Nani

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Il nome del nano, Thunder lo seppe da suo padre solo dopo, mentre lavora nella forgia insieme a lui, e fu l'unica cosa che gli disse oltre a "stasera vuole che andiamo nel suo accampamento a fare due chiacchiere". Il nome del nano era Grimm e secondo Thunder non poteva esserci nome più azzeccato per un nano.
La giornata trascorse normalmente apparte l'eccitazione del ragazzo per l'invito del nano.
Durante la mattina in bottega passarono alcuni dei paesani, per lo più per congratularsi con Horace del coraggio dimostrato e asserendo " se qualcuno poteva tirar fuori quell'ascia dal terreno, quello eri proprio tu vecchio toro" anche se Horace sembrava non prestare particolare attenzione a quelle affermazioni. Molti altri abitanti vennero invece per farsi ferrare il mulo o il cavallo, o in alternativa per farsi fare una zappa nuova. Passo anche Anne la moglie di Horace e la madre di Thunder, con la quale il destino era stato particolarmente beffardo. L'aveva benedetta  con una bellezza fuori dal comune, occhi di un azzurro limpido, un viso angelico e capelli castani degni della più nobile donna, una bellezza che tutt'ora non era sfiorita anche se sul suo volto si stavano facendo largo le prime rughe. Ma purtroppo gli aveva concesso un solo figlio, nonostante i ripetuti tentativi. Era entrata in bottega preoccupata avendo saputo dell'accaduto, dopo aver reclamato come suo solito per l'irresponsabilità di Horace, che in quel modo dava un cattivo esempio a Thunder, è essersi assicurata della salute dei suoi "due omaccioni" tornó a casa per preparare il pranzo. Anche il pomeriggio trascorse veloce fino al tramonto, quando il martellare di Horace si interruppe all'improvviso, egli si girò verso suo figlio, e guardandolo  con sguardo risoluto e disse:
-Thunder mi hanno espressamente chiesto di portarti da loro stasera insieme a me, per il banchetto che faranno. Ora tu sei giovane, neanche troppo, visto che hai 17 anni... Sei sempre stato calmo e hai aiutato a fare di tutto... Beh ecco io...-
Thunder si fece avanti, sudato quanto suo padre, le gocce scendevano lungo il petto fino alla vita, prese un capo di quelli che usavano per sedersi e mentre si sistemava disse con la sua solita calma
- A parole tue papà!-
Sul volto del vecchio Horace apparve un sorriso -Vedi mi hanno detto che potresti risultare una risorsa importante per le terre alleate di nani, elfi e uomini che combattono sul fronte sud contro... Beh non mi ha detto contro cosa, ma se ha unito elfi e nani sotto una stessa bandiera stai pur certo che sarà qualcosa di non proprio piacevole! A ogni modo volevo dirti che qualunque sarà la proposta, voglio che a decidere sia tu, credo che lo farò coscientemente, e credo che sia ora per te di vedere il mondo fuori dal villaggio. Solo sii coscienzioso per amor di Aratna!-
Thunder che nel frattempo si stava asciugando il sudore si interruppe si scambio un'occhiata seriosa con suo padre, e poi esplose in una risata.
-Non scomodare Aratna, sai come sono fatto no?! Se la cosa non mi interesserà, non accetterò alcun tipo di proposta dai nani.-

Era il momento, Thunder e Horace erano sul limitare dell'accampamento, i nani erano veramente lavoratori eccellenti, nell'arco di una giornata quelli che erano riusciti a tirar su non erano semplici tendoni per dormire, ma anche veri e propri luoghi di lavoro ancora in pieno svolgimento, botteghe di Fabbri che ancora lavoravano a pieno regime nonostante l'ora tarda, falegnami che riducevano tronchi a impugnature per utensili o a semplici sedie e ciotole in men che non si dica, e addirittura cucine attrezzate che stavano sfornando pasti caldi da distribuire fra i nani che si affollavano nell'accampamento.
Ad accoglierli fu uno di quelli che avevano appena finito di mangiare la loro razione.
-Prego prego, venite mangiate pure alla nostra mensa non fatte complimenti- effermazione supportata dal sorriso a trentadue denti di più di qualche nano, che curioso di vedere degli uomini, stava rivolgendo tutta la sua attenzione alla scena, alcuni anche rischiando di combinare disastri per la distrazione.
Gli venne data una ciotola a testa piena di una zuppa di carne, probabilmente di cervo, e qualche verdura bollita, oltre all'immancabile boccale di birra nanica, al cui odore anche l'enorme Horace ebbe un giramento di testa dovuto alla prepotenza dell'aroma. Si sedettero in mezzo ai nani e fecero particolare attenzione a non bere, una goccia di quella birra li avrebbe certamente confusi più del dovuto, d'altro canto però il cibo era strepitoso. Dopo un'ora circa, dal carro più grande scese di nuovo Grimm con aria possente e con un espressione fiera, si rischiarò la voce si sedette sul suo scranno, sollevò il boccale e disse:
- Compagni! Stasera abbiamo ospiti umani nel nostro accampamento, facciamogli vedere cos'è una festa nanica!-
L'atmosfera di festa esplose alcuni nani vicino allo scranno di Grimm iniziarono a martellare su dei tamburi enormi, allo stesso tempo da sopra gli altri carri altri nani con barili di birra ricolmi fino all'orlo stavano mettendo su delle docce alquanto strane, mentre i restanti ballavano, mangiavano e ridevano. Thunder e suo padre ricevettero molte pacche sulle spalle mentre erano seduti dai nani al loro tavolo; presto si unirono alle danze e ai festeggiamenti, tenendosi però lontani dalle doccia d'alcol che stavano organizzando alcuni dei nani, e la serata trascorse così.

Quando i festeggiamenti terminarono e molti dei nani, almeno quelli che ancora ce  la facevano a tornare nella tenda con le loro forze, si erano allontanati dalla mensa comune all'aperto, Grimm che per tutto il tempo aveva osservato e scambiato alcune parole con quelli che sembravano i suoi consiglieri fece un cenno con la mano ai due uomini, come per dirgli di avvicinarsi e disse:
-Andiamo nella mia tenda amici miei!-
Con la sua solita voce squillante.

La tenda come ci si aspettava era enorme pur essendo a misura di nano, aveva le dimensioni di circa metà della casa di Horace e Thunder.  E le pelli di cui era intessuta presentavano fregio con ricche rappresentazioni di un combattimento avvenuto in un remoto passato, all'epoca della lotta contro i giganti. Mentre si sedeva dietro una scrivania di legno massello e e invitava i due a sedersi a terra Grimm disse:
-Bella vero?! Un'eredita da parte di mio nonno Grimlan, sapete lui combatté  i giganti e li scacció da quelle che adesso sono le nostre terre-
Thunder sgranò gli occhi, sembró quasi rinvigorito dall'affermazione di Grimm
-Ma intendi il leggendario Grimlan l'incudine colui che combatteva in prima linea e divenne re dei nani dopo aver sconfitto migliaia di giganti fracassando i loro crani con la sua pesante incudine? Come fa a essere tuo nonno sono avvenimenti di quasi un millennio fa?
- Vedo che sai molto su di noi giovane umano, il fatto che mio nonno combattesse con un'incudine è ormai sconosciuto anche alla maggior parte del mio popolo, ed ebbene sì Grimlan l'incudine era mio nonno. Sei informato su noi nani, ma non abbastanza da sapere che i più longevi fra noi hanno circa quattrocento anni umani, per noi corrispondono a una novantina di anni. Per il mio popolo io sono appena un trentenne aspirante al trono di mio padre Grimlock, mentre per voi umani avrei circa... Vediamo... Centotrent'anni.-
Anche Horace, che era sempre indifferente a cose di questo genere assunse un'espressione curiosa
- Vuoi dirmi quindi che in anni umani tu hai qualcosa come due o tre volte la mia età? Scusa non so di preciso perché non sono mai stato bravo con i calcoli, ma dopo circa quaranta inverni anche io che sono costituzione robusta risento degli anni. Vuoi dirmi che per la tua razza sarei uno sbarbatello.-
Grimm si fece scappare una goliardica risata.
-Si possiamo dire che saresti considerato alla stregua di quello che è tuo figlio agli occhi del tuo villaggio se vivessi nelle mie terre.
Ma la ragione per cui siete qui non è per discutere delle usanze e della cultura nanica. Quello che voglio dirvi riguarda te Thunder, e non prenderla a male ragazzo sei simpatico e molto curioso, ma ti avrei convocato anche se tu fossi stato come quello sbruffone di stamane.-
-E per quale ragione?- chiese il ragazzo
- Semplice, per il colore dei tuoi capelli...

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