capitolo 9

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-Benvenuti alla baita Yukiyoshi. Prelevate i bagagli quando scendete e divertitevi. Attenzione e non scordatevi niente!- ci avverte la voce dell'autista.
Dopo aver finito altre gare, siamo partiti per affrontare altre gare. Queste si terranno in un paesino qui vicino, e quindi hanno colto l'occasione per farci rilassare in una baita.
Scendiamo tutti in fila indiana e prendiamo i nostri bagagli dal vano. Mi fermo davanti a quella che dovrebbe essere la nostra abitazione.
La baita è proprio quel che sembra: una baita! Piccola e di legno con un paio di finestre...
-E noi dovremo alloggiare qui? Ma se neanche ci entriamo!- si lamenta Shu. È uno dei pochi ragazzi della nostra scuola ad essere arrivato fino a qui. Per la cronaca, siamo solo in cinque: io, Kyoko (miracolo!), Rorashi, Shu ( un ragazzo del quarto anno) e sua sorella Ai (del terzo anno).
Lui è un ragazzo alto e magro. I suoi capelli scuri sono curiosamente brizzolati. Sua sorella, invece, è una ragazzina dai capelli biondi, rossetto e tanto altro trucco.
-Ragazzi!- ci chiama la professoressa Mikasa, che per l'occasione indossa dei vestiti molto pesanti...come tutti del resto.
-Quella la è la capanna degli attrezzi...la baita è a 100 metri da qui-.
-E noi dovremo fare 100 metri a piedi?!- si lamenta Ai. Lamentarsi dev'essere di famiglia.
-L'autobus non poteva procedere oltre. Ora non lamentatevi e camminate, o potete anche congelarvi le natiche qui fuori!- ci avvisa la prof.
Silenziosi iniziamo a camminare, ognuno col proprio bagaglio...quasi ognuno. Shu trasporta quello di sua sorella, e sembra anche che vada più veloce di noi!
-Secondo te come hanno fatto ad accedere?- mi sussurra Kyoko. Con il giubbotto pesante e il berretto di sua madre è proprio carino. Arrossirei se non facesse così freddo.
-Non lo so... Fortuna?- rispondo.
Poi torniamo a camminare in silenzio, conservando il respiro.

Arriviamo qualche minuto dopo davanti ad una costruzione di legno alta quattro piani con annesso terrazzo e piscina riscaldata. È fantastico!
Entriamo dentro e la prof parla con la receptionist, mentre noi ci guardiamo in giro. La reception è bellissima! Quadri dei migliori artisti appesi ai muri! Non uno, ma due camini enormi! E un sacco di gente che si rilassa sui divanetti.
-È forse il paradiso questo?- chiede Shu con fare teatrale, liberandosi dei bagagli.
-Quale meraviglie si possono nascondere oltre le stanze di questo posto ameno! Quali leggiadre creature incontrerò! Quante...- -SHU!- lo sgrida sua sorella prestandogli il piede.
-Hai lasciato cadere la mia borsa!-
-E che sarà mai?!- si difende lui non curandosi del piede.
I due litigano fin quando non arriva la professoressa.
-Shu! Ai! Smettetela!- Grida. Rorashi è intenta a guardare la scena, senza mai sbattere le palpebre. Mi accorgo solo ora che sono molto chiari, i suoi occhi.
-Allora. Le nostre camere sono al secondo piano: i maschi nella 41, le femmine nella 47. Se avrete bisogno di me, preferirei che non mi cercaste. La mia camera è la 50, in ogni caso-.
-Scusi prof!- la interrompe Kyoko -Sa dove sono i bagni?-
-Saranno in fondo al corridoio... Vai a chiedere alla receptionist-.
Mentre Kyomori corre via, la prof ci impone delle regole.
-Non rompete niente. Non disturbate la quiete pubblica. Non andate a letto dopo le undici, dovete essere carichi. Ma sopratutto niente sesso, droga e rock 'n' roll. Intesi?-.

Quando torna Kyoko, saliamo al secondo piano.
Le scale non sono molte, ma sono ugualmente stancanti.
Il nostro piano è diviso in tre corridoi dalla moquette verde. La carta da parati è decorata con delle sottili linee verticali. Anche qui ci sono molti quadri e delle piantine, vicino alle porte.
Ogni corridoio ha nove porte, lo so perché mi piace conoscere i dettagli di un posto dove potrei tornare...magari solo con Kyoko.
Ci addentriamo nel corridoio di destra, che inizia con la camera 41.
-Voi tre alloggerete qui- dice la prof consegnandomi le chiavi -Disfate i bagagli e incontriamoci alle scale tra quindici minuti. Ragazze, con me-.
Qualche secondo dopo che se ne sono andate apro la porta.
-Wow!- grida entusiasta Kyoko
-è...WOW!-.
La camera non è così grande. Ma abbastanza da ospitare tre persone. Niente camino, niente TV. Solo una radio che probabilmente non funzionerà e una stufa elettrica. Kyomori corre subito a provare i letti facendo un salto e atterrando su uno di essi, producendo molti cigolii.
-Com'è morbido!- dice con aria sognante. Si accontenta di poco, il mio ragazzo.
-Io vado a provare il bagno in fondo al corridoio.- ci avvisa Shu posando il suo bagaglio a terra e lanciandomi addosso il suo giubbotto. -Mettimelo da qualche parte, perfavore-. Dice poi andando via.
Metto il suo giubbotto su un letto. Poi vado da Kyoko e lo bacio, e lui bacia me. Ci teniamo le mani mentre ci guardiamo negli occhi.
-Sono davvero felice- mi dice.
-Perché?- chiedo sorridendo.
-Perché non pensavo sarei mai arrivato a questo punto. Ora sono in grado di fare molte cose che prima mi risultavano difficili... Ma soprattutto perché ho conosciuto te. Ed è proprio grazie a te che sono qui, ora- si protende in avanti, lasciandomi un bacio sulle labbra. Vorrei dirgli che quel che è adesso è solo merito suo. Invece lo guardo, e non posso fare a meno di sorridere.

