Sono ancora vivo.

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Pov Eren.

Nulla. Non è successo nulla. Assolutamente niente, sono ancora vivo,il sangue mi pulsa nelle vene, e fuoriesce dalle ferite sporcando il pavimento di un rossastro paragonabile ad inchiostro nero.
Riesco a sentire il foro nel mio corpo, non riuscendo però a vedere il proiettile.
Sono leggermente deluso di essere ancora vivo. Credo.
Mi servono le pillole. Area pulita. Delle sigarette. Voglio la mia vita, prima che questo stronzo mi rapisse.
Voglio stare con Levi,sotto le coperte al caldo, insieme ai Lupi.
Il mio comportamento è diverso da come era poco fa, non so neanche perchè volevo che mi uccidesse, credo che una parte di me avrebbe voluto morire.
-.Oi...mi hai mancato imbecille...!!-gli sbraito contro.

-Veramente io...ho mirato dritto al cuore....-sussurra sgranando gli occhi.

-Bugiardo. Hai sbagliato mira. Riprova.- gli sussurro con calma pacata, alzandomi in piedi, facendo tintinnare l'acciaio delle manette.

-Sono ancora vivo.-gli dico con tono pacato lasciando un pizzico di scetticismo nella frase.

-Sta zitto masochista psicopatico.- mi dice calmandosi.

Quello stronzo ha sbagliato mira, da un metro di distanza.

-Uccidimi.- dico pacato.

Sento degli strani rumori provenire da fuori, ma non ci faccio molto caso.
I miei pensieri viengono interrotti, da Kenny, che inizia a girarmi in torno con passo spedito. Posa la pistola.
E trascina il carello dietro di me. Sta prendendo delle lame, simili a spade lungue un metro, per poi trafiggiermi alla spalla sinistra, l'arma è passata da parte a parte, riesco a sentire la viscosità del sangue scorrermi sul fianco, sino a fermarsi sul elastico dei miei pantaloni sporchi.
Ne prende un'altra e la conficca nel mio ventre, dall'altro verso il basso.
Kenny mi guarda negli occhi, incatenando i suoi occhi neri, nei miei rossi, una gara di sguardi sadici, che interrompe facendo passare l'ultima lama, sulla mia spalla destra, lasciandola fuoriuscire dal mio addome.

- Non ci riusciresti mai.-sussurro a denti stretti.

La porta si apre.
Kenny con grandi falcate arriva dietro la porta.

[...]

Pov Levi.
Hanje ha scoperto dove si trova il moccioso.
È stato rapito da una carogna, di cui non vuole dirmi il nome.
È in una struttura abbandonata, per precisare in un manicomio tedesco, inusata da parecchi anni, poco sicura da quando uno dei reclusi e scappato, facendo una strage di addetti alla sorveglianza,che erano di guardia.
Solo dopo si è scoperto che facevano esperimenti sui prigionieri, per testare dei farmaci.

Quando Quattrocchi mi ha telefonato per dirmi che aveva trovato Eren, ero a casa sua, a pulire la sua stanza.

[...]( Dopo la telefonata.)

Mi fiondo giù per le scale, cercando di non cadere, prendo il borsone con le armi di Eren e infilandoci proiettili e gas soporiferi.
Non ho aperto quel borsone da quando Eren è scomparso, dentro ci sono armi,vestiti, coltelli, pistole, e altre armi che Eren adora.

Apro la porta velocemente, facendo attenzione a non far uscire i Lupi.
Mentre quello dagli occhi verdi si piazza di fronte a me.

-Vi riporto a casa Eren.- dico sorridendo tra me e me e facendo rientrare il lupo.

Prendo le chiavi dello scooter di Eren, indosso il casco, e parto a tutta velocità.
In pochi minuti sono in città, sfreccio velocemente tra le vetture che mi intralciano, non curandomi di fermarmi al semaforo rosso, beccandomi i clacson, e le imprecazioni degli automobilisti.

Sono arrivato a destinazione.
Un edificio con sbarre alla finestra,o altre murate del tutto, le pareti sono crepate, altre sono collassate dato il tempo...Hanje mi aspetta da un lato della strada, ha due mitragliatrici che gli ricadono sui fianchi, una pistola infilata dietro la schiena, e un fucile a pompa tra le mani.
Gli vado incontro e lei mi si fionda tra le braccia, schiamazzando.
-Oi...Quattrocchi.-la richiamo allontanandola dalle spalle.

-Dimmi.- dice con un sorriso stampato sulla faccia e una voce squillante.

-Che stiamo aspettando...?-le dico serio, mentre mi chino per prendere le mie armi dall borsone.

Mi guarda euforica per poi annuire con il capo.

-Riprendiamoci il nostro Eren.- dice sfondando la porta in massello duro.

La guardo in cagnesco, mentre della gelosia(?) e rabbia si impadronisce del mio corpo.

-Come scusa...?- le dico puntando i miei occhi nei suoi, guardandola in cagnesco.

-Non preoccuparti, so di te e Eren.- mi dice sogghignando con voce maliziosa.

-Eh...?-
Come diamine lo sà...?

-Sono con voi.- dice diventando seria.

Entriamo nell edificio.

Le pareti sono sporche di sangue, schizzi ovunque.-Probabilmente da quando è successo il casino per cui l'hanno chiusa, nessuno la più usata, quindi non hanno ripulito-penso.

Cerco di trattenere i conati di vomito, ad ogni passo della polvere si alza, creando una nube schifosa, si sente lo squittire dei ratti, qualcuno ci taglia la strada.
Lego un panno dietro la nuca, per non respirare quella schifezza.

Trattengo una risata quando la Quattrocchi schiaccia un topo,spappolandolo al suolo.

La vedo scuotere la gamba cercando di staccarlo dalla suola invano.

Rassegnata continua a camminare con la carcassa sotto il piede.

Di conseguenza il corpo dell'animale, privo di vita, ad ogni passo, sanguina, mentre le sue budella, e interiora si dispergono durante il commino, su tutto il corridoglio .

C'è molto silenzio, troppo silenzio.

Dopo aver percorso un corridoglio, arriviamo in una grande sala, di almeno quattro piani, circondata da prigioni, una accanto all'altra.

Avvisto degli uomini vestiti da infermiere e altri vestiti in nero, eleganti, come quelli dell'ultima missione con Eren.

Mi apposto, dietro le scale, e metto il silenziatore alla pistola, mentre Hanje, mi imita, sparo al petto degli uomini, finche non vedo il loro corpo cadere a terra e proseguire.

[...]

Sono venti minuti che percorriamo il perimetro dell'edificio, avremo ucciso una centinaia di uomini a testa ma del moccioso nessuna traccia.

-Hanje...-la richiamo.

-Siiii?- risponde.

-Ci sono dei sotterranei...?- le chiedo freddo e leggermente irritato dal pensiero che Eren non sia qui.

Prende un tablet, illustrante l'archittettura della struttura, per poi rivolegerlo verso di me.

-Qui....-sussurra, indicando con l'indice un punto preciso sul display.
-C'è un tunnel o meglio corridoio, che è stato richiuso, prima che questo posto fosse abbandonato, ci rinchiudevano i reclusi per l'isolamento.- mi guarda convinta di ciò che dice.

-Allora muoviamoci.- le dico strappando il display dalle sue mani.

-Vedo che siamo gasati.-

-Cosa?-le ringhio contro.

-Nulla nulla.- dice mettendo le mani avanti come per proteggersi.

Continuo il mio percorso spalleggiato da Hanje, la struttura del corridoio cambia, e tutto più pulito, le pareti sono in acciaio e cemento armato, non sembra di essere in un manicomio.

Sono Un Mostro. [Ereri/Riren.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora