<Amanda> ripetè
<Noi due...non ci vediamo da..> balbettava.
<Dal mio tentato suicidio?>
<No, beh.. Si. Mi chiedevo dove fossi finita.>
<Perché ti interessa?>
<Pensavo che potremmo essere amici>
<Non sono brava con questo genere di cose>
<Questo genere di cose?> finalmente parlava con tono deciso.
Scrollai le spalle.
<Quello è "After the storm"?!>
<Si> dissi sarcasticamente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<Wow, io non pensavo che tu...>
<Vince!!> come volevasi dimostrare, una voce femminile gli fece perdere completamente il filo del discorso;ormai non mi guardava più.
Feci per andarmene, ma il mio tentativo di fuga venne sorpassato è bloccato da una chioma bruna.
Regina, un nome, un'etichetta.
Jeans strappati , maglietta nera, camicia a quadri e vans. La solita finta alternativa-grunge, sembrava proprio la mia brutta versione.
<Vince!> fece finta di non notarmi.
<Vince, sono stufa di aspettare,qui non c'è quello che cerco.> si abbassò per allacciarsi una scarpa.
<Mi dispiace molto...>
Probabilmente non gli dispiaceva, e probabilmente in quel negozio non vendevamo dischi di gruppi pop di fama mondiale.
O forse più semplicemente, era imbarazzata dalla sua non conoscenza in fatto di musica.
Da più piccole, prima che lei mi vedesse solo come una minaccia, passavamo i pomeriggi assieme, ad ascoltare la radio e a ballare sulle canzoni delle Spice Girls.
Poi però io mi imbattei nei Gallagher e in Vicious , e tutto cambiò.
<Potresti sempre consolarmi> si avvicinò in modo provocante al ragazzo, che intanto mi indicava.
<Oh Ainsworth, non ti avevo notata.> ghignò sistemandosi il choker.
Finta alternativa.
<Beh noi dobbiamo andare, non è vero Vince?>
<Ma se siamo appena entrati>
Lei gli strinse la mano, già intrecciata alla sua.
E se ne andarono.
Notai poi ai miei piedi una borsa nera.
Regina l'aveva lasciata sul pavimento dopo essersi allacciata la scarpa.
Ma la veda domanda era: un incidente o un tranello?
La presi e la ficcai nella mia, il doppio più grande.
A casa avrei deciso cosa fare.