prologo

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punto di vista della ragazza

correvo, ma perché correvo? Scappavo, ma da cosa scappavo? Inseguita da un destino crudele che aveva preso forma, ma in che cosa? Un sasso, un tonfo, a terra. La faccia coperta di terra i vestiti sporchi. Lo sento, é qui. Mi osserva, sento le braci dei suoi occhi fissarmi. Che faccio? Una voce, mi parla, "non andrai lontano se continui cosí, vieni, ti do una mano". devo fidarmi? devo andare con lui? No, non posso farlo, già altri mi hanno tradita, abbandonata, dimenticata. Allora mi alzo e scappo, riprendo la mia corsa, la mia fuga dall'ignoto, ma perché, perché non mi fermo, non mi stanco, non sento il bisogno di qualcosa, di qualcuno con me, come me. e allora lo sento, dietro di me, si trasforma, era una trappola, voleva trarmi in inganno. oppure no? accelero, perché qualunque cosa succeda non deve raggiungermi. stanchezza, sale dalle gambe e si avvinghia a me come un enorme peso, come un muro, erge una resistenza, una barriera. fruscii, rumori, é la foresta, mi parla, vuole aiutarmi, un ramo entra nel mio campo visivo, mi prende dolcemente e mi solleva, mi nasconde, sento una voce che dice che va tutto bene, che il peggio é passato. devo crederci, posso crederci? lentamente il buio mi avvolge, la stanchezza allenta la sua morsa e io cado nel sonno leggero di chi teme una brutta, terribile sorpresa. luce, filtra tra le mie palpebre, voci, poi silenzio. apro gli occhi: foglie, rami, erba, fiori. sono nella foresta.

La salvezza nella distruzione [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora