Capitolo 5

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Iniziarono a leggere e a sottolineare insieme ognuno il proprio libro. Ogni tanto Mia lo guardava con la coda dell'occhio per controllare che non si perdesse diceva lei, ma sappiamo tutti la verità qui.
-Allora io all'inizio sottolineo poi leggo un pezzetto e provo a ripeterlo senza guardare e avanti così per tutto il capitolo. Ti mostro-. Inizió a leggere ad alta voce un pezzetto del testo e lo ripetè guardando un punto fisso per concentrarsi. Era così concentrata che non si era nemmeno accorta di come Simone si era avvicinato pericolosamente a lei. Quando se ne accorse non ci diede peso e si spostò di qualche centimetro. -Ne faccio un altro poi però fai tu sennó faccio tutto io-, fece la stessa cosa di prima: legge e ripete concentrata. Ancora non si accorse della poca distanza di Simone e guardando il libro -Allora hai capito o no?-
-Mh mh-
-Mh mh cosa? Non sei per nient..-
Non fa a tempo a rimproverarlo che appena si giró la bació. Mia si staccò subito allontanandolo con le mani sul suo petto -Senti adesso voglio studiare, niente di più.-
-Agli ordini capo- con il suo solito sorrisetto furbo *aveva detto 'adesso' mica per sempre.* Simone aveva pensato a questo e in effetti non aveva tutti i torti.
Continuarono a studiare con lo stesso metodo che Mia aveva spiegato poco prima. Ci misero circa due orette senza mai distrarsi. -Miaaa pausa ti prego-
-Va bene d'accordo piccola pausa e andiamo a mangiare i tuoi pasticcini ma poi ti interrogo- le fece l'occhiolino e corse giù seguita da lui che la prese di scatto dai fianchi -Mi scappi così??-
-Ahahah ehi giù le mani-
Andarono in cucina, la madre non c'era, e mangiarono i pasticcini con il thè parlando e ridendo come fosse tutto normale.
D'un tratto Simone diventó serio
-Mia guardaci, stiamo ridendo e scherzando come se niente fosse.. dammi una buona motivazione per non perdonarmi-
-Ancora con questa storia Simone dai, te l'ho spiegato. Mi hai fatta star male, sono sensibile.. Non puoi trattarmi così-
-Mi sono scusato-
-Scusarsi non basta. Prova a gettare a terra un piatto e poi a chiedergli scusa, non credo possa ripararlo. Con le parole si dicono un sacco di cose-
-E allora che devo fare? Dimmelo tu.-
-Io devo dirtelo? Sei tu che devi farti perdonare mica io- fece un piccolo sospiro prima di riprendere a parlare
-Andiamo che ti interrogo-
Ritornarono in camera e dopo essersi seduti lui sulla sedia e lei sul letto, Mia inizió con le domande per Simone e lui rispondeva esattamente, come un botta e risposta. Alla prima risposta esatta lui si alzó in piedi e ad ogni altra risposta esatta si avvicinava sempre di più a lei. Era più forte di lui, quel giorno non riusciva a starle lontano e oltretutto doveva farsi perdonare. -Simone sta al tuo posto per favore- e lui ritornó al posto. Finita questa "interrogazione" Mia si alzó in piedi per stiracchiarsi e Simone non perse tempo per abbracciarla e con l'inganno stenderla sul letto restando su di lei.
-Tu sei scemo forte ahaha-
-Io non mi muovo da qui mi dispiace-
Stava con la testa appoggiato tra il collo e la spalla, Mia non lo ammetteva ma le piaceva sentirlo così vicino. Sperava non sentisse come batteva il suo cuore sennó sarebbe stata la fine.
-Tutto bene Mia?-

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