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Chiusi la porta del bagno a chiave con due mandate e mi afflosciai sullo stipite. Mi toccai le labbra con il dito indice: il mio primo bacio. E l'avevo dato ad uno stronzo puttaniere! Immaginavo già la voce di mio padre: 'A che livelli sei caduta Allison!! Ti ho mandato qui per studiare, non per pomiciare col primo che capita!!'

Presi la mia testa con le mani e mi alzai. Mi affacciai allo specchio e la mia immagine mi spaventò: il mascara era colato al bordo degli occhi, e i capelli perfettamente piastrati quali erano, erano ridotti ad una massa cespugliosa! Mi sciaquai la faccia velocemente e presi una salviettina dalla borsa. Uscii dal bagno, e scesi le scale che portavano alla 'pista'.

La casa era cosí grande che mi ero persa. Bussai ad alcune porte. Erano quasi tutte chiuse a chiave, finche una non si aprí. La aprii il tanto che bastava per infilarci la testa e...lo spettacolo che vidi mi scioccò.

Jesphica era a cavalcioni (di nuovo) su Dylan, ed entrambi nudi come vermi, mi fissavano sbalorditi. Non voglio immaginare cosa stavano facendo.

«Scusate per av-aver interrotto il vo-vostro mom-momento» balbettai tutta rossa e scappai giù per le scale.
Sentii un "Aspetta Allison" ed alcuni mugolii di protesta ma non me ne curai.

Cercai Molly con lo sguardo, invano. Insieme a Derek sembravano scomparsi. Quindi l'unica alternativa che avevo era farmela a piedi.. Cazzo, erano almeno 3 km dal campus.

Mi incamminai di malavoglia. Fuori dalla casa l'aria era freddissima nonostante fosse ancora settembre.
Intorno a me c'era una specie di cupola horror: le foglie cadevano dagli alberi, la luna piena, ululati.. Un brivido mi percorse tutta la schiena.

Era già un quarto d'ora che camminavo senza sosta. Decisi di fermarmi un attimo. Non c'era anima viva se non qualche gatto qua è la. All'improvviso mi sentii strattonare.

«Hey bellezza»
Un ragazzo sui trenta anni, si avvicinó pericolosamente a me. Sentivo già il suo alito puzzare di alcol.
«Sono di fretta» dissi, e presi a camminare velocemente.
Ma lui, molto piú capace di me, mi cinse i fianchi toccandomi sul basso ventre.

«Ho detto che sono di fretta, lasciami andare!»
«Non avere piccola, ci divertiremo»

«Ha detto di lasciarla.» Una voce, inconfondibile, fece distrarre quel mostro che mi aveva fatto provare ribrezzo. Subito mi allontanai da lui.
«E tu cosa vuoi? Chi ti credi di essere, moccioso?»

Neanche il tempo di finire la frase che Dylan si buttó sul ragazzo. Gli sbattè la testa al marciapiede più volte facendogli perdere del sangue. La rissa si capovolse, e fu Dylan a essere picchiato. In preda al panico, urlai e cercai qualcosa di duro da sbattere in testa al mostro.

Intravidi una pietra piatta, e senza riflettere la presi, e la sbattei in testa al mostro. Subito si afflosció sul marciapiede, privo di sensi. Dylan mi guardava stupito, e scorsi anche un sorriso beffardo.

«Che ci fai tu qui?» gli chiesi con voce scocciata.
«Questo» e indicó noi insieme all'uomo privo di sensi.
Io intanto tremavo. Chissà cosa mi avrebbe fatto se non ci fosse stato lui.

«Me la sarei cavata benissimo da sola"» dissi, e distolsi lo sguardo dai suoi occhi magnetici.
«Vero, te la cavi abbastanza bene, ma senza il mio aiuto, non ce l'avresti fatta» sogghignó.
Vidi solo ora che aveva un labbro spaccato, ma non m'importava. Se l'era meritato.

«Vuoi fare la sua fine? Lasciami in pace.»
«Come vuoi, andiamo ora»
«Andiamo?» Risi di gusto. «Ma chi ti credi di essere per difendermi da questo deficiente? Ma tornatene dalla tua puttanella, sicuramente ti starà aspettando tutta nuda sul tuo lettuccio. Non m importa niente di te, per me non conti nulla.»

