Il giorno dopo mi alzai molto presto; erano circa le 6:30 e, ovviamente, tutti ancora dormivano.
Mi alzai piano dal letto per non svegliare Sofia spostando delicatamente il suo braccio che si trovava sopra la mia pancia.
Mi incamminai verso la cucina e, con l'idea di farmi un panino, aprii il frigo e cercai qualcosa da mettere tra due fette di pane, ma, ovviamente, non trovai niente. Decisi di andare nel bar più vicino e così mi incamminai verso l'uscita, non presi la macchina, non mi importava quanta strada sarebbe stata, avevo voglia di camminare.
Presi le mie cuffiette, le infilai nelle orecchie e, incamminandomi premetti play facendo partire una canzone casuale; il ritmo di "Welcome to my life" partì e mi lasciai trasportare da quello dimenticando quasi di star camminando e immergendomi nei miei pensieri. Pensai a tutto quello che era successo, pensai a Luca e ad Alberico, a come tutto fosse successo in mia assenza, a come sentivo minacciata la mia relazione con Sofia. I miei pensieri furono interrotti dalla fine della canzone che era in play. Tornai per un attimo al mondo reale e mi accorsi di essere arrivato alla parte della spiaggia più affollata e piena di negozi, un posto così bello che assomigliava quasi alla spiaggia di Los Angeles. Iniziai la ricerca di un bar e, dopo nemmeno 2 minuti ne trovai uno, entrai, ordinai un caffè da portar via e una brioche, pagai, e uscii. Decisi di accantonare per un po' quell'unico pensiero che mi perseguitava e di godermi la bella giornata di sole, iniziai a camminare tra i negozi e uno attirò subito la mia attenzione: era un negozio di skateboard, da piccolo ricordo che mio fratello aveva sempre cercato di insegnarmi ad andarci e, devo dire, che ero diventato anche bravo, ma chissà per quale ragione avevo smesso di usarlo. Decisi di comprarne uno in memoria dei vecchi tempi e iniziai a correre con lo skateboard per le viuzze con nelle orecchie il ritmo di una delle canzoni che riesce di più a darmi la carica: Can't Hold Us. Mi sentii più libero di quanto non mi sia mai sentito, il vento in faccia che mi scompigliava i capelli, il solo in fronte, il mare, e soprattutto, la mia musica. Continuai a girovagare per un altro po' finché un ragazzo anche lui con lo skateboard non mi tagliò la strada facendomi cadere a terra nel tentativo di evitare l'impatto con lui ma non ci riuscii: cademmo entrambi a terra l'uno sopra l'altro.
"Che problema hai?!" gli urlai ancora a terra.
"Che problema hai tu?!" mi rispose anche lui urlando, riconobbi subito la voce del ragazzo: era Matt dei Crookids, evidentemente anche lui si era svegliato presto.
"Oh Matt ma che ci fai qua?"
"Fratè stavo facendo un giro"
"Ah, ho capito, beh comunque scusami"
"Scusami anche tu"
"Dove vai adesso?"
"Credo di tornare da Antony tu?"
"Si credo di farlo anche io".
Il mio telefono iniziò a squillare, mi scusai con Matt e lo presi dalla tasca dei pantaloni trovando che mi stava chiamando un numero che non avevo registrato in rubrica, risposi e una voce femminile mi disse:" Hey amore, sono Sofia, non avevo il tuo numero e quindi me lo sono fatto dare da Antony, poverino l'ho svegliato a quest'ora, dovevi vedere la sua faccia, ma comunque, mi sono svegliata e non ti ho trovato più, dove sei finito? Tutto bene?"
"Amo tutto bene tranquilla sono andato a fare due passi ma stavo per tornare". le dissi.
"Okay perfetto allora perché stavo pensando di fare un giro noi due da qualche parte se ti va"mi rispose.
"Certo che mi va bene, arrivo"
"Ti amo"
"Ti amo anche io piccola" e attaccai il telefono.
Tornai a casa insieme a Matt e quando arrivai erano circa le 8.
Trovai Sofia seduta fuori, sulla sabbia con le sue solite cuffiette nelle orecchie, mi sedetti accanto a lei e le stampai un bacio sulla bocca. Lei aprì gli occhi e sorrise nel vedermi, mi fece stendere accanto a lei sulla sabbia e iniziammo a baciarci, schiusi un po' le mie labbra e Sofia mi imitò, le nostre lingue si intrecciarono e mi sentii il ragazzo più fortunato al mondo ad avere una come lei accanto a me.