E così, dopo aver disfatto i bagagli, scendiamo al piano terra per cenare.
Nel salone ci saranno un centinaio di persone intente a trangugiare le proprie pietanze e a parlottare tra di loro.
Veniamo informati che le prossime olimpiadi si terranno qui domani mattina alle 10:00.
-Tra le scuole che partecipano, noi siamo i più lontani- ci avverte la professoressa -Per questo passeremo la notte qui. Le altre scuole arriveranno in orario-.
A parte questo, la cena procede regolarmente e senza cose interessanti.
Quando è ora di andare a dormire in genere siamo tutti pronti a scattare per cazzeggiare con i compagni, no? Sfortunatamente la nostra "cara" professoressa Mikasa ci ha già dato un assaggio di quel che succede quando non si fa quel che dice lei: meglio assecondarla. SEMPRE.
E così dormiamo.

Mi risveglio un paio d'ore prima dell'inizio delle gare.
Non sono teso, sono solo preoccupato per Kyoko... Ha fatto passi da giganti in poco più di un mese. Ma se dovesse fallire, oggi? Come la prenderà?
Passa velocemente un'ora, e i ragazzi si svegliano.
Più tardi ancora, abbiamo finito di prepararci e si fare colazione.
Arrivano i ragazzi delle altre scuole, e il tempo continua a correre. In fine l'orologio scocca le dieci.

-Benvenuti alla ventisettesima edizione delle olimpiadi della matematica!- È un uomo molto anziano, coi capelli bianchi che gli circondano la testa e un paio di occhiali appoggiati sulla punta del naso.
-Quest'oggi si sfideranno le seguenti scuole...- continua poi con un elenco di scuole, insegnati e alunni. In fine dice -le regole vi sono già state spiegate, quindi non mi tratterrò oltre. Che le gare abbiano inizio!-.
Subito tutti afferrano una penna e leggono le domande. Come è giusto che sia, le domande sono perlopiù di logica.
Mentre risolvo i primi esercizi, cerco di tenere d'occhio Kyoko. Non sembra turbato, ma non ha nemmeno preso in mano la penna. Guarda il foglio senza alzare lo sguardo.
Continuo con i miei esercizi, e lui continua a non fare nulla. E così fino alla fine.

-Abbiamo consegnato una scheda bianca!- ci sgrida la prof. -Che cosa ti è passato per la testa?!- chiede poi rivolta a Kyomori.
-io...non lo so.- risponde con la testa bassa.
-Per adesso non ti rimprovererò- gli dice la Mikasa -Ma solo perché tra mezz'ora passa l'autobus. Andate subito a fare i bagagli-.
Andiamo nelle nostre stanze, col morale basso. Kyomori si siede sul letto, continuando a guardare ib basso, mentre Shu, che non aveva disfatto i bagagli, si limita a prendere la sua borsa e a raggiungere la sorella.
-Kyoko...cos'è successo?- gli dico avvicinandomi, ma non ottengo nessuna risposta.
-Kyoko...- lo chiamo ancora. Vedo un luccichio cadere per terra, sulla moquette della stanza. A questo ne seguono altri. Poi Kyoko mi parla.
-Non mi piace...- dice.
-Cosa?- gli chiedo.
-Questo mondo non fa per me... Io sono solo un ragazzo di campagna, tutto qui. Non voglio cambiare!- dice sollevando la testa, mostrandomi il suo volto in lacrime.
Mi avvicino a lui e lo stringo tra le braccia, mentre lui mi piange sulla spalla.
-Io non voglio diventare qualcun'altro! io voglio restare Kyoko! Non voglio che la mia vita non sia più la mia vita!-.
-Ma Kyoko... Abbiamo solo partecipato a una competizione. Tutto qui!- gli dico guardando negli occhi.
-E dopo? Cosa ci sarà dopo? Altre gare? E ancora e ancora e ancora? No, grazie. Io voglio vivere con la mia famiglia, e con te. Voglio migliorare, si, ma non voglio diventare il migliore. Mi capisci?-.
Lo capisco...mia madre è morta in un tragico incidente, lasciandomi un trauma. L'unico modello che ho potuto seguire è mio padre. Lui è il migliore in tutto, e anch'io voglio essere come lui...
-Ti capisco, Kyoko. Non mi importa quello che hai fatto. Capisco come ti senti, e ti giuro che ti sosterrò ancora di più per questo. Ma perfavore... Non farmi più questi scherzi. Io ti amerò, qualunque cosa tu faccia. E questo è quanto- senza dargli tempo di reagire, lo bacio, tappandogli la bocca. Abbiamo già parlato troppo oggi. Lui mi bacia a sua volta, e finalmente torna a sorridere. Veniamo interrotti all'arrivo della professoressa, che ci avvisa dell'arrivo del pullman.

Ripartiamo verso casa. Kyoko mi si è addormentato su una spalla, poveretto...dev'essere stanco. Guardandolo mi viene voglia di sbadigliare, e lo faccio. Anch'io sono molto stanco. Appoggio la mia testa sulla sua e chiudo gli occhi, mentre ci allontaniamo dalla baita Yukiyoshi. Neve felice.

Spazio me :3
Lo so...sono in ritardo. Perdonatemi!!! Comunque sia... Vi voglio bene e spero che l'attesa sia servita... Pace, amore e Nutella a tutti!
Sag

Il genio e il contadino: uno Yaoi tra lacrime e risateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora