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Non appena Cameron pronuncia quella frase, qualcosa, dentro di me, si rompe.
Letteralmente. Credere di contare per una persona, leggerlo nei suoi occhi e nelle parole, per poi ricevere una smentita in diretta, di fronte a non so quante persone.

E non da un ragazzo qualsiasi, ma dall'idolo di milioni di adolescenti. Non so se ridere o piangere in questo momento. Se da una parte il mio istinto mi dice che dietro c'è molto altro, che Cameron nasconde qualcosa, che i suoi occhi non mentivano quando guardavano i miei, dall'altra il mio orgoglio e il mio ego risultano parecchio feriti.

Feriti e incazzati. Io che mi reputo tanto brava nel leggere le persone, nell'interpretare i loro caratteri, ho evidentemente preso una bella cantonata.

Una di quelle potenti. E l'unica cosa che voglio fare ora, e' restituire il colpo. Non mi importa se gli voglio bene, non mi importa se mille e poi campanelli di allarme mi dicono di non farlo.

In questo momento sta avendo la meglio la mia parte irrazionale, quella che è stata ferita e sente il bisogno di reagire.

Anche se in questo momento l'unica persona che può alleviare il dolore che sento all'altezza dello stomaco, e' proprio chi quel dolore lo ha causato.

Per cui caccio indietro le lacrime e faccio un respiro profondo, prima di avvicinarmi al gruppo dei ragazzi che, ormai esausto, si sta avviando verso i camerini per prendere le loro cose e tornare in albergo.

Se non lo faccio ora, non lo farò mai più.

Quindi devo tirare fuori gli artigli e reagire.

Quando sono in prossimità di Cameron, gli passo di fianco tirandogli una bella spallata.
Spallata che, essendo io una nana, gli arriva neanche a metà braccio, ma questo poco importa. Voglio solo che si volti, che mi guardi in faccia. Voglio che mi guardi negli occhi e veda quanto io sia incazzata.

Voglio che veda l'effetto che quelle semplici parole hanno avuto su di me.

<< Sta attento!>>

Solo quando si accorge che a dargli la spallata sono stata io, si blocca.

Beccati questa idiota.

<< Ma anche no. Non credi che se avessi voluto, avrei fatto attenzione?>>

Di colpo, tutti i ragazzi, compresa mia sorella, si bloccano. Hanno capito che qualcosa non quadra, ma non hanno il coraggio di aprir bocca, perché il clima si è improvvisamente riscaldato.

Leone contro tigre, in uno scontro all'ultimo sangue.

<< O forse ci saresti riuscita se avessi avuto qualche centimetro in più. Sono punti di vista.>>

<< Sei proprio uno stronzo sai?>>

Aia, questa fa male.

Dalle facce degli altri, capisco che proprio non se la aspettavano. Perlomeno non da me. Una delle prime cose che hanno imparato sulla sottoscritta, e' che non dico mai parolacce. E se lo faccio, e' per una valida ragione.

<< Sono contento di sapere finalmente cosa pensi di me. Strano che tu ci abbia messo così tanto, conoscendo la tua lingua lunga.>>

<< Sono più contenta IO di aver scoperto che razza di ragazzo sei. Non ero mai stata definita come "nessuno", ma Hey, grazie per avermi fatto provare questa nuova sensazione! Grazie davvero!>>

<< E allora vogliamo parlare del tuo "non sono sicura di niente, non so più niente Justin?! E poi, chi cazzo è Justin?!>>

Ormai stiamo praticamente urlando, ma non mi importa più.

<< Qualcuno che, a differenza tua, non ha paura di dirmi ciò che prova, anche se mi conosce da poco! Qualcuno che quando mi interesso di lui, non mi tratta a pesci in faccia, preferendomi a praticamente qualsiasi persona gli stia accanto!>>

<< TU NON LO CAPISCI PROPRIO VERO?>>

<< Che cosa dovrei capire? Ti sei divertito finché andava, poi ti sei stancato. Semplice.>>

So che non è andata così, e che questa gli ha fatto male. Ma ormai non ragiono più. È una sfida a chi ferisce di più e io sto decisamente perdendo.

<< Se pensi questo, perché non te ne vai dal tuo amichetto Justin?>>

<< E allora tu vai dalla tua Hailee! Che a quanto ho visto, ti va meglio della sottoscritta!>>

Ed ecco sbandierata ai quattro venti la mia paura più grande. Quella di non essere mai abbastanza, quella di venir preferita agli altri perché non sufficientemente al loro livello.

Lo vedo vacillare, per un attimo, esattamente di fronte a me. Entrambi abbiamo il fiato corto, a causa delle ripetute urla, i respiri affannosi e gli occhi in fiamme.

In fiamme e lacerati. Perché a un certo punto non contava più cosa ci dicessimo, ma soltanto trovare qualcosa di abbastanza cattivo per zittire l'altro. Senza badare a spese.

E a giudicare dal suo sguardo, io ci sono riuscita in pieno.

Mi sento male. L'unica cosa che vorrei è correre da lui, abbracciarlo forte e dirgli che mi dispiace. Ma prima che io possa anche solo muovere un passo, lui mi precede.

<< Bene. A quanto vedo, l'unica soluzione che ci rimane, e' quella di tornare al punto di partenza. A come eravamo prima dell'ascensore.>>

Lo vuole veramente? Davvero vuole questo?

Cam, ti prego. No.

Di qualcosa.

Lui però rimane impassibile.

Impassibile e senza guardarmi mai negli occhi.

In questo momento ho due possibilità. O scoppiare a piangere, oppure cercare di mostrarmi forte.

<< Come vuoi. Vuoi la guerra? E guerra sia.>>

SBAM.
Eccomi, spero che dopo questo capitolo, non mi odierete più del solito. Non so neanche io come sono finita a scrivere questo capitolo, so solo che una scena del genere la immaginavo da un po' e alla fine è uscita. Come avete visto Cam ha le sue buone ragioni per agire così e Lily non voleva assolutamente ferirlo, ma si sa che quando si tratta di sentimenti, non c'è logica che tenga.

Il soggiorno in Spagna riserverà ancora parecchie sorprese, ma state tranquille che quei due non staranno lontani per troppo.

Detto questo, mi auguro vivamente che vi sia piaciuto.

FATEMI SAPERE. COMMENTATE.
Ci tengo davvero a sapere cosa pensate e come immaginate che proseguirà.

🐯

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora