L'ho chiesto prima io." sbotto.
"È per Caterine?" domanda di nuovo.
"No." mento. "Perché dovrebbe essere per lei? Non mi importa nulla. Puoi fare quello che vuoi. Non devi dare conto e ragione a me. Non sono nessuno io per te. Non lo sono mai stata e mai lo sarò." urlo tutto d'un fiato. Adesso la tristezza è stata sovrastata della rabbia.
Lui resta lì a fissarmi senza espressione.
Non parla. Quindi continui a farlo io.
"Pensavo che poteva nascere qualcosa. Pensavo che provassi qualcosa per me. Invece te ne vieni con quell'oca biondo ossigenato alla mia festa di compleanno.  Il mio diciottesimo compleanno. Doveva essere perfetto. Ma io ti..ti odio. Hai rovinato tutto. Io ti odio perché hai rovinato tutto. Ti odio perché ti amo." non mi rendo neanche conto di quello che ho appena detto. Mi tappo subito la bocca con la mano. Non posso averlo detto.
Guardo lui, per vedere la sua reazione. Ha gli occhi sgranati, ma subito dopo si ricompone.
"Tu mi..ami?" tentenna.
Non rispondo. Non posso.
Le lacrime si fanno risentire e mi rigano il viso.
"Sei fidanzato. Non dovevo dirlo. Doveva rimanere un segreto. Come è sempre stato. Non doveva venire fuori. Perché tanto tu non provi lo stesso, c'è Caterine e...." non faccio in tempo a continuare che piomba su di me e mi sbatte nel muro alle mie spalle.
"Io non provo nulla per Caterine. Mi serviva solo per dimenticare te."sussurra.
"Ma..ma..che vuoi dire?" sono confusa.
"Voglio dire che ti ho sempre amata."
Dopo di ché afferra il mio viso e si fionda sulle mie labbra e un brivido mi corre lungo tutto il corpo.
Dal viso passa ai fianchi e io affondo le mie mani nei suoi capelli morbidi.
Con questo bacio mi sta facendo capire che ha bisogno di me, che aveva bisogno di tutto ciò.
Con una mano scende fino al ginocchio e lo tira su posizionandolo sul suo fianco. Mi attira sempre di più a se. E io continuo ad accarezzargli il viso e i capelli. Si stacca e abbiamo tutti e due il fiato corto. Rimane nella stessa posizione e appoggia la sua fronte alla mia.
"Mi hai sempre amata?" domando non appena riprendo fiato.
Mi sorride.
"Fin da quando eri una piccola puzzola."

miriamtortorici
For You.🎀

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Pezzi di cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora