capitolo 3. Chiudi quella bocca

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-devo pisciare- disse Ian battendo il palmo della mano sul cruscotto. -cazzo ci siamo fermati dieci minuti fa perché avevi fame, perché non l'hai fatta prima!?- chiese Mickey scocciato. -prima non dovevo farla.- spiegò lui con una voccetta innocente che irritò Mickey non poco. Ormai era quasi tre ore che il ragazzo guidava, avevano fatto solo una piccola pausa qualche decina di minuti prima perché Ian aveva fame e con riluttanza Mickey aveva fermato l'auto.
Poi un altra sosta pipì perché Ian non riusciva a trattenersi. Mickey ne approfittò per infilarsi una sigaretta fra le labbra e fumarla nervosamente. Ian ci mise qualche minuto coi suoi bisogni e non appena ebbe finito si sedette accanto al moro che fumava in piedi. -fra altre due ore ci fermeremo per un panino, hai fatto tutto? Non ho la minima fottuta intenzione di fermarmi ancora prima del previsto Gallagher.- esordì buttando il mozzicone.
-vuoi che guidi io? La strada è tutta dritta e posso seguire le tue informazioni, magari vuoi riposarti.- chiese gentilmente Ian mentre facevano per riprendere posto nel veicolo. -Non ti lascerò guidare questo fottuto coso e non mi serve la tua fottuta carità.- disse Mickey brusco rimettendosi al volante. -volevo solo farti un favore.- rispose Ian mentre richiudeva la portiera. -fammi il favore, chiudi la bocca.- ribattè Mickey mettendo in moto. Ian si irritò a quelle parole, voleva solo essere gentile ma quel ragazzo non ne voleva sapere di provare a fare amicizia. Il rosso sapeva che i Milkovich non erano ottimi conversatori, ma la speranza era l'ultima a morire.
Nonostante quel ragazzo volgare e brusco gli desse sui nervi non riusciva a fare a meno di guardarlo, di tanto in tanto senza che l'altro se ne accorgesse, in fondo non poteva farsene una colpa, era il suo istinto a guidarlo, aveva anche notato che quando Mickey era pensieroso iniziava a mordersi nervosamente il labbro inferiore, cosa che, Ian adorava. Era come se attendesse un suo pensiero per vedere quelle labbra rosee e carnose muoversi. Passò un altra ora, in totale silenzio, solo il brusio della radio in sottofondo. Ian si era davvero rotto il cazzo, e preferiva avere una discussione con il ragazzo piuttosto che rimanere zitto per un altra ora. Sapeva anche di essere spesso logorroico e ripetitivo ma era davvero stufo.
-perché non vuoi parlare con me?- chiese Ian. Mickey sbuffò rumorosamente buttando la testa all'indietro. -Gallagher...- sospirò Mickey già in partenza esaurito. -no, che ti ho fatto? Almeno parlando il tempo passa cazzo!- disse Ian incrociando le braccia quasi come un bambino. -Gallagher ascolta, smetti di rompere il cazzo giuro sulla mia fottuta testa che ti butto giù dall'auto in corsa. Non voglio parlare con te, quindi chiudi quella fottuta bocca e non farmelo ripetere ancora.-
A quelle parole Ian mise il broncio, già lo odiava, non vedeva l'ora che quel viaggio finisse. Così quando partì una canzone che conosceva, si mise a canticchiarla col solo intento di infastidire l'altro.
-la vuoi piantare?- chiese Mickey voltando appena il capo per fulminarlo.
-hai detto che non posso parlarti non che non posso cantare.- sentenziò il rosso. Mickey fece un respiro profondo, si stava trattenendo dal non saltargli al collo e riempirlo di pugni. Dopo un'altra insopportabile ora di viaggio i due si fermarono per pranzare in uno squallido posto caotico, c'era davvero troppa gente.
Ian prese un semplice panino al formaggio e una cola mentre Mickey si abbuffò con tutto quello che poté ordinare coi soldi che aveva.
-vuoi davvero continuare ad ignorarmi.- chiese Ian dando un piccolo morso al suo panino.
-sarebbe bello, ma è quasi impossibile, sei fastidioso e logorroico.- disse Mickey che aveva già finito, avrebbe fatto un indigestione, Ian ne era certo. -voglio solo che il tempo passi più velocemente, se non vuoi parlare almeno lasciami guidare così mi distraggo.- disse Ian mettendosi in bocca l'ultimo boccone di quel piccolo pasto. -va bene Gallagher, cazzo, ma stai zitto.- disse Mickey alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l'uscita. Ian sorrise e lo seguì. Come promesso Ian guidò con la radio in sottofondo rimanendo zitto e seguendo le indicazioni che ogni tanto Mickey borbottava. Verso le otto il sole iniziò a calare. Ian chiese a Mickey per che ora avessero intenzione di fermarsi così Mickey decise che si sarebbero fermati dieci minuti dopo in un Motel vicino a Tulsa. Ian non era mai stato in Oklahoma e si guardava intorno come un bimbo curioso. Era diverso da Chicago, più verde e pulito. Si fermarono a mangiare in un piccolo pub sperduto. Mentre stavano mangiando Ian non riusciva a smettere di fissare Mickey, era più forte di lui.
-che cazzo guardi?- chiese il moro con la bocca piena. -niente.- disse Ian riscuotendosi dai suoi pensieri.
-il motel io teoria è a qualche minuto di auto da qui, ripartiremo domattina verso le dieci, il tempo di fare tutto con un po' di comodità cazzo.- disse Mickey. Ian colse questa irripetibile opportunità e tirò avanti il discorso. -quante ore ci vorranno ancora prima di arrivare a Monterry?- chiese piano. -che cazzo ne so... Una quindicina circa penso. Siamo quasi a metà strada comunque.- rispose Mickey alzando lo sguardo per più di qualche secondo, Ian in quegli istanti riuscì a scrutare bene i suoi occhi. Erano azzurri, come il ghiaccio, sembravano trasparenti, come se potesse leggergli dentro. -come mai Iggy è in prigione?- azzardò il rosso. Mickey dapprima lo fulminò ma poi decise di stare al gioco. -furto d'auto e aggressione al corpo di polizia dopo l'arresto. Un classico.- disse guardandosi intorno furtivo. -un classico eh?- disse scherzosamente Ian. -Già, tu Gallagher? Sei mai stato al fresco?- chiese Mickey ingoiando un altro boccone. -no, voglio entrare nell'esercito, non posso finire in prigione.- rispose Ian bevendo un sorso della sua bibita. -tu cosa? Vuoi andare a farti sparare nel culo? È questa la tua fottuta aspirazione per il futuro?- chiese Mickey trattenendosi dal ridergli in faccia.
-si, e poi mi arruolerò fra meno di un anno.- disse Ian continuando a mantenerne un atteggiamento fiero. -non hai l'età adatta.- constatò Mickey facendo una smorfia. -ho già trovato dei modi per aggirare questo ostacolo.- disse leggero. L'espressione del moro si fece leggermente più cupa. -come ti pare.- disse noncurante. Passarono il resto della cena in silenzio ma a Ian non dispiacque, infondo Mickey non era così male, okay era scorbutico e superficiale, ma non era una brutta persona.

