Capitolo 13

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PAIGE

Per quella sera i ragazzi tornarono in hotel ad un orario indecente, ma vennero comunque a farci visita molto presto la mattina dopo.

Kayla ed io avevamo appena terminato la nostra colazione a base di toast con Vegemite, Corn Flakes e succo d'arancia, quando sentimmo bussare alla porta.

«Vado io!» gridarono all'unisono i miei fratellini.

Restai comodamente stesa sul divano con Kayla ed aspettai impaziente quello che sarebbe successo. I ragazzi entrarono salutando e si accomodarono costringendo me e la mia amica a posizionarci in uno stile più consono e da "ottime padrone di casa", anche se l'espressione annoiata sul mio volto dava a dimostrare esattamente il contrario.

«Buongiorno!» esclamò Mia, sempre pimpante come poteva esserlo solo lei alle nove del mattino.

«Buongiorno a voi.» sorrise Kayla, principalmente guardando Chad.

Alzai gli occhi al soffitto e sospirai.

«Cosa vogliamo fare oggi?» domandò Alec avvicinandosi troppo a me.

Per mia fortuna, non avevamo avuto ancora il tempo di stare soli, altrimenti so per certo che avrebbe riportato alla mia mente il bacio di qualche sera prima... e bastavo io a ricordarmelo.

«Potremmo andare in spiaggia.» proposi scrollando le spalle e non guardando nessuno in particolare.

Si alzò un coro di voci che cominciarono a discutere, sovrastando di gran lunga il volume della tv ancora accesa. Il dibattito si concluse con un'affermazione positiva da parte dell'intero gruppo, solo due vocine si intromisero per lamentarsi «Paige, non puoi lasciarci a casa da soli!»

Peter e Pacey erano fermi sulla porta a guardarmi imbronciati, con le esili braccia incrociate al petto e l'espressione corrucciata.

«Non vi lascio a casa da soli, venite con noi.» spiegai dopo aver preso in considerazione ogni eventuale opzione. Ma il loro amico Patrick non era a casa sicuramente a quell'ora, e non potevo portarli a giocare da lui.

«Ottimo, allora torniamo in hotel e ci prepariamo. Veniamo il prima possibile ed andiamo insieme, d'accordo?»

Kayla ed io annuimmo, nel frattempo i miei fratellini corsero su per le scale urlando e sbattendo la porta della loro stanza.

Non feci in tempo a voltarmi che sentii anche il portone dell'ingresso sbattere, e mi ritrovai sola nel soggiorno con Kayla.

«Ora tu dimmi: quanto può essere sexy un rosso come lo è lui?» esclamò stringendo i pugni lungo i fianchi.

«Non lo so Kay, probabilmente tanto?» tentai sarcastica. Ma lei mi prese sul serio e scosse la testa energicamente «Troppo!» gridò sorridendo.

«Okay, oggi è la giornata buona, me lo sento.» la sentii borbottare mentre cominciava a girare attorno al tavolino in vetro mangiucchiandosi un'unghia.

«Il giorno buono per cosa, scusa?» chiesi perplessa.

Avevo una vaga idea di quello che stava succedendo, ma non pensavo dicesse sul serio quando mi rispose «Oggi attuerò il mio piano di conquista. È semplice ed efficace: funzionerà di sicuro.»

Quel giorno, capii che non avrei mai più dovuto prendere sottogamba i suoi piani e mi appuntai nella mente un "Non sottovalutare mai Kayla" per ricordarmelo.

«Andiamo a prepararci, su!» esclamò poi, afferrandomi per il polso e trascinandomi in camera. Inciampai più e più volte sugli scalini e le feci notare il fatto, ma la ragazza era troppo concentrata a blaterare frasi senza senso per ascoltarmi.

SORRIDIMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora