14.

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Qualcosa mi cade addosso malamente, apro gli occhi all'istante. Sono ancora mezza addormentata. I suoi capelli mi solleticano sulle guance, è pesantissimo sopra di me. Mi prende la mano, mi manca il respiro. Non capisco cosa stia succedendo, non capisco perché me lo sto ritrovando davanti nel bel mezzo della notte. Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. 

Alle mie narici arriva la puzza dell'alcool e capisco che è ubriaco fradicio. Abbiamo lasciato la pizzeria solo da qualche ora, come aveva fatto a conciarsi in quel modo in così poco tempo?

- Che cosa ci fai qui? -, domando cercando di divincolarmi dalla sua presa ferrea. 

Luke sbuffa e farfuglia qualcosa di incomprensibile. Isso il busto mettendomi a sedere sul letto, i nostri volti sono a qualche centimetro di distanza. La luce della luna gli illumina una parte del volto. I suoi occhi sono arrossati, i capelli arruffati. E' ancora vestito come poco fa, quindi suppongo non sia tornato affatto a casa dopo aver accompagnato Kelsey. 

Hemmings alza una mano, mentre l'altra stringe la mia, la poggia sulla mia guancia. 

- Sei bellissima.- 

Chiudo un attimo gli occhi, beandomi delle sue parole. Non me lo diceva da tanto, troppo tempo. Quando avevo preso quel dannato aereo per andarmene da lui, mi ero ripromessa che lo avrei dimenticato, che sarebbe stato un capitolo chiuso della mia vita, che sarei andata avanti. 

E lo avevo fatto, avevo chiuso l'intero libro e lo avevo riposto in uno scaffale talmente in alto che sarebbe stato impossibile per me arrivarci e riprenderlo. E, infatti, non ero stata io a farlo. 

Quando avevo abbandonato in alto quel libro, avevo dimenticato che Hemmings era un metro e novantatré di testardaggine e che lui, differentemente da me, poteva benissimo arrivare in quello scaffale in alto, prendere il libro che lo riguardava, aprirlo e metterlo sotto il mio naso. 

Così facendo, mi era stato impossibile non riprendere la lettura. 

Apro gli occhi, torno alla triste realtà in cui lui sta con Kelsey ed io sono l'unica ad aver riaperto quel libro. 

- Non dovresti essere qui.- 

La mia voce è ferma e tagliente, spero capisca il messaggio e se ne vada. Sarebbe troppo da sopportare. 

Gli occhioni azzurri di Luke si spalancano, ora, nonostante la barba folta lo faccia sembrare un uomo, i suoi occhi tristi mi ricordano tanto quelli dei bambini. 

- Invece sì. Questo è l'unico posto in cui dovrei essere! - ribatte imbronciandosi.

- No, Hemmings. Sei ubriaco e dovresti tornartene a casa.-

Mi alzo dal letto e lo costringo a lasciarmi la mano. Deve andare via e Janet deve smetterla di lasciare la chiave sotto lo zerbino. 

- Sono già a casa.- 

- Ti sbagli, casa tua è più avanti. Ricordi? E' l'appartamento 23B, con Michael. - 

- Tu, ti sbagli. Casa mia è dove sei tu. - 

Se solo queste cose me le dicesse da sobrio, tutto sarebbe differente. Ed invece io e Hemmings siamo sempre stati così: incasinati. 

Beside You. [L.H]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora