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"Jenna Ashton continua a chiamarmi" sussurrò mia mamma dalla cucina coprendo con una mano la parte finale del telefono

Sbuffai e scesi dal divano. Era la dodicesime volta che chiamava, ovviamente avrei dovuto affrontarlo a un certo punto.

Da quando era accaduto tutto ciò con Ashton la scorsa settimana, ero più confidente. Non mi facevo più così tanti problemi per parlare con la gente, quindi credo che in qualche modo mi abbia aiutata, ma non lo perdonerò di certo. Quello che ha fatto era ridicolo, e non ne aveva motivo.

"Che vuoi Ashton?" Sbottai poggiandomi contro il muro "e come hai fatto ad avere questo numero?" Chiesi ricordandomi che non glielo avevo mai dato.

Lo sentii tirare su con il naso dall'altro capo del telefono. Stava piangendo?

"Ho cercato nell'elenco telefonico. E Jenna, non riesco a smettere di pensare a te. Sono un disastro. Ho bisogno che mi perdoni. Mi sento uno schifo riguardo a tutto ciò" concluse

"Ashton ho bisogno che tu capisca che onestamente non credo che io possa perdonarti. Mi dispiace- anzi attualmente non mi dispiace. Ti sei fatto questo da solo"

Ashton rimase in silenzio per diversi secondi, e pensai che avesse attaccato quando lo sentii mormorare qualcosa.

"Non riesco a sentirti Ashton, parla più forte" dissi irritata. Volevo solo chiudere la conversazione.

Ashton tossì, e si schiarì la voce "vieni qui? Voglio parlare di questo di persona, ti prego Jenna" implorò.

Sospirai rumorosamente e guardai l'orario. Erano solo le 3.30 pm.

"Sarò li tra 20 minuti"

Attaccai e andai a prendere il mio cappotto, mentre già mi pentivo della scelta che avevo fatto.

Ma sapevo esattamente come avrei dovuto affrontarla.

Social Anxiety Disorder  ☹ a.i {Italian translation}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora