CAPITOLO 5-Non si perda un secondo

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(Claudia)

Portare Stefano direttamente qui è stata una vera pazzia.

Sì, quei due (che alla fine si sono ufficialmente rivelati i capi di questo posto) hanno insistito perché parlassimo subito. Non capisco perché dovrebbero avere tanta fretta. Anche perché non solo è in stato di shock, ma è rimasto in quel tugurio vestito solo di quel pigiama. Ho persino avvertito qualche linea di febbre mentre lo trasportavo qui, praticamente trascinandolo vista la sua debolezza. Oltre al freddo, non mangia né beve praticamente da dodici ore.

Per di più, questi imbecilli non hanno neanche un bicchiere od una bottiglia d'acqua quaggiù. Si abbeverano solo alle pause, perché "bere durante il lavoro complicherebbe le infrastrutture e sarebbe uno spreco". Ma vaffanculo.

Alla fine di questa stronzata li sistemerò per bene. Purtroppo, ora sono seduta al lato corto della scrivania con Stefano e Magalie, entrambi alla mia sinistra, quindi non c'è molto da fare se non ascoltare.

-Allora? - dico spazientita. -Cominciate.

L'uomo, Carlo, fa un contenuto cenno d'assenso. -Per andare dritti al punto. Noi siamo l'Associazione Analogica, e lo sapevate. Dobbiamo distruggere questa Datospiana, e riappropriarci della regione romana.

Sparo con disprezzo la domanda più stupida che ci sia, giusto per raffreddare i miei nervi. -E noi che c'entreremmo?

-Semplicemente siete gli unici, ad oggi, che siano riusciti ad uscire dalla Datospiana. Il vostro aiuto ci sarebbe preziosissimo.

Mi giro un attimo per vedere gli altri due. Dovremo condurre io e Magalie la trattativa, a giudicare dalla faccia distrutta di Stefano. Peccato che lei sia dalla loro.

Infatti, Carlo lo osserva per un momento, con le sue iridi verdi e vispe, nei suoi occhi spenti. Il suo sguardo passa poi alle caduche braccia, e vedo rabbuiarsi la sua già neutra espressione da diplomatico. -Marta, ma se rimandassimo? Non mi sembrano affatto in condizioni da colloquio.

Lo chiede però con un'espressione rassegnata, come se già si aspettasse una risposta negativa.

Marta non distoglie neppure la testa da lui per guardare Stefano. -Non se ne parla. Può riposarsi dopo. Nessuno muore per qualche linea di febbre.

-Ma ti sembra in condizione di capire ed acconsentire? - Carlo alza la voce, inarcando un sopracciglio nervosamente.

-Insisto, non se ne parla - ribatte lei, con forza e fermezza. -Sai bene che ogni minuto di tempo è prezioso. Non deve fare altro che ascoltare e registrare. - Si volta verso noialtri. -Anche perché non so cosa vorreste mai fare senza di noi.

Te lo dico io, stronza. Fuggiamo nel verde e viviamo felici.

Questo suo modo di fare, seppure (apparentemente) logico, mi fa davvero arrabbiare. Ma decido che è meglio levarsela subito di torno. Personalmente, posso unirmi all'Associazione Analogica per combattere, ma non a qualsiasi prezzo. -Dai, parla. Dicci che dovremmo fare.

-Semplicemente Magalie ha fatto un po' di rapporti su di voi - risponde Marta, passando ad un tono compiaciuto.

Scocco un'occhiata veloce a Magalie, che non ricambia. Riconosco comunque come fosse una cosa sensata.

-Ho già prefissato un possibile posto per voi. Ovviamente potrete cambiarlo se lo troverete inadatto, ma di solito non sbaglio. - Non mostra alcuna vanità sul viso mentre lo dice. Sembra un dato di fatto.

Io non voglio perdere altro tempo, anche perché Stefano non sembra essere migliorato in questi pochi minuti. -Vai al sodo. Cosa dovremmo fare?

Lei si arresta un attimo, come raccogliendo le idee. Poi dice tranquillamente: -Non ho nessun dubbio per Stefano. Al reparto di programmazione d'attacco.

Data - Intrighi nei codiciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora