- Sherlock, ti prego, dimmi che non l'hai fatto davvero. - John affondò le dita tra i capelli, pallido.
- Dovevo esserne sicuro. - replicò, pacato.
Il soldato guardò sconcertato l'amico, che congiunse lentamente le mani, poggiando le dita affusolate sotto il mento, in quell'insolita posa che sembrava aiutarlo a riflettere.
- Dovevi esserne sicuro?! L'hai fatta finire da uno psichiatra! Sei uno psicopatico...
- Sociopat...
- Psicopatico!
L'altro sbuffò con disappunto, alzandosi di colpo dalla poltrona. Attraversò la stanza con fare teatrale, verso il vecchio divano dal lato opposto del salotto. Passò sopra al rettangolare tavolo in legno, facendo esattamente come ogni volta che si arrabbiava. O offendeva.
- Oh, no no no, Sherlock, questo gioco non lo fai con me.
Il corvino si lasciò cadere sul divano, sdraiato.
- Vogliamo stare qui a fare i bambini tutto il giorno? O troviamo una soluzione?
Per tutta risposta, si girò di lato, dandogli la schiena.
John rimase a guardarlo per un breve, interminabile istante. Si portò pollice e medio della stessa mano alle tempie, cercando di non esplodere. Con un gesto della mano scacciò via ogni pensiero che lo induceva a continuare quella conversazione. - Sai cosa? Ora come ora ho già un bambino di cui preoccuparmi, e mi basta. Due sono troppi.
Sherlock mosse impercettibilmente il capo ascoltando i passi veloci del suo migliore amico percorrere i gradini, pesanti, rabbiosi, per poi sentire la porta d'ingresso sbattere con tanta foga da far tremare le finestre.
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Evil?
FanfictionLe storie sono sempre uguali. Il buono è giusto, il cattivo non lo è. Ma il "cattivo" è solo un personaggio la cui storia non è stata raccontata. Lei è cattiva. E odia Sherlock Holmes. Questa è la storia di Karim, una giovane ragazza in procinto di...