capitolo 6

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Quando finalmente mi risvegliai, era buio. I miei genitori non erano nella loro camera da letto. La casa era avvolta da un silenzio mortale. Mi alzai e scesi al piano di sotto. Indossavo una lunga camicia da notte, che stranamente non avevo prima di svenire. Mi sono diretta in cucina. Le luci erano accese, il che era molto strano, visto che i miei genitori erano i primi a spegnere le luci prima di lasciare una qualsiasi stanza.

C'era un biglietto sul tavolo.

Lo afferrai.

Sul pezzo di carta c'era scritto:

"Non vieni a cena? Ci sono anche i tuoi amici."

Cominciai a tremare di colpo. Lasciai cadere il pezzo di carta, e andai a guardare fuori dalla finestra del soggiorno. Le luci erano accese in casa di Jeff. Sapevo che dovevo andare lì, ma la mia mente era terrorizzata. Scossi la testa e ripresi a guardare fuori. Lo vidi appoggiato alla finestra della sua casa che mi fissava con un coltello in mano, mentre lo batteva sulla finestra.

Tap. Tap. Tap.

Continuava a sorridere.

Tap. Tap. Tap.

Indietreggiai di colpo dalla finestra, senza staccare lo sguardo. Poi mi voltai e corsi via dalla finestra della cucina. Quando mi sporsi da essa, vidi solo una macchia rossa sulla sua finestra.

Mi voltai a guardare la cucina. Tutto sembrava essere al suo posto. Persino i coltelli. Ne ho preso uno e lo tenevo stretto. Poi trovai il telefono e cercai di chiamare al 911, ma la linea telefonica era scollegata. Non avevo idea di dove fosse il cellulare di mio padre, o se lo avesse aggiustato dall'ultima volta. Non volevo andare di sopra a cercarlo. Non volevo farmi pugnalare alla schiena mentre lo facevo, e se avrei chiesto aiuto a qualche vicino Jeff avrebbe fatto di tutto pur di non farsi ostacolare. Quindi mi rimaneva una sola scelta. Andare a combattere Jeff da sola.

Tenevo il coltello stretto e mi avvicinai alla porta d'ingresso, mi infilai le scarpe e uscì. Indugiai come misi piede fuori dalla casa. Ma sapevo cosa dovevo fare. Lasciai andare la maniglia e mi diressi dall'altra parte della strada, verso la casa di Jeff.

Mentre mi avvicinavo alla sua porta iniziai a rallentare. Le mie ginocchia cominciarono a tremare, le mie mani a sudare, e iniziai a respirare più velocemente e con respiri sempre meno profondi. Prima di rendermene conto mi trovai proprio davanti alla porta della casa, ansimando come un cane. Terrorizzata afferrai la maniglia della porta, chiusi gli occhi e tirai, aprendola.

Rimasi lì, ferma con un coltello nella mano destra e la maniglia nella mano sinistra, troppo terrorizzata per aprire gli occhi. Finché non sentii una voce dire: "Sembra proprio che cel'hai fatta. Sono contento che ci sia riuscita, amica mia. Apri gli occhi." Poi urlai.

Quando mi svegliai ero seduta a un tavolo da pranzo. Il coltello era sparito, e quando alzai lo sguardo, vidi i miei genitori, i genitori di Jeff, suo fratello Liu e i miei amici. Erano morti. Con sorrisi scolpiti nei loro volti e enormi cavità rosse nel petto. L'odore era insopportabile e indescrivibile Diverso da qualsiasi altro io abbia sentito prima. Era l'odore della morte.

Cercai di urlare, ma ero imbavagliata e legata a una sedia. Mi guardai intorno incredula. Piansi a causa della vista e dell'odore dei corpi.

"Ma guarda un po' chi si è svegliata."

Mi voltai e guardai di fianco a me. Era Jeff. Provai a urlare ma il bavaglio me lo impediva. Improvvisamente si avventò con il coltello sulla mia gola.

"Shhhhhhh-shh-shh-shh. Non è educato gridare agli amici." Iniziò a scivolare la lama sul mio viso. Tracciò delle linee invisibile dagli angoli della mia bocca fino a tutte e due le guance, facendolo assomigliare a un sorriso agghiacciante. Rabbrividii. Quando si allontanò con il coltello afferrò la mia testa e mi costrinse a guardare quello che c'era sul tavolo. "Suvvia, non essere scortese: stai insultando tutti quanti quando non guardi le loro graziose faccine."

Guardai tutti quanti, nelle loro facce c'era inciso un sorriso e i loro petti avevano appena smesso di sanguinare. Calde lacrime caddero dal mio viso e cominciai a singhiozzare.

"Awww, cosa c'è che non va?" Esclamò Jeff, "Sei triste perché non sei bella come loro?"

Lo guardai, cercando di capire quello che aveva detto. Ma distolsi lo sguardo alla vista della sua faccia e lo riportai sul tavolo.

"Non ti preoccupare, renderò bellissima anche te. Che ne dici?" Scivolò il coltello sotto il bavaglio e lo tagliò.

Sputai il fazzoletto che avevo in bocca e lo guardai dritto negli occhi, cercando di tenere testa al suo sguardo. Egli voltò la testa verso di me. Poi chiusi gli occhi e mormorai: "Vai a farti fottere." Mi voltai a guardarlo di nuovo: "Tu, brutta copia di Joker!"

Mi rise in faccia. Lo preferivo quando si limitava a sorridere.

"Sei ancora più divertente di quanto pensassi."

Si avvicinò. Lo guardai di nuovo, e sentii il suo respiro sopra la mia pelle.

"Gli amici si fanno favori a vicenda, giusto? Beh io ho intenzione di farti un favore."

Lo sentii mollare la mia testa. Quando guardai indietro era uscito dalla stanza. Lanciai un ultimo sguardo alla tavolata, altre lacrime scesero dalla mia faccia al solo ricordo della mia famiglia e dei miei amici, che erano in vita solo poche ore fa. Stavo ancora piangendo quando Jeff tornò.

"Non piangere." Disse: "Finirà tutto al più presto."

Abbassai lo sguardo e vidi che aveva in mano una brocca di candeggina e un bidone di benzina.

Spalancai gli occhi e lo guardai.

"Non avevo nessun tipo di alcool, perciò userò questa roba."

Poi cominciò a gettarmi addosso la candeggina e la beniza.

"Dobbiamo fare in fretta Jane. Ho già chiamato i pompieri."

Prese in mano un fiammifero.

Lo accese.

E lo lanciò verso di me.

Le fiamme scoppiarono non appena il fiammifero mi toccò. Gridai con tutti i miei polmoni. Il dolore era insopportabile. Sentivo la carne staccarsi dal mio corpo, e il calore avvolgermi completamente. Il sangue nelle mie vene evaporò e le mie ossa diventarono fragili e carbonizzate.

Prima di perdere i sensi sentì Jeff ridere, "Ci vediamo amica mia! Spero che diventerai bella proprio come me! Hahahahaha!"

Poi tutto diventò nero.

Jane the killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora