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"Mamma, sono a casa"
Dissi chiudendo la porta di casa, posai lo zaino rosso a terra e mi tolsi la giacca
"Tesoro, vieni un attimo in cucina, ti devo parlare"
Nella voce di mia madre c'era un che di felice ,ma anche preoccupato.
Raggiunsi la cucina e trovai mia madre seduta al tavolo, con un foglio di carta tra le mani.
"Mamma, va tutto bene?"
Mi porse il foglio, lo prese tra le mani e lo guardai
"Apprendistato dei 'quattro elementi'
Dianna Heller è stata convocata all'apprendistato il 25 aprile, presentarsi alle ore 15:00 per l'ingresso

Cordiali saluti
Dester Frestorm"

"Cosa è?"
Chiesi perplessa
"Inizia a preparare le valigie?"
"Cosa è?"
"Lo capirai una volta la"
"Mamma, non ci voglio andare"
Scoppiò in lacrime
"Mamma..."
"Partiamo domani..."
Me ne andai, confusa, spaventata, salii in camera e mi buttai sul letto
E pensai a mio padre
Lui acrebbe saputo cosa fare
Ma era scomparso, se ne era andato, quel bastardo.
Mi sedetti e iniziai a buttare tutto ciò che trovavo in valigia.
Io e mia madre non ci rivolgemmo più parola fino alla sera.
A cena gli richiesi
"Mamma, cosa cacchio è questo apprendistato?"
Lei smise di mangiare
"Non posso dirtelo, ma posso dirti qualcosa che ti farà stare meglio, li potrai trovare informazioni su tuo padre"
Su mio padre
Cosa centrava questa strana scuola con mio padre.
E perchè mia madre non poteva dirmelo.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi fu mia madre a riprendere parola
"Hai...Hai preparato la valigia?"
"Mm" annuii
"Molto bene, domani partiremo alle nove, fatti trovare pronta."

La mattina dopo partimmo alle nove come previsto, mia madre si diresse lungo una strada secondaria, che finiva in una strada di campagna, viaggiamo per circa tre ore, restando in un puro silenzio, alla fine arrivammo in uno spiazzo d'erba, davanti a noi sorgeva una foresta di sequoie giaganti, e all'ingresso della foresta, due sequoie erano piegate, formando un gigantesco arco
"Entra"
Sussurrò mia madre
Strinsi la valigia tra le dita e attraversai l'arco, ebbi un attimo di capogiro e caddi, quando mi ripresi ciò che avevo davanti non era la foresta, c'era un castello gigantesco, quattro torri, da un architettura attorcigliata, spuntavano dai quattro angoli e una gigantesca torre a spirale sorgeva al centro delle mura, intersechi di archi e scale collegavano tutte le torri, mi guardai dietro e vidi che la foresta si trovava dietro di me, era come un anello intorno al castello.
Altri tre archi di sequoie si trovavano in corrispondenza del primo, e centinaia di ragazzi stavano uscendo dagli archi, alcuni della mia età, altri molto più grandi.
Qualcuno mi mise una mano sulla spalla, mi voltai intimorita e vidi mia madre, con un triste sorriso sula faccia.
Mi accompagnò fino alla porta del castello, che era in legno scuro, di circa cinque metri, delle incisoni medievali vi sorgevano sopra.
Non appena mi avvicinai, la porta si spalancò, mostrando una sala immensa, piena di ragazzi, un uomo ci venne in contro, indossava un vestito rosso, e un lungo mantello
"Buongiorno, sono il professor Forhunter, nome?"
Disse rivolgensosi a me
"Dianna..."
"Un bellissimo nome, posso sapere anche il cognome?"
Chiese appuntandosi il mio nome
"Heller"
"Heller..."
Disse lui incupendosi
Poi gli tornò quello stupido sorriso in faccia e mi strinse la mano
"Benissimo signorina Heller, lei può raggiungere la sua camera, è la 608, intanto, io mi accorderò con sua madre, Ok?"
Annuii
Presi la mia valigia e mi incamminai verso le scale, davanti a me c'era un cartello, ma era scritto in lettere incomprensibili, e io rimasi a guardarlo per un po', cercando di capire.
"Dalla 100 alla 500 a destra e dalla 500 alla 1000 a sinistra..."
Disse una vice dietro di me
Mi voltai e vidi una ragazza, aveva i capelli castani chiari, e gli occhi azzurro cielo, mi stava sorridendo
"Grazie...?"
"Lejla, Lejla Storwmin, camera 616, tu?"
"Dianna Heller, camera 608, piacere..."
Le porsi la mano
Improvvisamente un urlo squarciò il silenzio
"IO TI AMMAZZO..."
"Dai provaci se ne hai il coraggio!"
In mezzo alla stanza, c'erano due ragazzini, uno aveva i capelli biondo cenere, gli occhi erano azzurro ghiaccio, indossava una maglietta bianca, e un paio di jeans, e stava urlando contro l'altro ragazzino, che aveva dei capelli castani scuro, gli occhi verde acqua, indossava una camicia nera e dei pantaloni dello stesso colore.
"Oh no, non di nuovo..."
Disse Lejla sospirando
"Chi sono?"
Chiesi incuriposta
"Il biondino è mio fratello, Andras, l'altro è il mio migliore amico, Eckart, si odiano da quando hanno due anni"
Lejla corse giù dalle scale, e riuscì a fermarli prima che si iniziassero a picchiare seriamente.
Poi i due si votarono le spalle e presero ognuna la propria valigia andando in due direzioni differenti.
Lejla mi raggiunse,
"Eh li hanno pure messi in camera insieme...sarà un bel casino..."
Risi, dimenticandomi momentaneamente di tutti i miei problemi, ed erano un bel po'
Quando tornai in me, il sorriso mi scomparve dalla faccia, Lejla se ne accorse
"Anche tu non sai perchè sei qui, vero?"
Annuii
"Si, lo so, io sono arrivata da poco, vivevo normalmente quando i miei genitori e quelli di Eckart hanno ricevuto una lettera... Il giorno dopo eravamo qui, senza nessuna spiegazione e dove accadono cose impossibili..."
"Intendi l'arco di sequoie?"
"Si, e non solo... Mi parso di vedere dei ragazzini fluttuare..."
Sorrisi, almeno non ero l'unica in quelle condizioni
"Chi lo sa, magari sarà divertente..."
Dissi dandogli una pacca sulla spalla di conforto
Ci salutammo e andammo ognuna nella nostra stanza
Arrivai davanti alla 608 e bussai
Mi aprì una ragazzina poco più bassa di me, aveva i capelli rossi ed era piena di lentiggini, portava un paio di occhiali rosso fuoco, gli occhi erano azzurri e aveva un sorriso da un orecchio all'altro, sfoggiando un brillante apparecchio
"Ciaaaaao"
Disse sputacchiando per l'apparecchio
"Ciao?"
"Ciaooo, io sono Jennipher, Jennipher Foxing, sono la tua compagna di stanza!! Sarà bellissimo, non so perchè siamo qui, ma penso che mi divertirò un mondo, beh, di certo più che all'orfanotrofio, hai visto che figata il passaggio per venire qui, e che fissa questo posto, qual'è il tuo colore preferito, il mio è il rosso! Spero tu ti piaccia il rosso perchè ho già iniziato a arredare la stanza e ho della carta da parati rossa bellissima e poi..."
Si fermò per riprendere fiato
Io scoppiai a ridere e lei mi guardò confusa
"Non ti preoccupare, io adoro il rosso, piacere Dianna Heller!"
Le tornò quel sorriso stampato in faccia e mi invitò ad entrare.
Vidi quattro letti, due erano già occupati,
"Che c'è qui oltre a te?"
"La mia sorellona, ha la tua stessa età, un anno in più di me"
"Come mai sei venuta così presto, credevo che la mia fosse l'età minima..."
"Si ma all'orfanotrofio hanno detto che dovevano scegliere tra tutte e due o nessuna e quindi ci hanno preso entrambe..."
"Bello"
Mi buttai su uno dei letti liberi e sorrisi
Forse non sarebbe stato poi così male...

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