Chapter one - New beginnins

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ANDY POV.
Stavamo attraversando un'altra noiosa città di cui non sapevo neanche il nome.
Dovevamo arrivare entro le sette al nostro albergo, dove saremmo dovuti rimanere per qualche settimana in attesa che i nostri menager si accordassero con altri produttori, i quali ci davano la possibilità di esibirci per il Vans Warped Tour. Il viaggio dentro il tourbus era terribilmente noioso, non vedevo l'ora di scendere per fare quattro passi. Con la musica nelle orecchie guardavo fuori dal finestrino, vedevo susseguirsi un sacco di case tutte uguali. Passammo davanti a un edificio, credo fosse un liceo, non ne sono sicuro, e vidi una grandissima scalinata che conduceva a una porta d'entrata. Sugli scalini intravidi qualcosa, un taccuino? Qualcuno doveva averlo perso.
-Fermiamoci un attimo!- gridai, gli altri ragazzi si girarono a guardarmi in modo strano. -Perchè?- chiese CC, -Ho visto una cosa, voglio andare a vedere da vicino.- dissi.
Il bus si fermò e io camminai per il corridoio verso l'uscita, passando davanti alle facce annoiate degli altri membri.
Scesi gli scalini e mi diressi verso l'istituto che avevo visto poco fa. Quando arrivai vidi subito il misterioso taccuino e mi avvicinai. Andando più vicino notai che era bianco, totalmente bianco.
Lo presi in mano e lo aprii con delicatezza, sulla facciata interna c'era scritto un nome: Carolyn Radke. Che nome meraviglioso pensai.
Dove avevo già sentito quel cognome? Ah certo, Ronnie.
Io e Ronnie Radke eravamo stati grandi amici tempo fa, avevo cantato in un suo pezzo, io e i Black Veil Brides ci eravamo anche esibiti come ospiti durante un concerto dei Falling In Reverse, ma in seguito ci siamo persi e adesso non ci sentiamo più.
Questa ragazza era forse parente di Ronnie?
Il suono del clacson del tourbus mi fece ritornare sulla Terra. Infine decisi di tenere il taccuino con me e mi diressi verso il pullman dove i ragazzi mi aspettavano.
-Che è quello?- chiese Ashley incuriosito, -Niente Ash, una cosa che ho trovato.- risposi andandomi a sedere al mio posto. Mi rimisi le cuffiette e il viaggio verso l'hotel riprese.
Decisi di non sfogliarlo per il momento, mi limitai ad osservare il nome scritto sulla facciata interna, osservai le curve tracciate dalla penna stilografica nera, la delicatezza con la quale era stato scritto.
Carolyn, Carolyn, che nome meraviglioso.

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