1. Gioco d'entrata - Qualcosa su di voi

527 25 10
                                    


Con l'immaginazione si creano i ricordi migliori e con la mente si fanno i viaggi più belli. Oggi voglio raccontarvi una storia; non vi dirò che è reale, né che potrebbe esserlo. Semplicemente, ve la presenterò come uno di quei sogni bellissimi che, lo sai perfettamente quando li fai, sono solo sogni e tali resteranno. Eppure, tu li ricorderai per sempre.

"Era una ragazza timida ed impacciata, ingenua, di quelle che passano spesso inosservate. Non aveva tratti in particolare e, se le chiedevi di parlarti di lei, ti rispondeva semplicemente che non c'era nulla da dire, nulla di rilevante almeno. Probabilmente non si conosceva abbastanza, questo era il suo problema. La sua stranezza, il suo essere così diversa, non erano altro che doni. E quando si sentiva fuori posto, forse era proprio allora che si trovava nel posto giusto. Non sapeva di essere speciale, di esserlo sempre stata. Non nel significato preciso del termine: lei era una strega, nata babbana. E quando, giorni prima, aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts, quasi aveva creduto di sognare. Mentre ora, in piedi in quella sala enorme, le sembrava talmente stupido dubitare di quella meravigliosa realtà. Di fronte a lei, una donna piuttosto anziana, che prima si era presentata come professoressa McGranitt, teneva in mano uno strano cappello. Il cappello parlante. Lo sapeva, l'aveva letto giorni prima in "Storia di Hogwarts". Già, erano molte le cose che sapeva ed ancor più quelle che non vedeva l'ora d'imparare. Era sempre stata così, curiosa e determinata. Ma ora, trovandosi lì, l'assaliva una strana ansia; come la familiare paura di non sapere chi essere. Era intelligente? Leale? Ambiziosa? O coraggiosa?

Se non sapeva lei stessa chi fosse, come poteva dirglielo un cappello?

E mentre arrivava il suo turno, l'unica cosa che riusciva a pensare era "Miseriaccia.. quali sono le mie qualità? Chi sono io?".

A parte una ragazza enormemente insicura, s'intenda. Da quando ne aveva memoria, era sempre stata dubbiosa ed incerta, mai, nemmeno una volta, era riuscita ad avere piena fiducia in se stessa. Lei era sempre troppo poco, troppo indietro, per riuscirci. L'aveva sempre pensato. Eppure, come il più grande dei controsensi, non si era mai arresa. Sì, forse era coraggiosa. Aveva avuto il coraggio di non cedere, di far vedere a tutti la sua forza. E non era neanche indietro rispetto agli altri, anzi. Forse non riusciva a vederli, solo perché era lei ad essere più avanti.

La conosco bene, sì, ho imparato a conoscerla bene; e da allora tutto è diventato più semplice.

Una voce, altera e calda, chiamò il suo nome, interrompendo bruscamente i suoi pensieri d'insicurezza. Si fece avanti, goffa come suo solito, quasi tremante, e si posizionò sullo sgabello.

Poteva chiedere chi essere, semplicemente sussurrando il nome di una delle quattro case. Magari avrebbe potuto decidere in base al colore della sciarpa che le sarebbe piaciuto indossare, o basandosi sulla fama e la storia delle case di cui, ovviamente, aveva letto. Tuttavia, non lo fece. Forse voleva che finalmente qualcuno le dicesse chi fosse, le dicesse se andava bene così. Tutti l'avevano sempre vista come una sicura di sé, sempre pronta ad aiutare gli altri, il chiodo fisso e la migliore confidente. In realtà, nessuno la conosceva, non davvero. Gli unici amici a cui aveva raccontato la sua vera storia, travagliata e difficile, erano i fogli bianchi. Scriveva, raccontava, si affidava a loro e gli confidava ogni suo segreto. La sua insicurezza era nascosta fra le righe dei suoi fedeli amici, scovabile solo da chi avrebbe voluto leggerli davvero; visibile solo a quei rari lettori, alla cui attenzione non sfuggono i particolari. Il suo sogno più grande era proprio questo, trovare qualcuno che riuscisse davvero a capirla e conoscerla, senza poi andare via.

Leggere era il suo mondo, letteralmente. E si rese conto di saperlo da tempo solo quando il cappello parlante urlò "Corvonero!".

Sì, era determinata, leale, forse anche ambiziosa. Le sue qualità erano come i tanti ingredienti di una pozione, ciò nonostante, l'intelligenza era il calderone. Tutto ciò che era l'aveva imparato leggendo e studiando, grazie alla saggezza ed alla perseveranza della sua mente, sempre pronta ad imparare nuove lezioni. Ed il suo difetto, perchè tutti ne abbiamo uno, era la troppa diffidenza. Anche questa era un ingrediente, uno amaro. Il suo essere troppo riflessiva e razionale spesso la separava dagli altri; inducendola a donare a pochi la sua fiducia; ergo, aveva davvero pochi amici, tutti veri. A lei andava bene così, essere quasi invisibile. Non le era mai importato farsi notare, detestava stare al centro dell'attenzione. L'unica cosa che pretendeva dagli altri era il rispetto, non voleva che nessuno la definisse incapace, per questo s'impegnava a dare sempre il meglio. La sola a poter dubitare di se stessa, era lei. Le piaceva essere un mistero, nessuno poteva dire di conoscerla in tutto e per tutto; le sue abitudini erano sconosciute come quelle di un tadfoal, il cucciolo di un ippocampo.

Un centauro. Strana creatura, odiata da pochi ed amata da pochissimi, indifferente alla maggior parte. Era una persona saggia, amante della cultura. E, come per tutti i centauri, in lei esistevano sia il male che il bene. Tuttavia, di questo ne era certa, siamo sempre noi a scegliere chi essere."

Forse ho parlato di me, ho raccontato la mia storia, o forse no. Personalmente sono del parere che nessuno possa mai parlare incondizionatamente di se stesso, senza omettere o aggiungere particolari rilevanti. Magari un giorno ci sarà qualcuno che mi conoscerà a tal punto, da poter racconatre di me senza filtri; in attesa, confiderò tutto ad un foglio bianco. Anche se il mio racconto è solo frutto dell'immaginazione, resta pur sempre una storia che può far sognare qualcuno. Ora, la domanda è questa, quanto può mai essere importante se una cosa esiste o no, quando basta immaginarla e scriverla per poterla vivere?

Forse, con la mia mente sognatrice, mi trovo ancora lì. Dentro di me, io mi sento ancora a casa: a Hogwarts.

-

Ali_di_pagine

OWL AWARDS || CENTAURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora