Capitolo 2: Nei bagni

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Sehun

-Cosa vuoi ora?– Dice il ragazzo biondo, LuHan credo si chiami così, mi guarda con una rabbia incredibile. Quello fa che rida dentro di me e che lo guardi divertito. Era divertente vederlo così-. Puoi smetterla di guardarmi come se fossi un pagliaccio?– Esclama, stavolta più arrabbiato.

-Cosa vuoi che ti dica?– Dico finalmente. Lui mi guarda con i gli occhi sgranati. Non posso non iniziare a ridere.

-Non mi hai sentito? Dove si va quando ti hanno espulso dalla classe?– Insiste.

-Questo non è il liceo, tesoro – Metto la mia mano sopra la sua spalla-. Ognuno si arrangia da solo come può – sento il suo nervosismo attraverso la mia pelle, e cazzo quello si sentiva bene.

Siamo stati a camminare per tutti i corridoi dell'Università fino a quando la campanella non suonò, decido di accompagnarlo alla sua classe. Anche se lui non sembrava condividere la mia idea.

-Sei un maledetto stalker – Replica-. Perché mi segui da tutte le parti, se si può sapere?

-sono un gentiluomo, tesoro.

-Puoi smetterla di chiamarmi così!? – Urla, i suoi compagni e compagnia che passava di qua ci guardavano curiosi. Guardo come si innervosisce e torno a ridere.

-Se non la smetti di chiamare l'attenzione è normale che tu sia il punto di mira della gente.

-Come sai quello? – Chiede curioso. La verità è quando andavo in macchina verso l'Università lo guardavo allontanarsi correndo da un gruppo di persone. Fu allora quando mi iniziai a interessare al ragazzo biondo.

-Perché sono un indovino – Conclusi, lasciandolo a bocca aperta, come poteva essere così innocente?-. Ti prendo all'uscita, tesoro.

-Non mi chiam... – Metto un dito sulle sue labbra. Noto come la sua respirazione accelera. Mi avvicino lentamente a lui e rido.

-Ancora no, tesoro – Mi allontano da lui, anch'io devo andare in classe. Sorrido quando lo vedo pietrificato sulla porta della classe.

Prima di andare alla prossima classe decido di andare in bagno, quando entro vedo quattro o cinque ragazzi fumando delle canne.

-Vattene – Dice uno di loro, quello più scuro.

-Quello, quello – Dice uno di loro mentre ride, uno dei ragazzi che sembrava uno dal viso delicato. Se non ricordavo male quel ragazzo era lo stesso che aveva perseguitato* Luhan questa mattina, il resto dovevano essere dei suoi amici.

-Non ti hanno mai detto che hai la faccia da gay? – Mi guardano sorpresi, e secondi dopo arrabbiati.

-Come hai detto? – Chiede uno di loro con un'espressione tra arrabbiata e sorpresa.

-Gay, mangia cuscini*, lo sai – Risi-; ho un sesto senso per questo.

-Hai i coglioni per dirmi quello in faccia? – Lo sento fuori di se, per favore, che divertente era quello!

- Te lo sto dicendo in faccia tesoro – Ma, mi pento di averli detto quello. Non perché il più alto di tutti si alza e mi guarda minacciosamente, se no perché quello di tesoro decido di usarlo solo con il mio nuovo amico il biondo.

- Ascolta, tesoro – Ripete il più alto-, sarà meglio che tu non mi voglia affrontare tutti noi. Quindi puoi andartene e dimenticare tutti i problemi, che te ne pare?

-Non mi pare – Più per impulso che per ragionamento, stampo il mio pugno contro la faccia del ragazzo bello. Anche se dopo il pugno, di bello non avrà durante un tempo-. Sarà meglio se lasciate in pace Luhan – minaccio-. Ora ha qualcuno che lo protegge, avete capito? Dimenticatevi di lui! – Urlo incazzato, troppo incazzato. Loro restano in silenzio mentre esco dal quello spazio furibondo, sapevo che questo non era finito qui.

Perché ho fatto quello? Io mia, mai, difendo la gente che non mi dovesse un favore. Pensavo che la gente doveva cavarsela da sola e non devono dipendere da altre. Pero il solo pensiero che potessero fare qualcosa a Luhan, una persona chiaramente innocente, faceva accendere il mio interiore*. Perché? È l'unica domanda che vagava nella mia testa in questi momenti.

Il suono della campanella mi fece sobbalzare, sul serio era già finita un'ora? Ricordo di aver promesso a Luhan di andarlo andarlo a cercare. Beh, in realtà non gliel'ho promesso, ma stavo desiderando farlo.

Di sicuro vedere la sua faccia sorpresa non mi stancherà mai.

-Non mi avevi detto che mi avresti cercato dopo le lezioni? – Chiede dispersivo*.

-ed è così, per noi sono finite. Andiamo – Lo porto, o praticamente lo trascino, fino al parcheggio e lo invito a salire sulla mia macchina.

-Sai, fai quello che fai, ma non farai mai che io ti trovi simpatico – Mi guarda con disprezzo.

-Perché sei così? – Chiedo arrabbiato e allo stesso momento curioso.

-Perché non voglio fidarmi di nessuno – chiarisce tra vari minuti. Feci una smorfia.

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Per chi non ha capito:

Perseguitato: non so se esista ;-;
Mangia cuscini è un modo di dire Castellano. Non so molto bene la definizione, ma se cerco su internet non trovi niente, quindi l'ho tradotta letteralmente (come almohadas) forse la scrittrice si riferiva a un rompi pall*.
Il mio interiore: Per chi non ha capito era riferito alla sua parte protettiva o alla sua parte buona.
Dispersivo: Non riuscivo a trovare una definizione, quindi ho messo questa, non so se è la stessa ma quello che si doveva capire era: che lui era stato maleducato (più o meno è questa la definizione), ma vuole dire anche non interessato a lui.

Errori apparte:
Spero vi sia piaciuto ;-;

Lucifer || Cancelled ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora