La vera storia de "Il genio e il contadino"

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-Che caldo...- si lamentò il giovane Kyomori. Camminava nel deserto da un'intera giornata, senza aver mai mangiato nè bevuto: era all'estremo ormai.

Tutta quella storia era iniziata a causa della principessa Rorashi, figlia del re di tutto l'Oriente. Sua moglie, la regina Mikasa, non era riuscita a dargli un erede maschio, quindi doveva pensare in fretta ad una soluzione.
Kyomori stava passeggiando per le strade del mercato locale, fermandosi di tanto in tanto per dare un'occhiata a qualche bancarella, quando, nel bel mezzo di una trattativa, udì un grido.
Sebbene fosse spaventato, corse subito a vedere chi fosse stato.
Rimase di stucco quando vide che la principessa Rorashi era circondata da tre predoni armati di sciabola. Era troppo tardi per scappare e non sarebbe mai riuscito a fermarli: era spacciato.
In quel momento lo assalirono, ma si ricordò di come, per tutta la vita, avesse tenuto testa ai suoi fratelli Bori e Nori nel corpo a corpo. Riuscì, quindi, a schivare i primi due per un pelo, facendoli finire l'uno contro l'altro e mandandoli al tappeto. L'ultimo, invece, riuscì ad afferrarlo e a sollevarlo da terra. Kyomori non poteva fare altro che muoversi conclusivamente e scalciare l'aria, cosa che gli tornò parecchio utile quando, inavvertitamente, colpì quel mascalzone dritto nel basso ventre.

"I tre fuorilegge sono stati fermati da un contadino" si diceva in giro. La principessa Rorashi si avvicinò al giovane e lo ringraziò: "grazie infinite, ragazzo. Come potrei mai sdebitarmi?".
" Non occorre, sua altezza" replicò il contadino, buttandosi ai suoi piedi.
"Ma mi hai salvato la vita! Devo pur ricompensarti in qualche modo. Vieni con me nel palazzo reale. I miei genitori sapranno ricompensarti adeguatamente".
Il giovane dai capelli mielati non poté far altro che accettare, anche se un po' a malincuore.

Il palazzo reale, oltre che essere piuttosto lontano, era enorme! Brillava di oro e pietre preziose, e non era tutto! Cibo e bevande in ogni dove stuzzicavano l'appetito di Kyomori, che smise di sbavare sul cibo solo quando si ritrovò al cospetto del re e della regina.
"Madre, padre" iniziò Rorashi, che non lo aveva lasciato solo nemmeno per un istante "Vi prego di perdonarmi per il mio comportamento immaturo: non sarei dovuta scappare, mi dispiace".
"Questa è la terza volta che scappi, Rorashi" gli disse suo padre "perché dovremmo perdonarti di nuovo? E perché hai portato un lercio contadino al palazzo?".
" Padre, Madre, non pretenderò di essere perdonata, ma quanto meno datemi pochi momenti del vostro tempo! Lui si chiama..." si bloccò, e a quel punto Kyomori pronunciò parola:
"Mi chiamo Kyomori" disse, rivolto a tutti e tre. Rorashi fece per riprendere a parlare, ma venne interrotta dal padre.
"E dimmi, giovane contadino, per quale motivo accompagni mia figlia al nostro cospetto" il ragazzo pensò che il re avesse usato un linguaggio complicato apposta, ma riuscì lo stesso a capirlo.
"Il motivo...è che le ho salvato la vita" confessò.
I genitori della principessa ascoltarono il racconto dei due ragazzi, assumendo, di tanto in tanto, espressioni confuse.
"E così..." disse la regina dopo che ebbero finito "oltre ad essere scappata ti sei anche messa in pericolo, Rorashi! Sono molta indignata".
"Ma madre... " cominciò la figlia, ma la donna gli intimò di stare in silenzio con solo uno sguardo.
"Vai nelle tue camere e li resterai finché non ti dirò il contrario" le disse la regina Mikasa, e Rorashi obbedì, lasciando Kyomori da solo.
"Veniamo a te, giovane contadino" disse il re. "Da quello che ci hai raccontato, ti aspetti di essere ricoperto di fama e oro, non è così?".
"A dire il vero...non voglio una ricompensa, anche se il cibo attorno a me sembra delizioso. Ma no, non voglio nessuna ricompensa" ammise il ragazzo dai capelli mielati.
"Oh, ma noi non volevamo ricompensarti, affatto! Anzi, volevamo metterti alla prova" disse il re. "Hai tre soli e tre lune di tempo, per portarci il tesoro del deserto. Se ci riuscirai, verrai ricompensato, stavolta. Altrimenti tu e la tua famiglia verrete cacciati via dalle mie terre!" tuonò il sovrano. All'udire quelle parole, Kyomori sbiancò, ma per il bene della sua famiglia accettò l'impresa.

Il genio e il contadino: uno Yaoi tra lacrime e risateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora