Twins beyond the mirror. 2

8 0 0
                                    

Era una tranquilla giornata di inverno e stavo beatamente dormendo arrotolata tra il caldissimo piumone di piuma d'oca che la nonna regalò a mia madre qualche settimana prima. Un fino fascio di luce oltrepassava le piccole fessure della serranda e il vento delicatamente sfiorava esternamente la finestra. Tutto taceva, solo un rumore rovinava l'armonia che si era creata. Un rumore non tanto diverso da quello che ascoltavo tutte le mattine, quello dell'aspirapolvere che mia sorella passava puntualmente sotto il letto nel suo lato della stanza.
-Non la smetterai mai vero?- bisbigliai con la testa infilata sotto il cuscino.
-Non sto facendo nulla di strano o diverso. Mi prendo semplicemente cura della mia stanza cara sorellina- disse lei spegnendo il macchinario;
-Semplicemente cura?! Passi quella cosa tutte le mattine sempre allo stesso orario, mentre sto dormendo-
-Greta, non farmi paranoie, lo sai che ci tengo. Anzi, dovresti pulire anche tu visto che sembra sia scoppiata una bomba-.
A quel punto mi alzai dal letto e uscendo dalla stanza bisbigliai di nuovo -si sì, magari domani- , che poi tutti sapevano benissimo che quel domani si era trasformato in un mai.
A passo di tartaruga, con i capelli arruffati e un plaid arrotolato a me stessa, arrivai in cucina per fare, o per lo meno cercare di fare colazione.
" Toc-toc " qualcuno era fuori che bussava la porta.
-Si? Chi è?- urlai come un pescivendolo al mercato.La mia pigrizia si era ormai impadronita di me.
-Salve signora, mi chiamo Antonio, sono il vicino e mi è accidentalmente caduta la palla nel vostro giardino. Posso recuperarla?- una voce mascolina si sentì da dietro la porta.
In quel momento il mio pensiero era solo uno e lo stesso 'chi è questo idiota che mi disturba alle 9 di mattina per un pallone?' , ma nonostante questo andai ad aprire la porta. Alla mia vista c'era solo un gran pezzo di fusto con tanto di occhi verdi e capelli biondi, che
spalancò gli occhi e disse
-scusa! Non pensavo che dormissi ancora! Piacere sono Ant..-
- Oh, ma quanto parli! Ho capito, ti è caduto il pallone, seguimi andiamo a recuperarlo.- Dissi interrompendo il suo discorso. Si, ero una ragazzina davvero scostumata, ma faceva parte del mio carattere purtroppo. Mi feci seguire da lui fino al soggiorno e uscii da sola fuori per recuperare il pallone, nel frattempo dal piano di sopra mia sorella iniziò a scendere le scale beatamente come lei sapeva fare.
Il ragazzo un po' incredulo disse
-Senti, non volevo darti fastidio, ma il pallone è fuori non di sopra-
E mia sorella ovviamente non sapeva proprio star zitta -ciao! Piacere, io sono Gaia! Cosa hai perso scusa?!-
-Ma mi prendi in giro?- disse poveretto con gli occhi spalancati.
Per fortuna arrivai li in tempo come uno zombie per restituire al ragazzo il pallone. La sua espressione era fantastica, era diventato tutto rosso e si capiva benissimo che non si era accorto che quella fosse mia sorella.
-Accidenti che stupido, scusa Gaia, pensavo che fossi tua sorella.- disse imbarazzo Antonio
-Si sì, ora prendi il pallone e cerca di non farlo cadere più qui. Ok?!- risposi scocciata e con un lancio restituii la palla al ragazzo.
-Chi era quello?- domandò Gaia
-Il vicino di casa! Bello vero?- risposi
-Come fa a piacerti un ragazzo che non conosci?-
-Gaia, Gaia, Gaia! Sei troppo antica! Dai, ammettilo che è in figo pazzesco!-
-Greta! Dovresti smetterla. Mamma e papà oggi non tornano per pranzo! Facciamo qualcosa?
mi domandò cambiando discorso
-Si dai, andiamo a mangiare al cinese!-
-Lo sai che non mangio cinese. Perché non andiamo a mangiare sushi?-
-Gaia, non mangio sushi! Ordino  una pizza?-
-si forse è meglio.!
Ordinammo la pizza alla pizzeria più buona di tutta Roma. Quando arrivò, mi sembrava di avere 3 anni e di trovarmi in un negozio pieno zeppo di caramelle e lecca-lecca. Ci sedemmo al tavolo e iniziai ad osservare mia sorella. Era così perfetta. Portava i suoi splendidi ricci rossi raccolti in una semplice coda di lato, un vestito azzurro che si abbinava perfettamente con il colore dei suoi occhi e un lucida labbra rosato che evidenziava le sue carnose labbra. Non riuscivo a smettere di fissarla, era così bella e avrei tanto voluto essere come lei. In realtà ero praticamente la fotocopia, ma il mio stile e i miei modi di fare etanolo totalmente diversi.
-Hey! Hai finito di fissarmi?- disse notando la mia espressione da ebete
-Pensavo.! Ho proprio fame sai? Dove sono andati mamma e papà?-
-Smettila di fare tante domande. Sono ancora a lavoro, tornano in serata-
-Va bene-.
Finimmo di mangiare la pizza e prima di tornare a casa ci soffermammo a guardare una vetrina di scarpe fighissime così decidemmo di dare un occhiata.
Si fecero le 19:00 e tornammo a casa con buste piene zeppe di scarpe.
"Toc-toc" qualcuno bussò alla porta e Gaia andò ad aprire. Dal soggiorno udii
-Greta! Il vicino ti cerca!!-
Di corsa mi alzai dal divano e mi recai all'entrata, lui era là in tuta e sicuramente aveva lanciato il pallone in giardino, di nuovo.
-Ciao. Come posso aiutarti?-
-Ciao, nulla di particolare. Volevo chiedervi se vi andrebbe di bere qualcosa di fresco a casa mia domani. Così, per conoscerci meglio dato che siamo vicini- disse tutto d'un fiato
-Va bene, non ci sono problemi. Grazie per l'invito- rispose mia sorella.
-Perfetto, a domani allora- continuó Antonio.
Se ne andò e decisi di andare a dormire visto l'orario.

Twins beyond  the mirror Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora