CAPITOLO 8

9 1 0
                                    

POV ragazza

Mi sveglio di soprassalto a causa di un sogno che non riesco a ricordare, mi guardo intorno, prendo un foglio e una matita e comincio a disegare il lago dove ero stata ieri con l'ulox che ora dorme, inizio a disegnare una mappa dettagliata del mondo in base alle mie conoscenze e a ciò che ho visto, dopo circa un'ora ho terminato il mio lavoro e sveglio l'ulox mostrandogli la mappa con la quale potremo orientarci.

"site shvoegi sveppi?" (dove andremo adesso?)

"Non lo so amico mio, ma da qualche parte andremo, potremmo dirigerci alla catena montuosa di Ehintas, da lí andremmo a Thebirgen. Lí possiamo vedere se qualcuno può aiutarci."

"ts aehe" (va bene)

Ci mettiamo subito in cammino e al sorgere del Whiri siamo già lontani da Lutathis e ci stiamo dirigendo verso il regno di Scarenx per attraversarlo. Stiamo seguendo un sentiero molto conosciuto e frequentato dai viaggiatori e dai viandanti di oberarohn, che ci ha consigliato il locandiere, una sensazione mi attraversa: pericolo. Corro verso l'ulox e lo trascino fuori dal sentiero che costeggia un campo di grano, ci nascondiamo lí e vedo uno di quelli che hanno attaccato me e l'ulox nella foresta oscura. Lo sento parlare con qualcuno che non riconosco, non colgo tutte le sue parole, ma qualcosa comprendo

"Avevamo quasi catturato il bestione... Era pazzesca... Non é sopravvissuto quasi nessuno... Era un essere magico... "

Improvvisamente smette di parlare e io mi volto, l'ulox non c'é piú, riguardo la strada e vedo che anche il sopravvissuto é scomparso, mi guardo intorno spaventata e un urlo terrificante mi fa comprendere in un attimo cosa é accaduto. Resto acquattata a terra, l'urlo si ripete, stavolta ancora piú straziante di prima. Ora non riesco piú a stare ferma e comincio a correre in direzione dell'urlo, ma invece di trovare l'ulox intento a uccidere la sua vittima, vedo il ragazzo di prima intento a derubare colui con cui prima aveva cominciato a parlare, ma allora dov'é l'ulox? Vedo l'assassino alzarsi e puntareun dito accusatore verso di me

"Tu"

Mi guarda negli occhi con uno sguardo omicida, poi cade a terra come svenuto, mi volto di scatto, ma non c'é nessuno, mi rivolto e mi chino su di lui, le mie mani si illuminano e lui apre gli occhi, lo sguardo omicida di prima ha lasciato spazio allo stupore e all'incredulità

"Mi hai salvato, potevi uccidermi, ma mi hai salvato!
Ora"

Sento qualcosa colpirmi alla spalla poi buio.

Apro gli occhi, sono in una gabbia di legno, guardo in basso, le mie mani e i miei piedi sono liberi, guardo fuori dalla cella e vedo con mia sorpresa l'uomo che era stato ucciso, l'interlocutore del traditore della mia fiducia. Sento un urlo

"É sveglia"

gli sguardi di sei uomini si puntano su di me, sei sguardi truci e carichi d'odio, tutti tranne uno: quello del ragazzo cui ho salvato la vita. Il suo sguardo é un misto di riconoscenza e timore con in aggiunta una spruzzata di rabbia. Non ho paura, non sono felice o turbata, non provo assolutamente niente.

"Uccidiamola"

"Dobbiamo portarla dal capo, pensa a cosa ci farebbe se la uccidessimo noi"

Hanno parlato due uomini sulla trentina, uno ha la faccia coperta di cicatrici, l'altro ha un occhio solo.

"Allora muoviamoci"

Si intromette un uomo sui 40 anni dall'aria vissuta.

Gli altri cinque uomini e il ragazzo annuiscono in silenzio.

Non so cosa pensare, chi é il loro capo? Dov'é finito l'ulox?

La gabbia di legno nella quale sono rinchiusa viene brutalmente sollevata e gettata all’interno di un carro coperto da pelli di animale, mi guardo intorno senza sapere cosa fare mentre nel mio corpo sento qualcosa crescere. All’improvviso il carro parte ed io vengo sbalzata all’indietro battendo la testa. Mi guardo intorno e vedo una serie di puntiti neri prima di perdere conoscenza definitivamente. Mi guardo intorno e vedo nuovamente una luce che mi avvolge, davanti a me incomincia a prendere forma una figura spettrale avvolta in un mantello. Non so perché ma mi sento attratta da essa, così mi avvicino sempre di più fino a sfiorarla con una mano:

“Annael, sei arrivata infine. Forse non lo sai ma tu discendi dalle creature più potenti che mai calcarono questa terra: i Luxnev. Quello che forse non sai è che tua madre era un demone, il più potente fra tutti, in te risiede una forza oscura pronta a dilaniarti quando meno te lo aspetti: tu sei la vita e la morte”

Ad un tratto la figura scompare lasciandomi sola con le mie domande e i miei dubbi. La luce viene sostituita dal nero, mentre una nuova figura compare, questa però è avvolta da un manto nero che comincia a parlare con una voce profonda e lugubre:

“Annael, tu ancora non lo sai, ma il tuo destino ti attende: non puoi fuggire, non puoi fermare la mano del fato. La tua vita, il tuo potere, sono desiderati da molti. Scappa dall’inevitabile, salvati e salva gli altri”

Fa una pausa e poi riprende a parlare:

“Non dovrei essere io a dirti ciò, io ti dovrei distruggere, io ti dovrei uccidere. Ma tu, tu mi hai accettata. So che non lo ricordi, ma quella bambina appena nata che invece di cacciarmi mi accolse, sei tu”

Non so di cosa parla, ma voglio capire. Mi avvicino a quella figura, e un sentimento non mio mi pervade: la tristezza. È per questo che abbraccio quell’essere rifiutato da tutti che però si è aperto a me, fidandosi. Dopo degli istanti che a me paiono ore le parlo:

“Anche se non ricordo, io ti accetto di nuovo. Non mi importa chi tu sia o cosa tu abbia fatto”

“grazie”

Così come è arrivata, questa visione scompare. Apro gli occhi e mi rendo conto di essere ancora nella gabbia. Guardo fuori dal carro e noto che il Rhon è tramontato. Delle parole mi rimbombano nella testa: “scappa dall’inevitabile, salvati e salva gli altri”. Dopo poco sento un leggero rumore:
tic… tic…
delle lievi gocce d’acqua cominciano a cadere dal cielo infrangendosi sulle pelli che coprono il carro producendo sottili schizzi e definendo lo scorrere del tempo.
tic, tic… tic, tic…
la pioggia comincia a farsi sempre più frequente, come le note di una melodia lontana che, al pari della mia memoria perduta, incomincia a irrompere nella mia mente.  Vedo delle scene sfocate, una bambina che tende la sua piccola mano ad una figura nascosta nell’ombra, il fuoco che divampa in una casa, delle urla, un pianto infantile…
tic, tic, tic… tic, tic, tic…
ora la tempesta infuria all’esterno del carro e allo stesso modo i suoni e le parole che compongono quella melodia di ricordi infrangono le barriere della mia mente e vi scorrono come un fiume impetuoso; ma quando un ricordo comincia a farsi più nitido, nel momento in cui credo finalmente di aver compreso quella dolce musica, ecco che tutto scompare.
tic… tic…

Dopo qualche istante una determinazione non mia, una forza che non mi appartiene, cominciano ad impossessarsi del mio corpo ed io con un calcio possente sfondo la porta della mia prigione e balzo giù dal carro e corro nella notte e confondendomi tra le ombre.

La salvezza nella distruzione [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora