Twins beyond the mirror. 3

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Ero come al solito arrotolata nel mio caldissimo piumone di piuma d'oca, il cinguettio degli uccelli si udiva beato dalla mia cameretta. Quel bellissimo profumo di caffè arrivava a me quasi a dirmi "vieni" . Ma qualcosa, qualcosa interruppe questa tranquillità.
-Ancora questa aspirapolvere??- urlai a mia sorella con gli occhi ancora assonnati

-Greta, la tua polvere invade anche la mia metà di stanza-

-non puoi sbarazzartene dopo che mi sono alzata dal mio nido?-

-nido?- disse ridendo -ma smettila, e alzati il caffè è pronto e mamma è di giù che ti aspetta- continuó

-Che mi aspetta? Che mi deve dire?-

-non so, và da lei-

Mi alzai dal letto, indossavo un pigiama rosa con il merletto, mi infilai un paio di pantofole e scesi giù da mia madre che mi stava aspettando in cucina sorseggiando una tazza di thè caldo.
-Buongiorno Greta. Ho bisogno di parlarti-

-Di cosa mamma?-

-Sono stata chiamata dalla tua insegnante di greco, non hai mai frequentato le sue lezioni-

-Ah sì, è vero mamma. Non mi piace il greco- risposi versandomi del caffè caldo nella tazza

-Greta.! Anche a me non piace andare a lavoro tutte le mattine alle 7:00. Però lo faccio. -

-Non centra nulla mamma. Non devo mica studiare per forza il greco.-

-Perché non fai come tua sorella?-

-Già, perché non lo faccio? Ah si aspetta, io non sono Gaia.-

Notai che abbassò lo sguardo e continuò a girare il cucchiaino nella tazza, sapevo che era rimasta delusa. Ma ero così non potevo cambiare, insomma avevo anche 17 anni.
Lo sapevo benissimo che Gaia era la preferita della famiglia, beh certo era così perfetta nei suoi modi di fare.
Sapeva parlare bene, aveva ottimi voti, era molto curata, ci sapeva fare con tutti, era paziente. Sapeva disegnare, cantare e ballare. Sapeva fare tutto bene. E io? Bah, io ero un disastro. Non le assomigliavo per nulla, se non per il fatto che siamo gemelle.
Il campanello suonò, e andai ad aprire.
"Ma non ora, non di nuovo" pensai tra me e me. "È la seconda volta che mi faccio trovare in pigiama" "beh almeno non ho il plaid addosso". Era il vicino in tutta la sua bellezza.

-Ciao sorella di Gaia-

-Ciao, vicino!-

-Riuscirò mai a sapere il tuo nome?- chiese con una risatina a dir poco contagiosa

-Greta. Che sei venuto a fare-

-Ah, allora ce l'hai un nome! Devo portare il cane a spasso e mi sono chiesto se vi andrebbe di fare una passeggiata-

-Dammi qualche minuto e mi vado a vestire-.

Scappai di sopra, aprii l'armadio e indossai la prima cosa che trovai. "Pantalone nero con felpa va bene" dissi tra me e me. Di corsa andai in bagno, cercai di aggiustare un po' i capelli, questi ricci rossi proprio non ne volevano sapere, così decisi di farmi una coda veloce. Uscii dal bagno, afferrai il mio zainetto e di corsa scesi di giù.

-Wow! 5 minuti e 2 secondo signorina Greta!- affermó il biondo

-Già- esclamai col fiatone.

Uscimmo di casa, aveva un cagnone al guinzaglio. Pastore maremmano credo. Aron era il suo nome, ed era molto coccolone. Antonio era vicino a me e iniziò a raccontarmi del suo trasloco e di come fosse una fortuna aver incontrato già due ragazze simpatiche.
"Che bel profumo". "Oh cielo,ma che dico?" .

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