Stavano in quella stanza grigia da tanto tempo, troppo. Erwin Smith, il capo dello Scotland Yard, era davvero irritato in quel momento, guardava l'investigatore che si trovava sulla sponda opposta del grande tavolo rettangolare mentre leggeva i numerosi fascicoli inerenti alle decine di omicidi tenuti a Londra negli ultimi due mesi, e lo squadrava in modo truce: come era possibile che l'investigatore, appena arrivato, non avesse neanche detto "Buongiorno", secondo le regole della buona educazione, ma che avesse solo domandato dove stavano le informazioni che aveva chiesto quella mattina?! Inoltre non aveva spicciato parola in quella lentissima ora che aveva passato nell'ufficio del direttore, neanche un grugnito! Gli unici segni che facevano capire che l'investigatore era ancora vivo erano pochi: il petto che si alzava e abbassava regolarmente, le palpebre che si aprivano e chiudevano regolarmente, i fascicoli che sfogliava regolarmente... Anche se quel tipo di "regolare" aveva poco e nulla. Iniziamo a partire dalla sua statura diversamente alta (se lo definisci "basso" rischi la vita per tutti i cazzotti che ti mollerebbe dopo quest'affermazione) che faceva a pugni con la sua muscolatura ben delineata e accentuata, possiamo continuare con i capelli corvini rasati sulla nuca che lo facevano sembrare un caporale dell'esercito, con la sua mania per l'igiene e per i colori scuri. Ma una delle cose meno regolari che aveva erano gli occhi, due maledetti occhi grigi, inespressivi ma al tempo stesso taglienti.
Era un tipo che incuteva paura, erano in pochi a rivolgergli la parola. Era un tipo che aveva già risolto venti casi e più essendo solo un trentenne. Era un tipo che non voleva relazionarsi con nessuno. Era un tipo che adorava la vita da lupo solitario, diceva che lo aiutava a concentrarsi e a "gustarsi meglio il té", sue testuali parole. Era Levi Ackerman, nulla di più e nulla di meno. E ora al poveretto era stato chiesto aiuto da tutto lo Scotland Yard (quasi quasi ci si metteva anche la regina) per questo caso strano e raccapricciante. Un assassino che drogava le vittime prima di martoriarle e farci con i loro corpi sculture da esporre per le strade di Londra... Non si era mai vista o sentita una cosa del genere, e Levi si sentiva quasi eccitato all'idea di poter cercare quel folle, ma non lo dava a vedere, teneva le sue emozioni sempre ben nascoste, il signore che lo accudì gli aveva raccomandato di fare così molti anni addietro. Ma questa è un'altra storia, non divaghiamo.
Beh, torniamo ad Erwin che in quel momento stava sul serio perdendo la pazienza, si chiedeva come potesse essere così freddo l'investigatore dinanzi ad un così grande pericolo. Stava per scoppiare, per alzarsi di scatto dalla sedia ed urlare cose poco eleganti a Levi. Ma non potè farlo, semplicemente perché all'improvviso qualcuno bussò alla porta di vetro dalla quale si vedeva una donna sorridente dai capelli castani raccolti in un codino poco ordinato che era intenta a sistemarsi gli occhiali sul naso mentre continuava a percuotere violentemente la porta. Erwin, esausto, si massaggiò le tempie e, congedandosi con un veloce "Mi scusi", che non era stato ricambiato dall'investigatore, uscì dalla stanza per parlare con la strana donna che conosceva poco: Hanji Zoe, una delle persone più importanti nel gruppo della scientifica. Era una donna dallo spirito allegro, molto solare ed esageratamente positiva. Tendeva a parlare a sproposito e aveva la risata facile. Una cosa che le pieceva davvero molto fare era l'autopsia ai cadaveri, a volte parlava anche con loro per farli sentire meno soli e abbandonati, preferiva non avere nessuno che le girasse intorno mentre faceva questi "incontri" (era così che adorava chiamarli), e quando "incontrava" i cadaveri tendeva sempre ad appuntarsi tutte le cose strane che erano state rinvenute sul corpo per poi fare delle ricerche nella biblioteca londinese, era una persona davvero curiosa.
- Ehilà signor Smith!- lo salutò Hanji più che entusiasta.
- Buongiorno signorina Zoe, a cosa devo la vostra visita?- domandò Erwin abbastanza agitato, infatti continuava a guardare Levi dall'esterno della stanza (non aveva mura, c'era solo un'immensa vetrata che delineava il perimetro della zona) domandandosi quali sarebbero state le osservazioni dell'investigatore.
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Arte mortifera.
Misterio / SuspensoLondra, una delle città più importanti e famose al mondo, non è più sicura da un po' di tempo. Per le strade si aggira un assassino che si diverte a mietere vittime a destra e a manca lasciando un fitto alone intriso di mistero attorno a se. La poli...