"Quest'anno sono 98..." fu il primo pensiero del Capitano Rogers quando suonò la sua sveglia. Si preparò per andare a correre come faceva ogni mattina.
In giro per la città tutti si stavano preparando per i festeggiamenti dell'Indipendence day. La sua festa preferita fin da quando era bambino. In quanto il 4 luglio coincideva con il proprio compleanno.
riteneva inutile festeggiare il suo compleanno anche ora, in quanto per lui l'età non era nient'altro che un numero, e anche se avesse voluto non avrebbe avuto con chi festeggiare.
Nel pomeriggio dopo chilometri di corsa per la città tornò nel suo appartamento, sfinito e con la testa che sembrava scoppiargli.《Com'era l'indipendence day nel '45?》quella voce. Quella voce riuscì a fargli dimenticare qualsiasi problema in men che non si dica. Spostò lo sguardo verso la fonte della voce, e una Natasha Romanoff più bella che mai, guardava steve incuriosita nascondendo un sorriso.
Steve si passò una mano tra i capelli biondi, evidentemente in imbarazzo.
Quella donna aveva sempre avuto un talento naturale nel mettere in soggezione le persone.
Cercò di mantenere la calma anche davanti ai flessuosi movimenti della rossa che si aggirava per casa alla ricerca di qualcosa. Arrivata alla cucina si accigliò facendo del suo meglio per fare un caffè.
《Diverso...》fu tutto quello che riuscì a dire, colto da un amarezza portata dai mille ricordi.
Natasha se ne accorse e si pentì subito di aver posto quella domanda. Era andata a casa sua con l'intenzione di fargli passare un bel compleanno e invece aveva toccato un tasto dolente.
Osservava la figura muscolosa dell'uomo appoggiato allo stipite della porta e gli si avvicinò cauta.
Non sapeva perchè, ma non riusciva a vederlo soffrire. Ogni volta che lo vedeva stare male le si creava un nodo nello stomaco e una strana sensazione di disagio la avvolgeva.
Gli posò una mano sul petto, richiamando così la sua attenzione su di lei. I loro sguardi si cercarono magnetici, attratti l'uno dall'altra.
《Cosa sei venuta a fare qui?》la voce gli uscì come un soffio caldo sul viso di Natasha, che solo in quel momento si rese realmente conto di quanto fossero pericolosamente vicini e rabbrividì. Spinta da una forza invisibile si voltò dando le spalle al capitano, aveva un tremendo bisogno d'aria iniziava a sentire caldo.
《Non volevo restassi solo...》quelle parole le suonavano familiari sulle labbra.
Quella frase rese irrequieto Steve, e si allontanò turbato dalla cucina. Il ricordo di quel giorno lo perseguitava, aveva perso l'amore della sua vita, ma poi era arrivata lei e come sempre gli aveva fatto scordare tutto con un solo sguardo.
Vedova si morse la lingua, per la seconda volta aveva scelto le parole sbagliate.
Si diede dell'imbecille, dell'insicura e dell'incapace, ogni volta con lui si innervosiva perdendo il controllo su se stessa. Cercò di riprendere in mano la situazione e si diresse nell'altra stanza a cercarlo.
Steve era voltato di spalle e si stava spogliando per farsi la doccia, lo sguardo della donna si perse nella schiena nuda e muscolosa dell'uomo.
Steve si accorse di essere osservato e si voltò mostrando così il suo petto perfettamente scolpio e peggiorando la situazione, notò una luce strana brillare negli occhi della russa che vagavano sul suo corpo.
《Preparati, devo farti vedere un posto e sta sera andiamo a bere qualcosa. Non accetto scuse!》dette queste parole si allontanò silenziosa, seguita dallo sguardo attento del capitano che si soffermò sul suo fondoschiena. Si riscosse immediatamente dai suoi pensieri, e si buttò sotto la doccia gelida per provare a calmare il suo corpo che sembrava voler prendere fuoco.Non aveva la minima idea di dove lo stesse portando la spia, ma più di una volta gli aveva dimostrato di essere degna di fiducia, l'avrebbe seguita ovunque senza esitare. Se si fosse presentata l'occasione le avrebbe affidato la sua stessa vita, talmente era cieca la sua fiducia.
Si trovarono davanti ad una scalinata che avrebbe dovuto portare sul tetto di un palazzo.
《Chiudi gli occhi. È una sorpresa!》il sorriso naturale di Natasha lo spiazzò, era così raro vederla sorridere, e vederla sorridere a causa sua lo rendeva felice.
La donna lo incitò nuovamente a chiudere gli occhi e lui contro voglia lo fece. Avrebbe preferito continuare a guardare il suo sorriso.
Quando lei gli afferrò le mani per guidarlo su per le scale, gli sembrò di essere scosso da una scarica elettrica inspiegabile.
《Fermo qui... ecco. ora apri gli occhi.》 Davanti a lui si apriva teatrale lo skyline della città. A quell'altezza si aveva una vista mozzafiato e una pace quasi irreale.
Steve rimase a bocca aperta, impressionato dalla vista. Natasha al suo fianco si appoggiò al parapetto perdendo lo sguardo all'orizzonte.
《Sai...》iniziò lei titubante senza spostare lo sguardo.
《ci sono momenti in cui non so a cosa credere, a chi credere. Momenti in cui sento di essere sola a lottare contro il mondo. E ho bisogno di fermarmi per riflettere.
Allora vengo qui, è il mio posto preferito in città.》spostò lo sguardo sul capitano incontrando così i suoi occhi blu, guardava la russa in modo indecifrabile.
Mille pensieri turbinavano nella testa del soldato, ma bastava incontrare gli occhi verdi di Natasha per farli tacere tutti, lasciando spazio solo a lei.
《Non sarai mai sola...》le parole uscirono irrefrenabili.
Il cuore della spia sembrò perdere un battito, e le sue gote farsi più rosee.
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Angel With A Shotgun ~ [Romanogers]
FanfictionOne shot. Sapete quel momento di sclero e degrado nel quale inizi a pensare cose strane? Beh tutto inizia così. Poi metto le mie fantasie per iscritto e vengono fuori queste cose. Posso solo augurarvi buona lettura.