Trovarono un motel poco lontano da lì, prezzi passi, Mickey pagò quella notte, Ian avrebbe pagato al prossimo motel. La stanza era spartana, ma tranquillamente vivibile, in igiene non eccelleva ma i due non si lamentarono. Due letti singoli erano situati a distanza di un comodino, Mickey si impossessò di quello più vicino alla porta e si accese una sigaretta. -mi faccio una doccia.- disse Ian togliendosi la maglietta e gettandola sul letto. Vide Mickey che lo guardava con la coda dell'occhio. -non azzardarti a finire l'acqua calda o ti ficco un coltello in un occhio capito?- borbottò Mickey scorbutico. -capito.- confermò Ian accennando un sorriso ed entrando nel bagno. Mickey guardò la porta chiudersi e sospirò. Spense il mozzicone nel posacenere su un tavolino lì vicino e Iniziò a frugare nel suo zaino per cercare un altro pacchetto di sigarette, svuotò completamente la sacca ma non c'era. -merda.- sussurrò fra se e se. Mentre rimetteva tutto dentro lo zaino a caso , an uscì dal bagno con solo un asciugamano legato alla vita, Mickey notò come le gocce d'acqua sparse sul suo corpo bagnato risaltassero i suoi muscoli. Dopo di che si maledì mentalmente anche solo per averlo notato, che cazzo gliene fregava a lui del corpo di Gallagher.
Ian guardò Mickey confuso mentre si mordeva il labbro, abbassò la testa per non far vedere al moro che gli era spuntato un piccolo sorriso sulle labbra mentre lo guardava. Ian prese un secondo asciugamano dalla sua borsa e si asciugò per bene il corpo, si infilò una maglietta e i boxer puliti mentre Mickey rimaneva girato incantato su chissà cosa.
-tu non ti fai la doccia?- chiese Ian confuso mentre si allacciava i Jeans.
-cos... Si, si. Ho finito le sigarette. Vado a ricomprarle ci metto... Ci metto il tempo che ci metto cazzo.- disse, il tono di Mickey sembrava nervoso, uscì dalla porta senza aggiungere altro. Ian fece le spallucce e  si sdraiò sul suo letto ispirando rumorosamente.

Ecco il terzo capitolo, spero che la storia vi piaccia anche se ancora non è molto, ma i Gallavich hanno i loro tempi no? Bene vi auguro buona lettura, commenti e critiche sono sempre ben accetti per migliorare.
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