Fece uno sguardo triste e quasi mi pentii di aver detto quelle cose, ma poi la sua mascella si indurì e disse: «Sei solo una bambina viziata, si rischia la vita per te, e non mostri un pizzico di gratitudine. Sai che c'è? C'è che ora torni a casa da sola; e se trovi altri "bravuomini" poi non venire da me piangendo!»

Detto questo salì sulla sua moto e partí, lasciandomi lì sola e indifesa.
«Non ti avevo chiesto di venire, idiotaa» urlai, ma era già troppo lontano per sentirmi.

Mi rincamminai, stavolta con passo svelto. Lo odiavo! Lo odiavo con tutta me stessa!

Un vento gelido mi ghiacció le gambe, scoperte, e dopo una decina di minuti mi fermai dal troppo camminare.

«Sei sicura che non vuoi un passaggio?» Era di nuovo lui. Era appoggiato alla moto, e mi guardava di sottecchi.

«Non lo voglio 'un tuo passaggio'» dissi cercando di imitare la sua voce.
«Vorrà dire che se non vieni con le buone, verrai con le cattive.»

Si alzò dalla moto e venne verso di me. Feci per scappare ma in un lampo mi ritrovai a testa in giù. Colpii la sua schiena di pugni, invano.
«Dylan fammi subito scendere o giuro che ti spacco il sedere a calci»
«Si piccola, quando saremo arrivati» disse sghignazzando, e appena fummo a bordo della moto, partii.

Era la prima volta che andavo in moto. Il vento mi scompigliava i capelli. Mi appoggiai ai suoi fianchi, il quanto bastava a non essere troppo intimi.

Ad un certo punto, prese le mie gambe e le fece aderire alle sue.
«Cosí va meglio»
Si giró e mi diede un bacino sul naso.
Menomale che era girato e non poteva vedere quanto ero diventata rossa!

«Siamo arrivati»
«Avevo visto» sbottai.
«Cristo Dio, ma hai le tue cose?»
«No tesoro, mi stai sul cazzo anche senza ciclo.» E gli sorrisi falsamente.

Feci per entrare in camera ma mi bloccai. Dylan e Molly erano accoccolati sul mio e sul suo letto e dormivano beatamente. E io dove caspita mi mettevo?

Chiamai Dylan controvoglia, e lui accorse subito. Quando vide la scena fece per ridere, e gli tirai uno scapellotto.

«Cosa ti ridi, scemo? Dimmi dove mi metto io! Ceh, togli quello specie di essere di tuo fratello dal mio letto!»
«E faresti un torto alla tua amica?»
Ci pensai su e aveva ragione. Mi sarebbe dispiaciuto svegliarla.
«E cosa devo fare allora, Mr Saputello?»
«Un idea ce l'avrei.»

E quindi mi ritrovai nel suo appartamento. Era più o meno come il nostro, solo che il loro bagno era un tantino più piccolo, e le loro stanze un tantone più disordinate.
«Che sia chiaro, io dormo sul DIVANO.»
«Ma perchè?»
«Sai quante ne avrai portate nel tuo letto!»
«Veramente non ho mai portato nessuno sul mio letto.»
«Si, e dove le scopavi? Sul pavimento?"
«Sarebbe una bella idea..» Disse con occhi sognanti. Gli diedi uno scappellotto.
«Stupido» e alzai gli occhi al cielo.

«Buonanottee» gridó Dylan dalla sua camera.
«'Notte» urlai dalla cucina.
Dopo alcuni battibecchi lo avevo convinto a farmi dormire nel divano.
Mi spogliai e rimasi in intimo. Ci sarebbe stata la coperta a farmi da protettore.

Appoggiai la testa al cuscino e caddi in un sonno profondo.

#SPAZIOAUTRICE
Ho messo ben due capitoli oggi, e sono stanchissima! Chissà che succederà fra i due, ihihiih
Per ora vi lascio alla vostra curiostià, ciaoo😏😌❤️

My Happy EndingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora