John.

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Finiamo di mangiare e tutti tornano ai dormitori.

Entro, e vado a farmi la doccia. Penso, penso a lei, penso a come si deve sentire in questo momento, vorrei solo stargli vicino, so cosa sta passando, ha perso una madre, e ci manca poco che perde anche un padre. So proprio come si sente in questo momento... Penso anche alla mia mano che tocca la sua.. quella mano, così fragile che si potrebbe infrangere in un attimo, ma così resistente da poter vincere 1.000 battaglie. Vorrei stringerla ancora una volta, non potendo fare altro...

Esco, mi rivesto e vado a letto, sensa curarmi dei capelli bagnati, mi addormento con difficoltà.

La sveglia suona, troppo presto, come al solito. Ma ricordo che oggi è domenica. Quindi non gli do troppa importanza. Mi alzo comunque, vorrei tornare a letto, ma ho molte cose da fare. Mi incammino alla centrale. Durante il percorso incontro Edward, un mio compagno di addestramento, abbiamo passato degli anni assieme come reclute. -Buon giorno Ed.- -Oh buon giorno John! Come va?- -Bene... e tu? come stai?- -Bene. è da tanto che non ci si vede, eh?- dice con un sorriso sulle labbra. -Già... In questo periodo ho tante cose da fare.- -Si! ho sentito che ti hanno assegnato le nuove reclute! Quanto tempo! Solo sette anni fa eravamo proprio come loro! Come passa il tempo!- -Già.- -Sarà tosta per loro. Vabbe, ora vado, ho tante cose da sbrigare, ci vediamo in giro!- -Certamente.-

Ricordo quando ero una recluta. Avevo appena 20 anni, ero proprio come Amelia, era passato poco tempo dall'incidente. Mi ricordo che il nostro istruttore ci urlava contro se sbagliavamo qualcosa. Devo ringraziarlo per avermi fatto diventare quello che sono, mi ha aiutato parecchio.

Finalmente arrivo in centrale, chiedo cosa devo fare oggi e stranamente mi hanno lasciato il giorno libero. Meglio così. Giro un po' la struttura. Ora mai la conosco come il palmo delle mie mani. Arrivo al campetto, pieno di ricordi,vado dove solitamente mi nascondevo, ed è li che la vedo, mi avvicino, mi vede ma non dice niente. Si sposta per farmi sedere. Restiamo così per un pò, senza dirci niente.

Estraggo dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne prendo una.-Ti dà fastidio?- dico indicando la sigaretta. Fa cenno di no con la testa. -Come mai così presto?- dico -Cosa?- mi risponde distratta -Come mai così presto?- -Potrei farti la stessa domanda- dice guardandomi dritto negli occhi. -Giusto.- -Comunque, vuoi una mela?- dice voltandosi verso di me. -Dove l'hai presa?- dico prendendola. -L'ho presa alla mensa.- -Capito. Tu non ne vuoi?- -Ne ho già mangiata una.- -Okay.- dico mordendola. Si gira e mi guarda. -Cosa c'è?- dico. -Ti stavo solo guardando, non posso?- -Beh, si..- dico, consumando di molto la sigaretta. -Ti stai facendo crescere la barba?- -Si, più o meno, ci ho rinunciato, mi secco a farmi la barba ogni mattina.- dico dando un altro morso alla mela. -Stai meglio così.- dice, sorridendo. Questo fa sorridere anche me. -è un complimento?- dico, ridendo. -Certo!- dice arrossendo e distogliendo lo sguardo. La sua faccia sembra dire "Oh cavolo! Cosa ho appena detto?!" Ma non importa, la guardo, vedo che è rossissima, imbarazzata, è così carina quando diventa rossa. -Non sentirti imbarazzata. Non ce n'è motivo.- -Si invece!- -E quale sarebbe?- -Beh... Sono affari miei!- -mmhh... okay.- dico guardandola e spegnendo la sigaretta. Vedo che arrossisce ancora di più, ma decido di non togliere lo sguardo, così si volta e dice -Perchè continui a fissarmi?!- -Perchè, non posso guardare una bella ragazza?- sgrana gi occhi -IO?! No. Non sono bella!- a queste parole il suo volto si tinge di tristezza, lo vedo. -Perchè dici così?- -Perchè non mi vedo bella, guardami!- -Lo sto facendo.- Mi guarda, intensamente, ho come l' istinto di avvicinarmi e di poggiare le labbra alle sue, ma mi trattengo, non so il perchè, forse è ancora troppo presto, o forse ho paura, paura di quello che verrà dopo, o di quello che penserà di me. Distolgo lo sguardo prima che la baci, sento che anche lei sposta lo sguardo da un'altra parte. -Comunque ho detto quello che penso. Per me sei davvero carina.- -Grazie, sei la prima persona a dirlo.- -Davvero?- -Si...- -Allora dovrai abituarti.- -Come?- mi volto verso di lei, vedo che è ancora rossa, e gli dico -Si. Dovrai abituarti a queste parole.- mi avvicino a lei,ho molta paura, paura che mi respinga, ma devo affrontare le mie paure. Le prendo il mento e la bacio, la bacio e tutto attorno a me scompare, sentendomi meglio. Tutte le mie insicurezze, paure, scompaiono al solo tocco delle sue labbra sulle mie. Mi allontano di poco, sfiorando il naso contro il suo, respirando la stessa aria. Mi guarda. Il suo sguardo è un misto tra l'essere sbalordita ma anche felice, come se anche lei non aspettava altro. Si avvicina ancora di più, come per riceverne un altro e la bacio, ancora più intensamente. Le mie dita si intrecciano con le sue, poggiate sulla mia guancia. La strigo forte a me, per paura che possa scappare, per paura che non torni più. La voglio, intensamente, ma non come si vogliono gli oggetti, no, la voglio vicina a me, sempre. è come se riuscisse a completare una parte di me. Ci allontaniamo un attimo, come per riprendere fiato, respirando intensamente, e ci guardiamo dritti negli occhi. Poggio la mia fronte sulla sua e vedo che lei chiude gli occhi, così poggio le mani sulle sue guance e la bacio, di nuovo, sfiorandogli le labbra, facendogli il solletico e questo la fa sorridere. Rimaniamo così, abbracciati, fino a quando non si fa ora di pranzo.

Aspettando.. (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora