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AMANDA

Secondo la mia personale opinione, al mondo esistono due tipologie di sorelle. Quelle che di fatto se ne sbattono altamente dei propri fratelli/sorelle, fanno la loro vita e si limitano a interagire con loro solo quando è strettamente necessario e quelle che invece, pur essendo delle rompi balle di prima categoria, quando si tratta di aiutare la propria sorella maggiore, farebbero di tutto.

Ma proprio di tutto. Piani loschi e talmente malvagi da far rabbrividire il peggior cattivo di un cartone animato.

E io, in qualità di sorellina minore, rientro decisamente nella seconda categoria. Sono intervenuta una volta, quando eravamo a Miami e ho intenzione di farlo ancora.

Quei due hanno litigato di brutto, ma sono più che certa che sotto ci sia molto altro e ho intenzione di scoprire di cosa si tratta, per poi farli riappacificare. Costi quel che costi.
Insieme sono troppi belli, per cui quella cosa che c'è tra loro, che tutti hanno percepito, non può finire già ora. Non può.

E non soltanto perché lo dico io, ma perché è una cosa bella e le cose belle non sono nate per finire presto.

Per cui, dopo aver assistito alla litigata della settimana, una volta arrivata in albergo, mando un messaggio al mio fido compare.

Nash.

Con poche parole gli comunico le mie intenzioni e ovviamente lui si dichiara dentro a questo incerto ma intrigante piano.

Sono calma e contenta, fino a che lui non aggiunge un cuore a fine discorso.

Slegato da tutto il resto.

In questo preciso momento il mio cuore sta andando a una velocità che non sapevo potesse sopportare, talmente forte che sento il mio battito risuonare nelle orecchie. Brividi sulle braccia e fiato corto, manco mi avesse detto che gli piaccio.

Accidenti a me se sono messa male.

Accidentaccio a me e alla mia minuscola, insignificante e ben poco accentuata cotta per Nash Grier.

Non poteva piacermi un ragazzo della mia scuola, che attualmente si trova a parecchi kilometri di distanza da me? No, perché così sarebbe stato troppo facile. Meglio prendersi una cotta per un ragazzo con cui sono destinata a vivere a stretto contatto ogni santo giorno, da qui fino alla fine dell'estate e oltretutto famoso da fare schifo.

Mai na goia insomma.

Mai na gioia.

Decido di provare a dormire, dato che come giornata è stata piuttosto faticosa e secondo i miei piani necessito di tutte le forze possibili.

Una volta a letto però, il sonno fatica ad arrivare. Mia sorella è ancora sul terrazzo, seduta sulla sdraio che guarda il cielo. E io sono combattuta. Combattuta tra l'alzarmi e andare da lei, anche solo per farle sentire la mia presenza e dall'altra farla ripigliare a suon di cuscinate perché così non posso vederla.

Ma nonostante tutto, rimango a letto. Non so bene come, ma sento che in questo momento non farei altro che peggiorare la situazione. Il mio istinto mi dice che ha bisogno di stare sola, anche per metabolizzare tutto ciò che è successo nelle ultime ore, per cui, pur morendo dalla voglia di alzarmi, decido di dormire e inizio a contare le pecorelle.

Una alla volta.

                              😈😈😈

La mattina dopo mi alzo stranamente rinvigorita e piena di buone intenzioni. Sono una delle persone più pigre dell'universo, ma quando mi pongo un obiettivo, marcio come un treno finché non lo centro in pieno.
Prima di alzarmi mi stiracchio per bene, facendo anche parecchi versi strani in stile Dori alla ricerca di Nemo, ma dato che mia sorella non c'è, nessuno mi dice nulla.

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE  dal 2025)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora