Capitolo 4. Una testa rossa

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Mickey uscì dalla stanza nervoso, doveva trovare un mini market per comprare le sigarette. Ormai fuori il cielo si era fatto scuro, solo alcuni lampioni sparsi per strada pemettevano di vederci qualcosa. Erano fuori città quindi non c'era molta gente in giro. Camminò per una decina di minuti guardandosi in torno. Per un momento sperò di non trovare brutta gente nascosta da qualche parte ma poi si ricordò che... Beh fra quelli che chiamava brutta gente c'era anche lui quindi scrollò le spalle e continuò per la sua strada. Trovò un negozio aperto qualche isolato più in là. Entrò e comprò ciò che gli serviva prendendo anche due lattine di birra scadente. Uscito da quel posto si infilò immediatamente una sigaretta fra le labbra, non aveva voglia di tornare in quella stanza con Gallagher, quel ragazzo gli faceva uno strano effetto. Okay non aveva ancora capito bene cosa gli facesse ma appunto perché non capiva non voleva tornare. Doveva prima schiarirsi le idee, camminò per un po' assolto nei suoi pensieri. Finita la sigaretta aprì la lattina di birra e bevve una grossa sorsata. Si sedette su una panchina lì vicino, non c'era anima viva in giro. Chissà cosa stava facendo Gallagher in quel momento, magari si era già addormentato. Poi scacciò quel pensiero, non erano affari suoi. Rimase in girò una tra mezz'ora buona prima di rientrare, guardò l'ora, erano le undici meno un quarto. Quando tornò trovò Gallagher che dormiva sul suo letto tranquillo. Come programmato. Mickey sistemo velocemente la sua roba e andò a farsi una doccia con calma. Accese il getto e tirò un sospiro di sollievo quando sentì l'acqua calda scorrergli sul viso. Lo trovava rilassante. Quando uscì dalla doccia notò che la stanza era invasa dal silenzio, non c'erano botti, rumori di spari o sirene come nel south side, li era tutto tranquillo. Guardò Ian, il ragazzo era ancora steso nella stessa posizione addormentato profondamente. Mickey si asciugò superficialmente si infilò i boxer e si mise a letto, gli ci volle un po' prima di riuscire ad addormentarsi, ma dopo mezzanotte passata finalmente chiuse gli occhi e si addormentò.

-Sveglia dormiglione! Sono già le dieci e mezza, pensavo mettessi una sveglia.- disse Ian spalancando le finestre per far entrare più luce possibile. Mickey grugnì e si rigirò nel letto. -cazzo Gallagher ma che fai!?- sbraitò aprendo appena gli occhi. -siamo in ritardo col piano di marcia.- disse per poi prendere qualcosa dal tavolino dietro di lui. -caffè?- disse porgendogli una tazza della Starbucks. -dove cazzo hai trovato uno Starbucks?- chiese Mickey afferrando la tazza e bevendo un lungo sorso, sentì subito il caffè caldo entrare in circolazione. -in città. Mi sono alzato presto stamattina.- disse Ian mentre Mickey si stiracchiava. -sei andato fino alla fottuta città a piedi?- chiese Mickey bevendo ancora. -No idiota. Ho preso la macchina.- a quelle parole Mickey si rizzò sulla schiena: -la mia fottuta macchina?-  chiese già incazzato. -si, stai tranquillo cazzo, è a posto.- disse Ian che fece una piccola pausa osservandolo, poi Mickey notò che mentre il rosso lo guardava le sue guance si erano fatte più rosee, sembrava fosse in imbarazzo. Mickey non capì subito ma quando si alzò diretto al bagno divento tutto più chiaro. Aveva una fottuta erezione mattutina ben evidente dai boxer. -merda!- imprecò a denti stretti avrebbe voluto occuparsene ma c'era Gallagher... Gallagher che lo stava ancora fissando. -che cazzo stai guardando?!- sbottò il moro. -niente.- disse rapido Ian girando il capo. -meglio se vai ad occupartene.- disse Ian poi senza guardarlo. -vaffanculo Gallagher!- disse Mickey entrando in bagno e sbattendo la porta. Chiuse a chiave, aprì l'acqua della doccia e si sfilò i boxer. Guardò per qualche secondo la sua erezione attraverso lo specchio. Poi iniziò ad accarezzarsi lentamente sentendo le prime leggere scosse di piacere.  Appoggiò l'altra mano alla parete davanti a lui per essere più stabile. Iniziò a pensare a una ragazza bruna con lunghi capelli china sul suo membro che glielo succhiava, poi senza capire come quei capelli nella sua immaginazione si accorciarono schiarendosi fino a diventare arancioni, le curve femminili sparirono in qualche secondo dalla sua mente lasciando spazio ad un corpo più mascolino e muscoloso. Poi incontrò degli occhi verdi mentre immaginava che quelle labbra rosee glielo stessero succhiano.
-cazzo!- sbottò smettendo immediatamente. A cosa stava pensando porca merda! Il suo respiro era pesante, voleva smettere immediatamente di masturbarsi ma il suo membro pulsante non dava segni di voler cedere. Non poteva credere a ciò che gli era venuto in mente. Perché Gallagher? Cazzo cosa aveva il suo cervello di sbagliato, lui non era neanche gay. Fissò per qualche secondo il suo riflesso attraverso lo specchio.
-Ahh, fanculo!- sbottò. Riprese in mano la sua erezione e continuò, nessuno poteva sapere a cosa stava pensando, tanto meno il fottuto Gallagher. Lasciò che la su mente viaggiasse come voleva mentre si toccava, sembrava essere efficace perché il piacere aumentava. Velocizzò il ritmò mentre sul suo viso iniziavano ad accennarsi delle piccole smorfie di piacere. Nella sua mente era fissa quella testa rossa che non lo mollava. Venne nella sua mano trattenendo un forte gemito a denti stretti.
Non appena ebbe finito si infilò subito sotto la doccia. Aveva ancora il fiato corto.

Ian si era messo a sistemare le sue cose dopo che Mickey era entrato nel bagno. L'immagine del membro eretto del ragazzo non gli si toglieva dalla testa. Era dotato, cazzo se era dotato, il sottile strato di stoffa dei boxer in quel momento aveva lasciato davvero poco spazio all'immaginazione del rosso.
Okay, ormai era chiaro che voleva scoparselo, ma doveva assolutamente mettersela via, era impossibile.
Poteva solo immaginare, quel corpo completamente nudo sotto di lui col fiato mozzato e le labbra gonfie. Gli vennero i brividi al solo pensiero. Scacciò immediatamente quel pensiero impossibile e aspettò che Mickey uscisse dal bagno.

Il ragazzo uscì, si vestì velocemente borbottando un 'siamo in ritardo sbrigati' e afferrando il suo zaino. Si precipitò fuori dalla porta della stanza e Ian lo seguì a ruota.
Prima di salire però il moro guardò Ian per qualche istante.
-spero tu abbia fatto tutto in camera perché non ho intenzione di fermarmi prima di pranzo perché tu devi pisciare- si lamentò. Ian annuì.
Salirono in macchina in silenzio, Mickey si era messo al volante gettando nei sedili dietro il suo zaino. Ian si mise comodo e partirono. Dopo qualche decina di minuti Mickey parlò: -prendi il mio zaino e passami il pacchetto di sigarette e l'accendino.- Ian si voltò e afferrò la sua sacca estraendone sigarette e accendino. Ne sfilò due dal pacchetto. Una se la infilò fra le labbra e l'altra l passo a Mickey che fece lo stesso. Accese la sigaretta ad entrambi e gettò l'accendino sul cruscotto.   Aprì il finestrino per evitare che quell'altro diventasse una camera a gas e fumò tranquillamente. Fuori faceva davvero caldo e l'auto non aveva l'aria condizionata.
-dove ci fermeremo?- chiese Ian sbuffando una nuvoletta di fumo.
-sta notte staremo ad Austin in Texas, ci vogliono circa sette ore e mezza per arrivare da qui.- disse gettando il mozzicone fuori dal finestrino.
Ian non era mai stato neanche in Texas, erano molti i territori americani che non aveva mai visto.
Dopo circa un ora di viaggio in silenzio il rosso accese la radio, il moro sembrava non volesse il minimo contatto con lui quindi si adattò.

Ecco il quarto capitolo, spero vi piaccia, buona lettura, ditemi cosa ne pensate e se volete che migliori qualcosa, al prossimo capitolo.
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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2016 ⏰

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