3

140 7 3
                                    

× Venerdì. 13:25 ×

- Cass!

Karim, diretta all'uscita dopo la simpatica chiacchierata di pochi minuti prima, s'irrigidì di colpo. Si voltò verso Molly, che la stava seguendo a passo svelto.

- Oh, scusa... Karim - si corresse con un sorriso imbarazzato, raggiungendola. Molly era una delle poche a conoscere il suo vero nome. Dopotutto era stato compito suo visionare e firmare i documenti relativi al tirocinio della ragazza. Sarebbe stato impossibile non saperlo.

Non c'era un motivo particolare per cui non voleva che il suo nome fosse rivelato in giro. Era paranoica, tutto qui. Beh, molto paranoica.

- Stai tranquilla, Sarah sta bene! - la rassicurò. - Un attacco d'asma, Evelyne se ne sta occupando. - Non che all'altra importasse, in tutta sincerità, ma si finse sollevata con un "Ah, bene!". Non si sforzò di più.

Ogni volta che leggeva di persone che davanti ad un momento di pericolo se ne infischiavano di aiutare qualcuno per rancore, storceva la bocca. Aveva sempre pensato che non fosse realistico. Lei di certo non sarebbe riuscita a lasciare qualcuno in quel modo in balia di sé stesso. La sua coscienza non avrebbe mai smesso di tormentarla.

Poi Sarah svenne in classe per la prima volta. Karim era seduta al proprio banco, un paio di posti indietro, a disegnare. Aveva alzato lo sguardo, accorgendosi dell'anomalia. E lì, nel veder perdere i sensi alla compagna, la sua coscienza cambiò idea, permettendo a Karim di tornare a disegnare senza alcun rimpianto. Né in quel momento, né in futuro.

- Dobbiamo dare un'occhiata al cadavere di giovedì - annunciò il medico, come se si trattasse di almeno due giorni prima. Doveva aver avuto un pomeriggio molto pieno.

- Adesso? Ma non dovevamo mica andare a pranzo?

- Beh, tecnicamente, manca ancora mezz'ora - le ricordò, annullando così la piccola "fuga" che avevano deciso di concedersi, in nome del kebab.

La ragazza la guardò, valutando le opzioni: uscita in anticipo e kebab, o visita al cadavere e kebab? Inspirò, annuendo con un'allegra alzata di spalle, accostando parte della rabbia di poco prima. Cadavere e kebab.

- Mi hanno detto che non hai toccato niente, ieri.

- No, infatti.

- Allora dubito tu abbia visto questo.

Molly spostò il telo bianco, scoprendo il corpo niveo del ragazzo, morto. Ad incorniciare volto, esattamente come l'aveva lasciato nell'appartamento il giorno prima, vi erano dei chiodi nella pelle a formare un cerchio perfetto. Le labbra erano state completate lungo le guance, disegnando un largo sorriso allo stesso modo del cerchio. Gli occhi erano tenuti chiusi, ognuno da un singolo chiodo che attraversava la palpebra, trapassando i bulbi oculari.

Ne era già rimasta affascinata il giorno prima, ma vedendo la vittima svestita poté constatare che la sparachiodi non aveva risparmiato nemmeno il resto del corpo: subito sotto al mento si diramavano tre linee: quella centrale scendeva fino all'ombelico, dividendosi in due lungo le gambe fino al lato frontale della caviglia, mentre le due rimanenti continuavano fino ai polsi.

- Noti qualcosa?

Per rispetto del deceduto, cercò di trattenere il suo amore per il macabro: poteva anche ignorare lo svenimento di una compagna di classe e di stage, ma quel ragazzo era ancora giovane ed era stato davvero bello. Strappato alla vita così... Che peccato. Capelli neri e spettinati, naso all'insù, fisico slanciato e longilineo. Avrebbe potuto avere tutta una carriera di fronte, una ragazza, magari un giorno una moglie. "Una moglie di nome Michelle e una bella bimba di pochi mesi che verranno assassinate in casa sua al tramonto da fattoni con troppa Valchiria nel sangue. Mi spiace, Max. Oh, avanti, un po' di tatto! Questa è una persona reale! Quel gioco ti ha frullato il cervello." si rimproverò. "Max Payne" era il nome del protagonista dell'omonimo gioco per console, un poliziesco. Fu un regalo di compleanno, uno dei suoi preferiti tra tutti quelli ricevuti negli ultimi anni. Lo aveva amato nel riceverlo, e lo amava tutt'ora.

- Che è un omino stilizzato... - rispose Karim, guardando il disegno fatto coi chiodi che gli trapassavano le carni pallide.

- Esatto. Sai, non è come nei film, queste cose non accadono così spesso come sembra. - Prese fiato, pronta ad aggiungere altro, ma, come pochi minuti prima, fu nuovamente interrotta da una porta che si apriva alle spalle della propria allieva.

Entrò un giovane uomo dai capelli castano chiaro, non propriamente altro, ma non era nemmeno considerabile basso, a parer suo.

- Ciao, scusa, hai...? Hey! - s'interruppe, riconoscendo la stagista.

- Ciao!

- K...aren? - chiese, parecchio dubbioso.

- Karim - sorrise l'altra, stringendogli ancora una volta la mano.

-Karim, giusto, perdonami - si scusò, educato ma frettoloso. Si rivolse a Molly, salutandola con un raggiante sorriso. - Ciao, hai visto Sherlock?

La tirocinante si ricordò della breve conversazione con l'uomo il giorno prima, in cui le chiedeva se l'avesse già conosciuto. Sembrava che tutti lo stimassero, o odiassero, o entrambe le cose contemporaneamente.

Il pomeriggio prima aveva amche avuto il piacere di conoscere Anderson e Lestrade, che avevano scommesso su quanto Holmes potesse leggerla dopo poche occhiate. Il motivo era principalmente che lei, al di fuori dal Bart's, sembrava tutto il contrario di quel che era.

- Oh, l'ho visto al laboratorio!

- Infatti mi ha mandato un messaggio dieci minuti fa dicendo di andarci. Ci sono appena stato e non c'è.

- Davvero? Che peccato! Devi averlo mancato di poco.

- Mai una volta che prenda in considerazione l'idea di avvisare. - sbuffò l'altro.

La porta cigolò di nuovo. - John, dieci minuti! Hai battuto il record.

Alla vista del ricciolino, Karim alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul corpo della vittima, borbottando un biascicato "fan".

Sherlock sollevò un sopracciglio. Probabilmente era stato l'unico a cogliere il vero significato di quella parola in quel contesto, l'unico ad accorgersi che quel suo "fan", detto in quella maniera, non era in inglese, che significava tutt'altro.

- Mi spieghi che fine avevi fatto?! Sono secoli che ti cerco!

- Beh, mi avresti comunque cercato qui, prima o poi. Non ho ritenuto necessario avvisarti.

"Ti prego, dimmi che quello non è lo Sherlock Holmes che tutti mi vogliono presentare. Ti prego dimmi che fa Dumb di cognome, o Moron... Cognomi che gli starebbero benissimo, comunque, dato il significato."

Quasi le avesse letto il pensiero, la guardò, incontrando quegli occhi cristallini. Occhi che raccontavano tante di quelle cose... Prima di tutte la sua irritazione nel trovarlo lì. Ancora una volta, il consulente investigativo si compiacque di sé stesso, soddisfatto dell'effetto che aveva sulla gente.

ANGOLO DEL PERSONAGGIO
Hola!
Essendo che ho aggiunto il cast, vorrei mano a mano postare anche la foto dei nuovi personaggi che compariranno in questo spazio apposito, chiamato appunto Angolo Del Personaggio. Lei è Karim aka Cass, la cui prestavolto Rachel Cook!

NB: Alcuni giorni e orari dei precedenti capitoli hanno ricevuto una lieve modifica

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

NB: Alcuni giorni e orari dei precedenti capitoli hanno ricevuto una lieve modifica. Per farla breve: Karim ha visitato la scena del crimine giovedì e non sabato, e ha incontrato Sherlock venerdì anziché lunedì.

Evil?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora