capitolo 7

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Quando mi svegliai ero seduta sul letto di un ospedale, fasciata dalla testa ai piedi. Mi girava la testa, e sentivo dolore solamente battendo le ciglia, o respirando.

Mi guardai intorno e vidi una stanza vuota. Gemetti forte, la mia bocca era fasciata con tutto il resto del corpo. Tutto mi faceva male. Un infermiera entrò pochi minuti dopo.

"Jane? Mi senti?"

Guardai verso di lei. La stanza iniziò a girare ancora di più.

"Jane, sono la tua infermiera, Jackie. Non so proprio come dirlo ma, la tua famiglia è morta nell'incendio. Mi dispiace."

Cominciai a lacrimare e singhiozzare di nuovo.

Non riuscivo a smettere.

"Jane, sto per darti qualcosa che ti aiuterà a calmarti, va bene?!

Sentii qualcosa scorrere nel mio sangue, e mi addormentai di nuovo.

Quando mi risvegliai ancora una volta potevo muovermi molto più di prima, e il mio corpo non era così fasciato come lo era la scorsa volta. Mi guardai intorno e vidi che nella stanza c'erano dei fiori. Alcuni erano freschi mentre altri stavano morendo. Cercai di alzarmi, ma entrò un infermiera e mi misi di nuovo sdraiata.

"Con calma Jane, hai dormito per un bel po. Prova a prenderla con più calma."

Cercai di parlare. La mia voce era ruvida e goffa. "Quanto, quanto tempo ho dormito?"

"Quasi due settimane. Sei stata messa in coma farmacologico per far guarire velocemente il tuo corpo. Sono la stessa infermiera che hai visto al tuo primo risveglio."

"Dammi uno specchio." Gli dissi.

"Jane, non credo che sia il caso di-"

"DAMMI UNO SPECCHIO!"

Sentii il manico di uno specchio infilarsi nella mia mano. Quando guardai il riflesso, lasciai cadere lo specchio per terra. Il vetro rotto non era paragonabile neanche lontanamente a quello che avevo visto dentro esso. La mia pelle era coriacea e marrone, non aveva più un capello in testa e la pelle attorno agli occhi era molle. Ero quasi come Jeff.

Tutto questo mi travolse di colpo. Iniziai a piangere così forte come mai feci. L'infermiera mi abbracciò ma non servì a molto. Al culmine del pianto, mi sorpresi che nessun altro si era avvicinato a controllare.

Ad un certo punto qualcuno entrò nella stanza.

"Mi scusi, ho una consegna per una certa Signorina Arkensaw."

"Li prendo io, grazie." Jackie si alzò e accompagnò il fattorino fuori dalla stanza. Non voleva che mi vedesse in quelle condizioni.

"Qualcuno si preoccupa per te Jane. Sembra che la stessa persona che ti ha mandato dei fiori ha spedito anche questo pacco."

Guardai l'infermiera. Teneva in mano un pacchetto ricoperto di carta rosa legato da un nastro marrone. Nel secondo che ho preso in mano quel pacchetto, ho capito che qualcosa non andava.

"Mi scusi ma, potrei avere qualcosa da mangiare?" Chiesi il più dolcemente possibile.

"Certo, vado a prenderti subito del cibo." Sorrise, poi uscì dall stanza.

Le mie mani tremavano mentre tenevo quel pacco. Tirai il nastro e la carta si mise in disparte per mostrarmi qualcosa che mi fece gelare il sangue. Era una maschera bianca, con del nero intorno agli occhi e un sorriso, sempre nero e molto femminile. Aveva del pizzo nero che copriva i buchi per gli occhi, così nessuno poteva vederli. Dentro c'era anche un lungo abito nero con il collo alto, guanti neri e una bellissima parrucca con dei riccioli. Insieme a tutte queste cose trovai anche un mazzo di fiori e un coltello da cucina affilato.

Attaccato alla maschera c'era un bigliettino:

"Jane, mi dispiace: ho fatto un casino cercando di renderti bella. Così ti ho regalato una maschera per farti apparire decente prima che tu guarisca. Hai dimenticato il coltello, così ho pensato che lo avresti rivoluto indietro."

"-Jeff"

Prima che l'infermiera Jackie tornasse, nascosi il regalo sotto al letto. Le dissi che c'erano solo dei fiori. Sembrava essere disgustata da essi e così li gettò via. La ringraziai.

Quella notte, mentre tutti dormivano, me la svignai. L'unica cosa che potevo indossare era quel vestito. Presi anche delle scarpe trovate nel corridoio, dimenticate da qualche infermiera negligente. Misi la parrucca per non dare troppo nell'occhio.

Non sapevo dove stavo andando, e non mi importava. Quando smisi finalmente di camminare, ero di fronte a un cimitero. Entrai e trovai due lapidi. Isabelle Arkensaw e Gregory Arkensaw. Mi inginocchiai e gridai per un ultima volta. Quando mi alzai, il sole stava iniziando a sorgere: si stava aprendo un nuovo capitolo nella mia vita. Presi la maschera e la indossai. Afferrai il coltello e chiusi ermeticamente la mia mano, come la prima volta. Poi mi voltai a guardare il sole che sorgeva, e giurai vendetta a Jeff the Killer, incoronandomi come "Jane Everlasting". L'unica cosa per cui voglio continuare, è per vedere la sua follia divenire la sua morte.

Da quel giorno mi misi alla ricerca di Jeff, per trovarlo e ucciderlo.

Lo sto cacciando.

Lo caccio per l'animale che è.

Ti troverò Jeff, e io ti ucciderò.

Per quanto riguarda la foto che è apparsa e che dice: "Non andate a dormire, Non vi sveglierete" è più o meno quello che voglio fare con le vittime di Jeff, impedendo loro di divenire vittime. Chi dice che li uccido per non farli ammazzare da Jeff sta esagerando.

Questa è la mia storia. Che ci crediate o no, non sta a me decidere. Ora se mi volete scusare, il sole sta calando, e la caccia riprende ancora una volta.

Jane the killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora