<Chapter three: the embarrassment>

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....la cosa più straziante era vederlo in quello stato e sapere di essere impotente, sapere di non poter competere con quel male....

...rimasi incantata da quel sorriso. Era qualcosa di fantastico.
Scossi la testa per svegliarmi da quell'ipnosi e cominciai a parlare " *coff coff* Ehm....allooora.....dove vogliamo andare?" dissi impacciatamente.
"Per me è uguale, dove vorresti andare?" Rimasi scioccata, nessuno me lo aveva mai chiesto, quando uscivo con qualcuno di solito andavo semplicemente dove loro decidevano di portarmi. Così decisi di approfittarne...."è da un pò di tempo che vorrei andare al parco divertimenti qui vicino..." mi guardava impassibile, voleva che continuassi. Stavo cominciando a sudare, mi sentivo in imbarazzo, non avevo mai organizzato un'uscita perchè di solito venivo chiamata a fatto compiuto, invece ora mi ritrovavo a dover organizzare per la prima volta un'uscita e per giunta con un ragazzo che conoscevo appena. "......Beh....ti va di andare lì è poi magari prendiamo un gelato?" Chiesi titubante "Si." Mi rispose, e un fantastico sorriso cominciò a formarsi sul suo viso. "Bene, allora andiamo" imbarazzata cominciai ad annuire, e senza rendermene conto stavo annuendo al nulla, come un'idiota.
Mi schioccò due dita davanti agli occhi e mi risvegliai "Ehi Edith, tutto bene?" Mi guardò perplesso "co...cosa....?" Mi ero resa conto solo ora dell'incredibile figura di merda che avevo fatto. "SI. Si si, tutto bene, andiamo?" Risposi nervosa "okay..." Mi guardò stranito e poi cominciò a camminare. Io ero ferma lì come se avessi paura di muovere qualche passo "su, vieni" mi sorrise e mi tese il braccio. Io lo afferrai e cominciammo a camminare. Durante il tragitto ci fermammo per prendere dello zucchero filato, e intanto stavamo zitti, entrambi con l'imbarazzo sul volto.
Arrivati al parco divertimenti lui insistette per pagare anche il mio biglietto, dato che non gli avevo permesso di farmi comprare lo zucchero filato, "James, non serve che tu mi paghi il biglietto, tranquillo!" "Ma stai scherzando Edith? È il minimo che possa fare per te questa sera! Su ora posa quel portafogli ed entriamo." Con queste parole mi aveva convinta. Ora voi direte <ma come ti fai convincere subito!> beh, accanto a queste parole aveva anche messo uno di quei suoi stupendi sorrisi. "Okay" sbuffai "dai, ora non tenermi il broncio" disse scherzosamente "no no, per carità." Cominciammo a ridere entrambi "hai una risata bellissima James" lui si bloccò di colpo. Era stupito dalle mie parole. In effetti lo ero anche io. Non sapevo cosa dire, così sorrisi e gli presi la mano "andiamo su" sorrise a sua volta ed entrammo.
Quel giorno mi sembrava diverso. Non era il solito James sempre con il naso tra i libri, i maglioni, le felpe e le tute che coprivano il suo corpo. Oggi io vedevo un James capace di divertirsi, un James con una canotta attillata che mostrava il suo fisico in tutto il suo splendore, un James che guida una moto con un giubbotto di pelle, un James che nessuno credeva potesse esistere, un James che sapeva di libertà, si, proprio di libertà. Perchè almeno per oggi, non avrebbe dovuto sopportare le continue botte e i continui sfottò che riceveva dai bulli e da quelli come me.

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