decimo.

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CAMILA

Sono abbastanza preoccupata, Lauren non mi risponde da un bel po' e di solito lei ha sempre il telefono in mano.

Non erano vere le sue parole oggi, io non sapevo il motivo del suo dolore.

Quando poi le feci notare questo particolare, oggi pomeriggio, mi rammentò i continui problemi con i suoi genitori ed allora capii immediatamente, cercai solo di sollevarla, invece di buttarla giù dandole altri pesanti pensieri.

Afferro il bicchiere sul comodino e con le labbra catturo la cannuccia, iniziando a berne il liquido all'interno, scorrendo poi con il dito lungo l'apparecchio elettronico tra le mie mani.

Una forte sensazione mi stravolge, come quando sogni di cadere nel buio e senti quel vuoto dentro lo stomaco, così forte da aver paura di morire prima dello schianto.

Non ho mai avuto un brutto presentimento come questo, mi sento mancare l'aria e quasi mi gira la testa.
Stringo saldamente il cellulare e poso il bicchiere sul piccolo mobiletto accanto al grande letto matrimoniale che irrompe nella mia camera.

Il cellulare suona facendomi sussultare.
Dopo vari secondi, a causa del mio malessere, riesco a rispondere.

'Camz?' una voce distrutta parla dall'altro lato.

Riconoscerei fra mille quella voce calda e roca.

Sbarro gli occhi in preda all'ansia, è successo qualcosa di grave?
Perché ha la voce spezzata?
Sta piangendo?

'Lauren?Cosa diavolo succede?'

Era questo il brutto presentimento, è lei..

È come se fossimo talmente compatibili, così legate l'una all'altra da sentire dolore ogni volta che una delle due si fa male.

Siamo una persona sola, un cuore solo in due corpi diversi.

'I-io non lo so, sto malissimo, i miei hanno litigato ed io con loro, ho bisogno di te per evitare di commettere sbagli.
Ho bisogno di te che mi calmi, mi tranquillizzi e mi dici che andrà tutto bene.'

Posso percepire le lacrime solcarle il volto, i singhiozzi disturbano la nostra conversazione ed io vorrei tanto essere là ad abbracciarla e cercare di rassicurarla.
Vorrei essere accanto a lei e stringerle le mani, sentire la pelle morbida delle sua dita sotto il mio lieve tocco.

Sospiro e lei cerca di calmarsi prima di fermare il suo pianto quando non sente una risposta da parte mia.

'Camz?..Camila?..'deglutisce prima di aspettare una mia risposta.

Sposto lo sguardo sull'orologio appeso camera mia ed osservo l'orario che segna quest'ultimo.

00:53

'Non dire altro, Lolo.'

Chiudo immediatamente la telefonata prima che lei possa ribattere e mi alzo dal letto di corsa, buttando il cellulare sul materasso coperto dalle lenzuola bianche.
Ho addosso una grande camicia con una griglia sopra.
Ha lo sfondo nero e la griglia è bianca, nonostante mi copra fin quasi le ginocchia decido di indossare un pantaloncino, nel caso la camicia dovesse alzarsi.

Corro letteralmente verso un angolo della stanza dove trovo le mie vans nere, le indosso il più rapidamente possibile, una volta finito, mi avvio verso la scrivania dove prendo le chiavi della macchina ed il cellulare, subito dopo afferro anche quelle di casa.

Dopo aver coperto il letto mi avvicino alla finestra della mia camera che affaccia sul tetto.
Cercando di non produrre alcun rumore, apro lentamente le ante in vetro, ritrovandomi dopo pochi secondi sulle tegole del tetto.
Richiudo la piccola vetrata e raggiungo, attenta a non cadere, della scale che si trovano su un lato del piccolo tetto.

Decido di far più veloce e sposto il piede più di quanto dovrei, di conseguenza rischio di cadere, provocando così un rumore che, a quest'ora, sembra essere l'inizio di un concerto.

Mi tengo dal passamano della scalinata poco più distante e rilascio un sospiro di sollievo quando riesco a recuperare l'equilibrio.

Scendo poi la rampa di scale trovandomi così, perfettamente sana e viva, a terra, fuori da casa mia.

In pochi secondi raggiungo l'auto, salgo velocemente all'interno di essa è metto in moto, sfrecciando verso casa di Lauren.

rimetto in moto non appena il semaforo cambia colore, mostrando adesso una luce verde, premo il piede sul pedale e sfreccio via, in una delle strade deserte della città.
Milioni di luci si accalcavano in essa, rendendo il tutto più armonioso, o triste, il tutto era soggettivo.

Inumidisco le labbra con la punta della lingua e passo una mano fra i capelli, rendendoli più decenti, prima di riportarla sul volante.
Dopo circa due minuti di strada raggiungo finalmente l'abitazione della ragazza, cercando poi parcheggio lì vicino;una volta trovato spengo il motore, girando quindi le chiavi poste all'interno della serratura, le estraggo da quest'ultima ed apro lo sportello, uscendo quindi dall'automobile nera.
Richiudo lo sportello alle mie spalle e con un veloce gesto della mano blocco l'auto, grazie alle chiavi.

Il chiarore della luna illumina un lato del giardino, dal quale si poteva notare il retro della casa, dove spuntavano due ante in vetro.

In modo repentino inizio a camminare in mezzo all'erba verde del prato, cercando di non farmi notare.
Afferro il cellulare e digito il numero di Lauren, aspettando che quest'ultima risponda.

"'Camz?"
"Sono sotto casa tua."

Kiss me again || camrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora